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Allenarsi in montagna serve davvero?

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 In montagna per il ritiro sportivo! È sempre più diffuso questo modo di intendere la preparazione atletica sia da parte dei grandi club di calcio o di pallavolo, sia dai singoli atleti. Perché proprio in alta quota? Probabilmente per abituarsi alle situazioni più estreme? Si… ma non sempre. Con alta quota si intende un’altezza sul livello del mare oltre i 3000 metri. Ci sono circa 40 milioni di persone nel mondo che vivono tra i 3000 e 5500 metri sul livello del mare. Queste, insieme agli sportivi, devono fronteggiare un problema comune: la ridotta quantità di ossigeno (ipossia). Questa condizione non è dovuta alla composizione dell’aria, l’ossigeno è presente nei gas atmosferici sempre al 21% indipendentemente dall’altezza sul mare.La pressione dell’atmosfera infatti diminuisce con l’altitudine: dobbiamo immaginare un gas come un fluido per perde la sua viscosità con l’altezza. Alla ridotta disponibilità di ossigeno, è stato dimostrato che l’atleta perde le sue capacità di resistenza senza un adattamento di almeno due settimane precedenti alla gara. Su questa base si spiegano le mediocri prestazioni nelle discipline di resistenza (aerobiche) alle Olimpiadi del Messico nel ’68. Le olimpiadi si svolsero in Città del Messico ad un’altezza di 2300 metri: non ci fu alcun record per attività superiori ai due minuti. Viceversa le prove di scatto, potenza, quindi velocità salti e lanci non ebbero alcuna influenza negativa, anzi, la ridotta densità dell’aria può favorire la prestazione. Quindi cosa accade agli sportivi con l’adattamento in quota? Principalmente l’aumento dei globuli rossi con conseguente aumento del trasporto di ossigeno (nelle atlete viene integrato sempre del Ferro). Avviene una diminuzione della massa magra e grassa legata a una riduzione dello stimolo della fame. Si incrementano le capacità del muscolo come quello di aumentare la sua rete di capillari, sviluppare un migliore assorbimento di ossigeno e rimozione dello stato tossico. Quindi l’allenamento ad alta quota è un fattore che potenzia gli effetti dell’allenamento… in quota. Questi effetti però perdurano ben poco a quote basse, circa due settimane per ritornare allo stato iniziale. Le condizioni fisiche modificate in modo favorevole in quota, possono diventare negative sul livello del mare (come la ridotta capacità cardiaca dovuta all’aumentare della viscosità del sangue). Diversi studi dimostrano che l’allenamento in quota non ha alcun effetto positivo superiore all’allenamento condotto al livello del mare. Si può concludere affermando che le competizioni che hanno luogo ad alte quote devono essere preparate necessariamente con le stesse condizioni di altitudine ma un lungo ritiro in montagna per prepararsi ad un torneo di beach soccer pare di non indispensabile. Invece allenarsi in montagna per la concentrazione, la mente e lo spirito… assolutamente si!

Luigi Piccirilli Dott. In S. Motorie
Osteopata D.O. m R.o.i
Bib.
McArdle W.: fisiologia applicata allo sport
Nelson D.: I principi di Biochimica

Michele Cappa, classe 1971, vastese, è titolare dell’agenzia di comunicazione Cquadro, appassionato di sport e giornalismo sportivo, ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali e regionali, tra cui: TRSP, Radio Agorà,Radio Studio 99, TV2000, Delta 1, Telemax, Vastonline, Il Nuovo Molise e dal 2017 scrive per Vasport.it, sito di informazione sportiva locale ( di cui è anche editore ), dove cura la seguitissima rubrica “Amarcord”

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