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Calcio

Bernardi: “Tripletta? Esplosione di felicità ma alla Vastese servivano i tre punti. Possiamo arrivare in alto”

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Il bomber romagnolo, classe 2001, assoluto protagonista domenica ad Aprilia prima dell’harakiri biancorosso. “Malato” di Playstation, ammira Ibra e Vardy

Uno, due e tre. Avrebbe meritato titoloni e un eco sicuramente differente ma purtroppo per Tommaso Leon Bernardi la sua splendida tripletta è stata in parte offuscata dall’harakiri della Vastese avanti 1 a 3 ad Aprilia a sei minuti dal novantesimo e ripresa dai laziali negli ultimi minuti.

La gioia per la prima tripletta della sua carriera (mai gli era capitato prima, neanche nei vari settori giovanili) non la cancellerà nessuno ma resta l’amarezza per non essere riusciti a centrare la vittoria. Il classe 2001 di Verucchio ci aveva provato, ha fatto il massimo, impossibile chiedere di più a uno che alla prima occasione in stagione da titolare risponde con tre gol in poco più di un’ora. I numeri restano per sempre tra le statistiche e la sua domenica sarà una di quelle che nella storia della Vastese di certo non verrà dimenticata. L’impressione è che sia il primo giocatore con la maglia biancorossa a firmare una tripletta in un match ufficiale dovendo ancora compiere vent’anni. A inizio ottobre arrivò a Vasto come quarta punta di un reparto rimasto orfano dello squalificato Sorgente, l’infortunato Calabrese e ancora senza Martiniello. Prima della Vastese nella sua giovane carriera gli anni nei settori giovanili nella sua Verucchio, poi il Santarcangelo (dove nel 2018/2019 fu decisivo con una doppietta che consentì ai romagnoli di disputare i playout) e infine il Cesena detentore del cartellino.

Nonostante l’importante stazza fino ai 15 anni ha giocato da esterno o trequartista, poi ha vestito i panni dell’attaccante vero. Dopo l’esordio in biancorosso contro il Real Giulianova altri scampoli di match ma nonostante lo spazio ridotto lui in allenamento non ha mai mollato. Impegno massimo ogni giorno, anche nel periodo in cui tra i biancorossi non sono mancati i casi di positività al Covid lui ha sempre spinto forte sull’acceleratore. Mister Silva si è accorto del suo impegno e al momento giusto ha deciso di buttarlo nella mischia premiandolo (come quinto under, una scelta voluta, non un obbligo da regolamento) con la prima maglia da titolare in stagione. Parlano di Bernardi come tipo taciturno, poche parole ma a guardarlo in campo preferisce far parlare i fatti, la tripletta ne è stata una piacevole conferma. L’impressione è che nell’attacco vastese siano cambiate alcune gerarchie, Tommaso si è guadagnato con pieno merito una maglia da titolare e difficilmente vorrà sfilarsela di dosso.

Tommaso Bernardi, la rimonta incredibile dell’Aprilia ha quasi offuscato la tua tripletta, saresti stato l’uomo copertina, sei un po’ dispiaciuto? “La tripletta per fortuna resta, quelli che ci mancano sono i due punti. Per larga parte del match avevamo dominato, un vero peccato non aver portato la vittoria a casa, purtroppo il calcio è anche questo, ora l’importante sarà non abbattersi e ripartire con motivazioni maggiori”.

In D quasi mai un diciannovenne alla prima da titolare con la nuova maglia firma una tripletta, ti aspettavi di vivere, dal punto di vista personale, una domenica così felice? “Onestamente no, a tutto pensavo fuorché alla tripletta. Andavo però a caccia di un gol che mi mancava da tanto, quando al primo gol la palla è entrata in rete sono esploso di felicità come se mi fossi tolto un peso immenso”.

Silva pur avendo già 4 under tra porta e difesa ha scelto comunque te preferendoti ad altri tuoi compagni più esperti, come hai fatto a convincere il mister a consegnarti una maglia da titolare? “Lavorando tanto in settimana, in campo scendo affamato ad ogni allenamento e niente mi ha mai abbattuto. Fortunatamente gioco e ho giocato con dei giocatori di livello assoluto che ancor prima di essere giocatori sono grandi uomini che mi hanno insegnato che nel calcio, come nella vita, bisogna crederci sempre, l’occasione giusta arriverà”.

Goduria dal punto di vista personale ma amarezza pensando alla vittoria buttata via, quanto pesano i 4 punti persi per strada nelle ultime due domeniche? “Come un macigno, saremmo potuti essere molto più avanti a lottare per un posto che meritiamo, un vero peccato ma le occasioni lasciate per strada devono essere d’insegnamento per non ripetere più certi errori”.

Sei a Vasto da due mesi, per la prima volta in carriera lontano 400 km da casa, come ti stai trovando? “Molto bene, qui c’è un ambiente accogliente con una società che finora non ci ha mai fatto mancare nulla. Per fortuna viviamo in un’epoca in cui la tecnologia riduce le lunghe distanze, è facile stare sempre a contatto con i familiari e anche con gli amici con cui continuo a sfidarmi alla Playstation, per ma una vera “malattia” “.

Dove può arrivare questa squadra? “Già nelle ultime due domeniche abbiamo dimostrato di poter ambire a una classifica migliore dell’attuale. Possiamo arrivare molto in alto, lavoriamo tanto in settimana e possiamo contare su un gruppo splendidamente amalgamato. Qui sin dal primo giorno ho respirato una bella aria, sono l’ultimo ad essere arrivato ma tutti mi hanno fatto sentire gran calore e un bellissimo affetto”.

Tra gli attaccanti in circolazione ad alti livelli c’è qualcuno che studi più di altri? “Non parlo di ispirazione vera e propria ma due mi affascinano più di altri: Ibrahimovic e Vardy. Il primo, oltre ad avere un’infinità personalità, riesce a rendere tutto semplice con le sue giocate, l’altro è il miglior esempio possibile di come, senza mollare mai, partendo dalle categorie del calcio meno nobili è riuscito ad arrivare ad altissimi livelli”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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