La ‘quarantena’ di Douglas Nicolodi dell’Acqua&Sapone Unigross
Prende spunto dal passato per farsi trovare pronto quando comincerà il futuro. Douglas Nicolodi ha trovato un modo originale per trascorrere la sua quarantena: “ripassa” la storia del futsal italiano vedendo vecchie partite dai primi anni 2000 in giù. Ovviamente, questo solo quando non gli tocca fare l’uomo di casa e l’atleta…
“Le mie giornate? Ogni mattina durante la colazione vedo ciò che accade nel mondo, in particolare in Brasile, per sapere come vanno le cose ai miei familiari. Poi mi dedico, insieme con la mia compagna Ketty, alle faccende di casa: mettiamo in ordine e facciamo pulizie ascoltando la musica, prima di allenarci. Spesso scendo nel parcheggio del mio palazzo, al sole, per correre e fare esercizi all’aperto. Seguo le schede dello staff, e anche la mia ragazza si allena con me. Cerco di farlo al meglio per farmi trovare pronto se si dovesse riprendere a giocare”, ci racconta il folletto di Mormaco, che a giugno compirà 32 anni ed è in Italia dal 2007.
La fidanzata è pescarese e gli sta insegnando a cucinare le specialità italiane e locali: “Cuciniamo insieme, sto imparando tanti trucchi per preparare dei bei piatti. Lei però è davvero brava, io devo ancora fare molta strada… – scherza Nicolodi – Ovviamente sempre cucinando piatti sani, per non perdere la linea in questo momento. Dopo aver cucinato e mangiato, mi tocca lavare i piatti. Un bravo cuoco deve anche saper lavare i piatti, no?”.
Un programma fin qui piuttosto impegnativo per il laterale nerazzurro campione d’Italia con il Pescara 2014/2015. Il pomeriggio è decisamente più rilassante: “Prima chiamo mia madre e le mie sorelle in Brasile. E poi vedo tante vecchie partite del campionato di futsal, quelle della Marca Trevigiana, ad esempio, e anche degli anni precedenti, della Bln Roma. Sono curioso, mi piace capire la storia del nostro sport in Italia. Ovviamente io e la mia ragazza cerchiamo anche di fare cose divertenti, giochiamo a carte o ai giochi di società, per ammazzare un po’ il tempo”.
Ha vestito anche la maglia azzurra in passato, e ormai è stato adottato dal nostro Paese e dal nostro campionato.
Quale futuro vede Nicolodi per il futsal italiano dopo quest’emergenza sanitaria? “L’importante è che la salute di tutti sia assicurata. Se torniamo a giocare sono contento, ma se non sarà possibile non fa niente. Oggi conta solo che tutti possano guarire e non ci siano più morti e sofferenza. Il futuro? Sono sicuro che ci saranno tante difficoltà, perché il futsal dipende dalle aziende e dagli sponsor. Ci dovremo adattare tutti, noi giocatori soprattutto, alle difficoltà che seguiranno a questa emergenza. Ci sarà una forte crisi, sicuramente, e dovremo fare il massimo per capire che le cose non torneranno com’erano prima, almeno per un po’. Ripeto: ci dovremo adattare, siamo obbligati a farlo, non sarà una scelta. Io la vedo così. Lo farà tutto il mondo, perché non dovremmo farlo noi atleti?”.
Passano i giorni e scemano le chances di tornare nei palazzetti. Ma se si dovesse riprendere, quanto tempo servirebbe alle squadre per tornare in condizione? “Ci vorrebbero almeno due settimane di preparazione – chiude Nicolodi – . Le difficoltà sarebbero le stesse per tutti. Non sarà questo il problema, anche perché ci alleniamo ogni giorno. Certo, senza pallone non è la stessa cosa. E ci manca la competizione in questo periodo. L’unico vero problema, oggi, però è un altro: si potrà tornare a giocare?”
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