18 anni compiuti
durante la quarantena ma il difensore di Celenza sul Trigno in stagione ha
avuto l’occasione di esordire dal primo minuto in Eccellenza
Anche in casa Virtus Cupello i giovani lanciati in prima squadra di certo non mancano. Se il fiore all’occhiello può essere visto quel Nico Troiano, un 2001 ormai titolare da tre stagioni, nell’ultima prima dello stop hanno esordito anche altri. I vari Claudio, Di Filippo, Battista fino ad arrivare al 2002 Alex Di Nocco ormai da quattro anni a Cupello.
Professione difensore, ha raccolto sei presenze in Eccellenza vestendo anche la maglia da titolare nella sfida giocata dai rossoblù a Montesilvano contro l’Acqua&Sapone. In questa ‘fase 2’ avrà un po’ più di liberta ma come tutti i suoi compagni di squadra e amici ha trascorso due mesi a casa. Durante i quali, nella sua Celenza sul Trigno, ha festeggiato anche i 18 anni, l’età gioca a suo favore ma, almeno a leggere le sue parole, il calcio conta ma non lo mette al primo posto. Deciderà con calma, lo studio viene prima di tutto ma a quel pallone che rotola sarà difficile rinunciare, soprattutto dopo tutti questi mesi di astinenza.
Alex Di Nocco, in
totale saranno almeno sei mesi senza calcio, in campo tornerai con più voglia o
rinuncerai definitivamente? “Impensabile
fare a meno del calcio per tutti questi mesi ma purtroppo viviamo un momento
delicato, con il Coronavirus non si scherza e la salute di ogni singolo
individuo viene prima di tutto. Quanto a me devo ancora decidere ma non so se
continuerò. Il prossimo sarà l’anno della maturità, dovrò concentrarmi ancora
di più sulla scuola, vado via da Celenza al mattino, torno tardi la sera, tanti
sacrifici, non so se riuscirò ancora a far congiungere scuola e calcio”.
Quest’anno per te era
stato quello dell’esordio dal primo minuto in prima squadra, cosa hai provato
quella domenica a Montesilvano? “Emozione
unica, la ricorderò per sempre. Prima del fischio d’inizio ero molto teso, poi
in campo grazie all’apporto dei compagni più grandi è stato tutto più semplice,
mi hanno incoraggiato e supportato fino alle fine”.
Prima squadra e
juniores, i campionati si sono fermati quando eravate in gran forma, quanto
sarebbe stato bello festeggiare le due salvezze sul campo? “Purtroppo per noi lo stop è arrivato sul
più bello, viaggiavamo a passo spedito su entrambi i fronti e ci saremmo presi
le due salvezza senza affanni. Festeggiare in campo con i compagni è sempre
bello ma purtroppo quest’anno è andata così”.
In gruppo con i
grandi, cosa significa allenarsi con chi ha qualcosa di prezioso da insegnarti?
“Sono presenze fondamentali, aiutano
a migliorarci allenamento dopo allenamento. Ti spingono sempre a lavorare al
massimo delle potenzialità ma i loro consigli sono preziosi soprattutto quando
c’è qualcosa che non va ma riescono sempre a non farti abbattere”.
In questi mesi solo
studio e allenamento o anche tante sfide online con gli amici? “Tanto tempo per lo studio, poi mi alleno. Se
ne avanza un po’ ogni tanto gioco online”.
In tv a che giocatore
ti ispiri? “Il riferimento è Sergio
Ramos anche se in campo ho un carattere agli antipodi con il modo di essere
dello spagnolo. Parliamo di un giocatore completo, leadership, senso del gol,
carismatico, cattivo, per me uno dei migliori interpreti al mondo nel suo ruolo”.
Dopo il Coronavirus
come ti immagini il calcio? “Giusto
fermarsi a inizio marzo e credo che a breve, a ragione, annunceranno anche la
sospensione dei campionati dilettantistici. Per un bel po’ dovremo abituarci a
un calcio diverso, soprattutto senza tifosi negli stadi. Ci vorrà tempo ma sono
sicuro che si tornerà alla normalità, al calcio di sempre, quello affascinante
e spettacolare”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it