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Calcio

Andrea Valerio: “Orgoglioso di difendere i colori della mia città. Amo la Vastese e l’Aragona, sogno il professionismo”

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Il jolly difensivo classe 2002 tra i tanti under “home made” fatti esordire in prima squadra in questa stagione

17 anni, zero paure e idee chiarissime. Vastese doc, Andrea Valerio, sempre con addosso la maglia biancorossa, prima quella della Virtus Vasto (tutta la trafila nel settore giovanile), poi la Vastese tra juniores e soprattutto prima squadra. In difesa dove lo metti sta, tanto da terzino sinistro quanto da centrale, che sia un terzetto o anche a quattro, giovane e duttile, caratteristiche fondamentali per il calcio moderno.

Giovane sì ma già con la giusta “cazzimma” (accezione positiva del termine) e quella genuina sfrontatezza che sicuramente serve per ambire a importanti traguardi. Diventerà maggiorenne in estate, quella che forse potrebbe aprire porte a un futuro importante dato che già durante il calciomercato invernale, intorno a lui, c’erano stati interessi concreti.

Al futuro ci penserà quando sarà il momento, per lui il presente, come tutti gli italiani, lo vede obbligato a restare a casa ma guardando al recente passato c’è da essere soddisfatti e parecchio. Il 20 ottobre l’esordio assoluto in prima squadra con la Vastese nel derby di Avezzano, seconda presenza in un’altra trasferta a Matelica sempre nel 2019 fino ad arrivare alla sua prima all’Aragona. 9 febbraio contro la Jesina, ingresso senza paura e con grande personalità negli ultimi minuti a conferma di quanto già detto. Ha ancora tanta voglia di imparare, la D nella sua città come trampolino di lancio per una carriera importante.

Andrea Valerio, ormai oltre tre settimane lontano dall’Aragona, quanto pesa l’assenza del lavoro quotidiano con il resto dei compagni? “Assenza quotidiana che pesa tantissimo, l’adrenalina della domenica è quella che manca di più”.

Un periodo che ci obbliga a restare a casa, come ti stai allenando per restare in forma? “Facilmente intuibile, non c’è paragone tra il lavoro sul campo e quello casalingo delle ultime tre settimane. Periodo molto difficile ma altro non si può fare, bisogna restare a casa. Sto seguendo al meglio il programma che ogni settimana ci invia il ‘Prof’ Barrea”.

Pensi che la D tornerà in campo o conviene guardare già alla prossima stagione? “Ogni giorno penso al ritorno in campo, la speranza è quella ma con il passare dei giorni mi rendo conto che sarà molto difficile ritrovarlo in questa stagione”.

Ti sei affacciato alla prima squadra nella passata stagione, quest’anno in pianta stabile centrando anche l’esordio, la prima volta in campo che sensazioni hai provato? “Grandissima soddisfazione quella domenica ad Avezzano. Anche se per pochi minuti, ero molto sereno e sicuro di me stesso, tanti sacrifici per arrivare al mio esordio assoluto”.

Lanciato da mister Amelia, ha dato tanta fiducia voi giovani, cosa ti ha insegnato? “Una presenza importante per me e tanti altri giovani vastesi. Mi trasmesso concetti importanti e molte altre cose buone, un giorno spero di incontrarlo di nuovo in campo”.

Tra i ‘grandi’ chi è quello che ti dà più consigli durante gli allenamenti? “Sto bene con tutti, a noi giovani gli aiuti non mancano ma quello che, fin qui, mi è stato di grande aiuto è sicuramente il capitano Francesco Esposito con i suoi preziosi consigli. Uomo straordinario e grande giocatore”.

Sei ancora giovane, dove vuoi arrivare con il calcio? “Dal primo giorno che ho indossato le scarpette mi sono sempre posto come obiettivo quello di migliorarmi. Ho appena tre presenze in D, tutte a partita in corso, la strada per me è ancora molto lunga, c’è ancora tanto da faticare ma se devo guardare oltre, da abruzzese spero un giorno di indossare anche la maglia del Pescara in Serie B”.

Cos’è cambiato con l’arrivo di Silva in panchina? “Ha portato tutta la sua esperienza, ci ha trasmesso grande tranquillità e poi sono arrivati i risultati. Stavamo in gran forma, le quattro vittorie in cinque partite lo avevano ampiamente dimostrato, peccato fermarsi sul più bello”.

A 17 anni cosa significa giocare in prima squadra, all’Aragona, per la squadra della propria città? “A inizio febbraio l’esordio all’Aragona contro la Jesina mi ha fatto provare tante emozioni. In realtà non ho sofferto l’impatto, anzi, non vedevo l’ora che arrivasse quel momento visto il mio grande attaccamento alla maglia della mia città. Un punto di partenza, sono giovane e ripeto che da qui in avanti c’è ancora tanto da lavorare ma proverò a togliermi altre belle soddisfazioni”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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