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Calcio

Campioni & Meteore: Carmelo Genovasi si racconta

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05/16/2017 Vasto – Carmelo Genovasi, 55 anni il prossimo 26 Maggio, 65 presenze con la maglia della Vastese Calcio nelle stagioni di serie C2 1990/91 e 1991/92 e con  ben 12 reti realizzate, di cui 2 su rigore, non male per un difensore centrale, a quei tempi il “libero” e con i numeri di maglia ben definiti,  Sulle sue spalle c’era sempre il numero 6. Iniziamo con lui i nostri faccia a faccia per la rubrica “Campioni & meteore”. Andremo a ritrovare ed intervistare chi, in un modo o nell’altro, ha lasciato il segno nella Vasto sportiva. Oggi iniziamo con il calcio, quindi un giocatore eclettico, probabilmente fuori tempo visto che per le sue caratteristiche sarebbe stato attualissimo anche oggi. Fisico possente, grande personalità, intelligenza tattica e due piedi vellutati. La sua specialità? I calci piazzati! Se l’arbitro fischiava un fallo ai limiti dell’area, o giù di li, per i portieri avversari erano dolori. Difficilmente la palla non andava a gonfiare la rete, i suoi tiri erano tanto potenti quanto precisi. Entrare nel cuore dei tifosi biancorossi è stato un attimo e siamo sicuri che a molti farà piacere leggere cosa ci ha voluto raccontare quest’oggi.

Carmelo, innanzitutto è un piacere ritrovarti a distanza di tanto tempo. Era il lontano 1992 quando decidesti di lasciare Vasto (C2) per andare a giocare in Eccellenza Umbra con la Narnese dove poi sei rimasto e vivi tutt’ora. Tornando indietro faresti la stessa scelta?

Sinceramente direi di no. A distanza di oltre 20 anni posso sicuramente dire di aver fatto un errore. A quei tempi mi feci allettare dall’offerta economica che era davvero molto importante ma in realtà avevo disputato 13 campionati nei professionisti. Ne avessi fatto altri due avrei preso la pensione. Le richieste in C non mancavano però, come già, detto cedetti alle lusinghe ma soprattutto all’offerta economica fattami dall’allora presidente. Quando si è giovani c’è il rischio di commettere degli sbagli ma poi è giusto pagarne le conseguenze.

Oggi Carmelo Genovasi è un allenatore, in questa veste come intendi il calcio? C’è qualche allenatore del tuo recente passato a cui ti ispiri?

Guarda io ho avuto tanti bravi allenatori avendo disputato circa 400 partite nei professionisti.  Molti di questi hanno avuto una grande carriera approdando anche in serie A per cui ho davvero imparato molto. Diciamo che ho preso un po’ da ogni tecnico, poi ovviamente ho aggiunto del mio e quindi l’esperienza maturata in questi 20 anni come tecnico mi hanno permesso di avere anche una crescita personale, senza assomigliare a nessuno in particolare.

 Che ricordi hai di quegli anni passati a Vasto?

Ricordi indubbiamente meravigliosi, sono stati 2 anni bellissimi con un pubblico eccezionale. Ci seguivano sia dentro che fuori casa, lo stadio era quasi sempre pieno. Il primo anno fu una stagione stupenda, arrivammo quarti ma davanti a noi c’erano squadre davvero molto forti.  Tempo fa dichiarai pubblicamente, in un’ intervista, di essere particolarmente legato a questa città. Poi ho saputo che a Chieti, squadra da cui arrivavo, e nella quale avevo militato per 3 anni, non l’hanno presa molto bene. Però questa è la realtà.

Il fatto di essere arrivato appunto dal Chieti, i primi tempi, ha pesato un po’, visto che è comunque la rivale storica della vastese?

Guarda direi di no. A Chieti sono stato 3 anni dove abbiamo vinto anche un campionato ma poi si era chiuso un ciclo per cui decisi di cambiare squadra. Ovviamente i tifosi neroverdi non la presero molto bene. Ricordo che quando siamo andati a giocare allo stadio Angelini, e perdemmo 1 a 0, a fine partita fui costretto ad uscire da una porta di servizio.

A  distanza di tanti anni ti va di raccontarci qualche aneddoto simpatico o particolare accaduto nello spogliatoio, che ricordi ancora piacevolmente?

Gli aneddoti sono tanti. I miei ricordi sono legati molto agli scherzi che faceva continuamente un compagno di squadra che era Pino Tortora.  Tra l’altro oggi è anche un bravo allenatore, ho visto che ha fatto bene ad Avezzano.  Ricordo che prima di Natale ci fece una sorpresa vestendosi appunto da Babbo Natale.  Gli aneddoti belli e divertenti sono tutti legati in qualche modo a Tortora ma ho un bel ricordo anche degli altri compagni, da Pino De Filippis passando per Andrea Scotini o ancora Valenzano, Negri ecc

Prima parlavi del calore dei tifosi biancorossi, c’è un coro della curva a cui sei particolarmente legato? Nel caso ricordi come intonava?

Si, guarda era un coro che facevano sulla base della canzone “Marina” Di Rocco Granata e faceva più o meno così: Carmelo, Carmelo, Carmelo al derby ( ndr. Quello con il Chieti ) tu devi spaccar.  Carmelo, Carmelo, Carmelo non devi avere pietà ecc ecc. Era molto bello!

Ora per concludere mi piacerebbe sapere da te se culli il sogno di sedere un giorno sulla panchina biancorossa come allenatore.

  Assolutamente sì. Dopo l’esperienza da giocatore a Vasto mi piacerebbe provare anche quella da tecnico. Qui in Umbria ho allenato in serie D, in Eccellenza dove ho vinto due campionati , partendo però dalla promozione. Ho sicuramente un buon bagaglio tecnico acquisito e non mi dispiacerebbe affatto metterlo a disposizione della vastese. Ora però permettimi di mandare un grosso saluto a tutti i tifosi biancorossi, alle tante persone che ho conosciuto ed a cui sono ancora legato.  Sono convinto che prima o poi le nostre strade si rincontreranno.

Michele Cappa, classe 1971, vastese, è titolare dell’agenzia di comunicazione Cquadro, appassionato di sport e giornalismo sportivo, ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali e regionali, tra cui: TRSP, Radio Agorà,Radio Studio 99, TV2000, Delta 1, Telemax, Vastonline, Il Nuovo Molise e dal 2017 scrive per Vasport.it, sito di informazione sportiva locale ( di cui è anche editore ), dove cura la seguitissima rubrica “Amarcord”

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