Prende il via su Vasport una nuova rubrica firmata da Armando Vallario, allenatore e profondo conoscitore del mondo calcistico, che ogni settimana proporrà una riflessione sui principi dell’allenamento moderno.
In questa prima puntata, l’attenzione è rivolta al concetto di incertezza nel gioco del calcio e al vero significato dell’allenamento, troppo spesso ridotto a una mera questione di corsa e numeri.
Ogni allenatore di calcio a vari livelli deve porsi delle domande su tematiche inerenti la tipologia delle esercitazioni e le metodologie utilizzate nell’allenamento calcistico tra miti, credenze e false notizie. Un personaggio molto saggio del mondo calcistico ha affermato che “nel calcio l’unica certezza è l’incertezza”.
È una considerazione importante quella relativa all’incertezza che caratterizza la specificità del gioco del calcio, perché il calciatore non conosce mai a priori quando deve spostarsi, dove deve dirigersi e a quale velocità. Tutti quei presuntuosi che vogliono misurare con la tecnologia gli spostamenti dei giocatori non sanno valutare la complessità e l’efficacia delle corse dei giocatori.
L’allenamento deve avere come obiettivo primario il miglioramento della capacità di gioco del calciatore, che vuol dire saper agire con efficacia, sapersi spostare con più intelligenza e non quello di correre di più.
Una squadra può aver corso di più, aver fatto più scatti, più frenate, più cambi di direzione, ma ciò non può garantire l’esito del risultato, che è molto più dipendente dalle scelte strategiche e motorie dei giocatori e dal loro modo di interpretare la gara.
IL CONCETTO DI PERIODIZZAZIONE COME SI APPLICA NEL GIOCO DEL CALCIO?
Il calcio non è uno sport di prestazione ma uno sport di scelte tecniche.
Negli sport di prestazione (atletica, tuffi, ginnastica ecc.) vengono dedicati circa dieci mesi alla preparazione e circa uno-due mesi alle gare, con appuntamenti specifici come i Mondiali, le Olimpiadi, gli Europei e qualche Meeting internazionale.
Nei giochi sportivi (calcio, basket ecc.) viene tutto capovolto: i giocatori hanno un mese di preparazione e una gara ogni settimana, spesso due, per dieci mesi.
In queste condizioni i concetti di “macro/ciclo” e “meso/ciclo”, tanto importanti per gli altri sport, non possono essere presi in considerazione nel gioco del calcio.
Nel calcio esiste solo il “micro/ciclo”, che è l’intervallo di tempo tra una partita e l’altra, cioè la settimana.
Nelle gare di corsa l’atleta corre per correre, cioè il mezzo corrisponde al fine; nel calcio si corre per giocare, quindi la corsa è solo un mezzo.
In più, la corsa circolare che utilizzano quelli dell’atletica leggera non prepara i muscoli ai tanti cambi di direzione e di schemi motori che il calciatore dovrà effettuare a diverse velocità in partita.
Armando Vallario
La rubrica di Armando Vallario continuerà la prossima settimana su Vasport, con la seconda parte di questa riflessione dedicata all’allenamento nel calcio moderno.