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Calcio

Bonfiglio: “Indimenticabili i rigori di Tolentino. Grande gioia per la Pro Vasto, i vastesi e me”

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L’attaccante, ascolano d’adozione, undici anni fa fu decisivo con due penalty nel recupero che consegnarono la C2 ai biancorossi

17 maggio 2009. Una di quelle date impossibile da scordare per il calcio biancorosso e soprattutto i tifosi vastesi. Dopo una splendida rincorsa a suon di vittorie (scontro diretto compreso a Fano) la Pro Vasto completò l’opera centrando la vittoria del campionato in D grazie all’incredibile rimonta in casa del Tolentino.

Intorno al novantesimo il pari con il primo rigore, poi l’apoteosi al minuto novantaquattro con il secondo penalty. Quel giorno l’uomo della provvidenza, entrato a pieno titolo nel cuore dei tifosi vastese e nella storia del calcio biancorosso, fu Mario Bonfiglio, arrivato in estate a Vasto a 34 anni con un notevole bagaglio d’esperienza. 100 partite in B, oltre 250 tra C1 e C2, l’allora presidente Crisci al tramonto del mercato estivo si regalò un ultima pedina risultata poi decisiva per il ritorno nei professionisti.

Mario Bonfiglio, appese ormai da anni le scarpe al chiodo, sei rimasto nel mondo del calcio? “Si, qui ad Ascoli da qualche anno abbiamo messo in piedi i “Piccoli Diabolici” una scuola calcio che può contare su oltre 350 ragazzini. Io mi diverto ancora e loro crescono, sono contento”.

Oggi allenatore ma con un importante passato da giocatore, tanta B, tantissima C e un po’ di D dove hai però lasciato un segno con la Pro Vasto, una pagina importante? “La Pro Vasto e i vastesi sono ancora oggi un ottimo ricordo, la vittoria finale ha reso tutto più bello ma fu per me un anno e mezzo positivissimo. Ero arrivato a Vasto quasi a fine carriera ma fui accolto nel migliore dei modi e cercai di ripagare al meglio la società. Ci riuscii, la vittoria del 2009 fu una grande gioia per la squadra, la piazza e anche per me, riuscii a togliermi un’altra bella soddisfazione anche se non ero più giovanissimo”.

Una stagione in cui c’è stata l’incredibile accelerata con il filotto di vittorie in doppia cifra, eravate i più forti o vi siete formati passo dopo passo? “Non eravamo i più forti ma tutte quelle vittorie nel momento decisivo della stagione ci diedero maggiori certezze. Tra di noi eravamo un ottimo gruppo e potevamo contare su un’ottima dirigenza capeggiata dal presidente Crisci, persona posata e in gamba, con lui non ebbi mai screzi”.

Vittoria di fano a parte quali furono gli altri ingredienti per conquistare la vittoria del campionato? “Le vittorie non arrivano mai per caso, tutti devono fare la loro parte. Noi giocatori in campo abbiamo fatto il nostro, lo staff tecnico ci ha saputo guidare alla grande, la dirigenza è stata sempre presente e anche i tifosi vastesi sono stati una componente fondamentale per arrivare a tagliare il traguardo prima degli altri”.

Il traguardo fu tagliato a Tolentino, sotto di un gol, poi i tuoi due rigori in pieno recupero a trascinare la Pro Vasto in C2, mai avuto paura di sbagliarli? “L’esperienza non mi mancava, durante la stagione divenni rigorista dopo un paio di errori di Ludovisi. Io sempre tranquillo, fu proprio lui a mettermi un po’ di ansia al primo penalty, “Mario mi raccomando non sbagliare” e così fu per il pareggio. Al secondo, quello decisivo, pensavo di cambiare modo di calciare, i guardo il portiere fino alla fine, tentennai un attimo ma poi scelsi la mia solita esecuzione. Lenta ma precisa, ancora oggi mi complimento con me stesso per la freddezza mostrata in quegli attimi”.

Da lì in avanti festa grande, cosa ricordi dal campo fino al rientro a Vasto? “La grande festa con gli oltre 800 tifosi vastesi, il casino negli spogliatoi e l’accoglienza in piazza a Vasto. Per fortuna quella domenica andò tutto secondo copione, una bella rincorsa per regalare alla piazza la C2. Non dimentichiamoci anche la finale della Poule Scudetto, non riuscimmo a festeggiare in campo ad Aprilia ma quando fu sospesa eravamo avanti di due gol e anche lì dimostrammo tutto il nostro valore, affamati fino alla fine”.

Ricordi lontani ben undici anni, rispetto ad allora oggi il calcio lo osservi da un’altra prospettiva, com’è cambiato? “I principi sono gli stessi, altro è cambiato. Gli aspetti economici influiscono parecchio ma anche in campo non mancano le differenze. Su tutte l’aspetto fisico, prima in campo il gioco, a ogni livello, era più lento, adesso, la velocità di pensiero ed esecuzione è molto più veloce. La tecnologia ha influito molto nell’evoluzione del calcio moderno”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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