Indoor e in spiaggia, tanta passione e voglia di non fermarsi. A colloquio con la capitana della San Gabriele Vasto
Un ‘cuore della pallavolo‘: per Alessandra Mascitelli, giocatrice vastese, la pratica di questo sport rappresenta, ormai, un’autentica “ragione di vita”. Nel giorno dedicato alla donna l’abbiamo incontrata per conoscerla un po’ meglio, raccontando soprattutto il suo amore per questa disciplina.
8 marzo: che valore dai a questa data?A parte il valore storico che ha questa data, per me non è una ricorrenza particolare, perché la donna va festeggiata e amata ogni giorno dell’anno. Può sembrare una frase banale, ma la donna non va “ricordata” solo un giorno a parer mio.
La pallavolo. Amore a prima vista? Come è nata la passione per questo sport?Amore a primissima vista, esattamente dall’età di 7 anni quando ho visto mia sorella giocare. Sono andata un giorno a vederla in palestra con mia mamma e non volevo più uscire perché volevo giocare anche io.
Giovane, ma con già un significativo bagaglio di esperienza. Cosa ti hanno insegnato e lasciato le varie ‘avventure’ vissute in questi anni?Devo ammettere di averne passate tante, quasi ogni anno. La cosa che mi ha, più che insegnato, fatto capire è che l’amore che puoi provare per uno sport ti aiuta e ti dà la forza per affrontare qualsiasi cosa. Metterci il cuore sempre. Penso non ci sia cosa più bella di aiutare la tua squadra, che con il tempo diventa quasi una famiglia (vedi più loro che i tuoi parenti), crescere con loro, gioire, ridere, scherzare, piangere, arrabbiarsi, ma soprattutto esserci per loro. Negli ultimi 2 anni ho pensato di lasciare, arrivavo a maggio che non ne volevo sapere più niente. Il problema era fine Agosto, quando entravo in palestra per fare un allenamento e alla fine ricominciavo… Devo dire però che mi ha lasciato anche un bel po’ di dolori (ride, ndr.), ma sono contenta comunque.
Il ritorno a Vasto come lo hai affrontato?Erano 4 anni che non giocavo a Vasto. Tornare è stato un colpo al cuore. Il primo giorno di allenamento ero tornata bambina. Sono stata contentissima di allenarmi e giocare di nuovo in quella palestra dove sono cresciuta, ha il profumo di casa.
Il tuo giudizio sulla stagione in corso da ‘capitana’ della San Gabriele?È la prima volta, non ho mai fatto il capitano (essendo abbastanza irascibile e poco diplomatica…) e ringrazio tanto il mio allenatore (Mattia De Angelis) per avermi dato questo compito. Vedendo come eravamo partite con i primi allenamenti, ad oggi ti dico che siamo una bella squadra con un buonissimo potenziale, da sfruttare ancora di più in questi ultimi mesi.
I tuoi riferimenti/idoli? Se ne hai… Sinceramente no, non ne ho di idoli.
C’è un bel fermento a livello giovanile in città, che consigli daresti a chi vuole approcciarsi a questa disciplina?Voglia di fare, sacrifici, passione e tempo. Purtroppo alcuni ragazzi/e non sono disposti a fare ciò, perché vogliono tutto e subito, ma nella pallavolo, così come in tutti gli altri sport, ci vuole tempo e dedizione per imparare e riuscire nelle cose.
Belle esperienze, per te, anche nel beach volley. In quale ‘versione’ ti senti più a tuo agio? Anche se con la pallavolo è stato amore a prima vista, devo dire che il beach volley mi è iniziato a piacere piano piano e adesso ne sono perdutamente innamorata. Sono due sport completamente diversi, anche se preferisco un po’ di più il beach volley.
Per il futuro, ti vedresti nel ruolo di allenatrice? No, perché non ho pazienza! A parte gli scherzi, sì, mi piacerebbe, quando smetterò di giocare ci penserò sicuramente. Ma finché posso giocare, giocherò.