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Calcio

Calabrese: “La Vastese ha tanta fame ma questi stop continui non aiutano. Vogliamo arrivare in alto”

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Il ventiquattrenne emiliano, da trequartista o seconda punta, nelle prime giornate è sempre stato tra i migliori in campo

Destro delicato, intelligenza tattica nel sapersi adeguare ad ogni situazione di gioco, rigori procurati, rigori trasformati e tanto altro. Nonostante la Vastese finora abbia giocato appena sei partite ufficiali tra le note liete c’è sicuramente Antonio Calabrese.

Classe 1996 di Bologna ai biancorossi aveva fatto male due stagioni fa quando, con la maglia del Castelfidardo, tra andata e ritorno, aveva segnato tre reti. In estate il ds D’Ottavio ha puntato forte su di lui e vedendolo all’opera nelle prime giornate l’innesto è stato azzeccatissimo. Sul fronte offensivo (e non solo, nella sua giovane carriera ha giocato anche da mezz’ala) può giocare ovunque, Silva lo ha inizialmente schierato da seconda punta esordendo a Rieti con un rigore procurato (poi sbagliato da Obodo) e un fastidio alla caviglia che lo ha costretto al cambio. Dopo il primo lungo stop della stagione con il nuovo modulo si è piazzato da trequartista nel 3412 trovando il primo gol biancorosso nel match contro l’Olympia Agnonese.

Ad Aprilia ha accusato un problemino muscolare, in questi giorni si sta curando per tornare a pieno regime visto che se domenica si fosse giocato a Castelfidardo (il match del 13 è stato rinviato a causa delle 7 positività al Covid dei giocatori marchigiani) sarebbe stato l’ex di turno avendo giocato in biancoverde per due stagioni (dal 2017 al 2019) e firmando 25 reti.

Antonio Calabrese, siamo fermi a domenica 29 quando avete dovuto digerire il secondo pareggio amaro, quanto pesa dover attendere ancora per cercare il riscatto? “Dal punto di vista strettamente personale è un bene visto che sto recuperando da un piccolo problemino fisico ma bisogna ragionare di squadra e questo nuovo rinvio di certo non ci aiuta. Ci siamo fermati la prima volta in stagione dopo la bella vittoria contro il Pineto e per noi non è stato un bene. Ora c’è voglia di riscatto e queste altre due domeniche di stop sono una bella batosta”.

Riscatto dopo i due pareggi contro squadre che, in stagione, non ancora conoscono la parola vittoria, andando in ordine, cosa è successo contro l’Olympia Agnonese? “Tornare in campo dopo un mese di stop in cui non ci siamo mai allenati con il gruppo al completo non è stato facile. Si è aggiunto poi un rigore generoso a nostro sfavore e poi un altro mezzo tiro ci ha fatto andare sotto di due reti dopo mezzora. Resta però la nostra grande reazione, nei successivi sessanta minuti abbiamo prodotto tanto e avremmo meritato di portare a casa la vittoria”.

Da una rimonta favorevole a quella sbiadita di Aprilia, cosa è mancato per blindare un successo che a lungo non era stato in discussione? “Come contro l’Agnonese va detto che gli episodi non stanno giocando a nostro favore ma ad Aprilia per oltre settanta minuti abbiamo dominato con possesso palla e intensità. Avevamo la vittoria in tasca ma nei minuti finali siamo mancati, abbiamo avuto paura di vincerla e siamo stato rimontati”.

Tu emiliano e lui romagnolo, ad Aprilia è “sbocciato” il giovane Bernardi, ha sorpreso anche voi? “No, la sorpresa può essere per chi lo vede solo nelle partite. Tommy da quando è arrivato all’Aragona è stato esemplare, impegno massimo in tutti gli allenamenti, da sempre l’anima, ora è giusto che raccolta i frutti del suo grande lavoro giornaliero”.

Senza scomodare i big del calcio, sei cresciuto nel settore giovanile del “tuo” Bologna, in quegli anni chi erano i giocatori che più ammiravi? “Gaston Ramirez e Marco Di Vaio, una coppia che in campo si divertiva ma soprattutto faceva divertire. Assist, gol e giocate da applausi, vederli è stato un gran bel piacere”.

Domenica a Castelfidardo, a causa del Covid, non si giocherà, saresti stato l’ex di turno visti i tuoi trascorsi in biancoverde, che ricordi hai dell’esperienza marchigiana? “Due stagioni differenti, nella prima ho avuto meno spazio anche se ho sfiorato la doppia cifra. Con il duro lavoro mi sono conquistato maggior spazio al secondo anno, quello è stato molto bello dal punto di vista personale, peccato però che i miei 17 gol non siano serviti per salvare il Castelfidardo”.

Torniamo a parlare di presente, se la Vastese avesse centrato due vittorie nelle precedenti giornate starebbe in terza posizione, ci sono le condizioni per provare a recuperare il terreno perduto? “Dispiace per i punti lasciati per strada ma abbiamo ancora a disposizione 28 giornate per arrivare il più in alto possibile. Tra Pineto e anche nei due pareggi abbiamo fatto vedere di avere fame, c’è tutto per fare bene ma bisognerà fare i conti con il Covid, un dettaglio non da poco. Per chi deve recuperare il terreno perduto questi stop non aiutano, ecco, oltre alla continuità di prestazioni da parte nostra bisognerà sperare che da qui al termine della stagione non ci siano altri stop dettati dal virus, non ci aiuterebbero”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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