Connect with us

Sport

Calcio, musica e quei calci d’angolo col Casalbordino…Ecco Gaetano Mannino

Published

on

Il Dietro le Quinte di oggi ci fa conoscere un frentano doc: Giuseppe Gaetano Mannino

Vena artistica spiccata.

Tra l’altro messa sapientemente in pratica con grande naturalezza.

Chitarra sempre pronta.

Voce altrettanto.

E una melodia ce l’ha sempre calda per essere adattata ad un motivetto.

Insomma, un personaggio che, quasi per coincidenza, cade a fagiuolo con la scia canterina del Festival di Sanremo numero 71.

Non l’ho seguito sinceramente. San Remo – spiega il nostro ospite di Dietro le quinte di oggi – ormai da molti anni non lo vedo, ho una sorta di chiusura, sicuramente è un aspetto che devo migliorare. Ma quelli della mia generazione sono legati a De Andrè, Battiato, De Gregori. Oggi c’è Achille Lauro“.

Personaggio a tutto tondo tanto da essere citato dal Premio Campiello in carica Remo Rapino nel suo “Lumache e Cicale“.

Chi è dunque personaggio del “Dietro le quinte di Vasport” di oggi?

Giuseppe Gaetano Mannino.

Gaetano, a Lanciano, è una sorta di istituzione: un bomber per passione, cantante e compositore per altrettanta passione.

Insomma, la sua figura incarna alla perfezione lo spirito lancianese, acuto, pungente, sempre sul pezzo.

Padre messinese, madre con sangue meneghino.

Gaetano baricentrico dal punto di vista geografico a metà strada tra Milano e la bella Sicilia, nato e vissuto in Frentania.

Mio nonno paterno venne qui da Milano per costruire la Ferrovia Sangritana nel 1912“.

E proprio a Lanciano e nel territorio frentano che Gaetano ha scritto la sua storia calcistica.

A Casalbordino ho giocato alla fine degli anni 70. Avevo una caratteristica con la maglia giallorossa: facevo gol da calcio d’angolo. Ero l’incubo dei portieri avversari. Avrò fatto una quindicina di reti dalla bandierina“.

Tra Lanciano (sponda rossonera e anche Spal), Casalbordino, Castel Frentano e un’avventura vincente da allenatore in terza categoria con l’A.C. Ambulanti, Gaetano ha interpretato le proprie passioni come “vere e proprie passioni”, dedicando la giusta attenzione al calcio e alla musica, ma facendo tutt’altro nella vita lavorativa.

Quando è nata la Spal Lanciano, Gaetano Mannino era uno dei componenti di quella che avrebbe scritto la storia calcistica frentana.

Mi chiamavano ‘La Luce’ perché illuminavo il gioco – spiega sorridendo Gaetano – ero un attaccante esterno. Ho sempre interpretato il calcio come uno sport, mai come una professione. Da piccolo giocavo con Guido Biondi e Bruno Russo. A 13 anni mi chiamò il Catania, ma mio padre non volle che accettassi quest’avventura“.

I campi di calcio Gaetano li ha vissuti tra la metà degli anni Sessanta e fine anni Settanta.

Poi l’avventura da mister.

Mi hanno convinto ad allenare una squadra di terza categoria di Lanciano, l’A.C. Ambulanti. Quasi per scherzo accettai questa avventura, alla fine del torneo risultammo imbattuti. Ma odiavo fare le scelte tecniche ed escludere qualcuno dal farlo giocare. Per me tutti dovevano scendere in campo. E proprio per questo motivo ho deciso di non allenare più“.

Il calcio, per Gaetano, si lega alle altre passioni che ha.

La musica, la chitarra.

Un cantastorie moderno e alla moda. Ma, soprattutto, a tutto tondo nella sua narrazione musicale.

Le storie suonate e cantate?

Sono scritte al momento, un’immaginazione da far invidia a molti.

Toccando personaggi, mode, stili e contesti d’attualità.

La mia ispirazione è la quotidianità – dice Gaetano – quando ero giovane avevano capito questa mia vena musicale e mi chiamavano per le serenate, per allietare i matrimoni. La vita che stiamo vivendo da un anno a questa parte mi rende più social e metto online le mie composizioni. Per me la musica è un momento di socialità, quando si poteva andavo ad allietare i compleanni dei miei amici, l’ho sempre fatto volentieri perché le passioni non costano nessuna fatica“.

I motivetti di Gaetano?

Quando la Virtus Lanciano giocava in serie B ho scritto anche diverse cose”.

Tra i lancianesi doc?

Ho dedicato una canzone a Orlando Di Biase, noto a tutti come Cappellini con ‘Il Capiscitore‘”.

Gaetano è un uomo buono e dall’animo magnanimo.
Incarna alla perfezione il prototipo del personaggio del “Dietro le quinte” di Vasport.

Il dietro alle quinte di un team speciale, Lanciano Sport.

Gaetano è lo zio di un tesserato del team allenato da Donatello Paone, lo zio di Luca.

È come un’ombra gentile, che mette sempre buonumore, e aleggia su Lanciano Sport che segue senza soluzione di continuità.

E una delle colonne del club rossonero, uno di quelli il cui lavoro è fondamentale per portare avanti in modo concreto lo straordinario progetto del calcio speciale.

La vena artistica di Gaetano si è concretizzata (e si concretizza tutt’ora) anche in salsa rossonera: è lui che ha scritto l’inno ufficiale della squadra per i ragazzi di Lanciano Special.

Non conoscevo Donatello Paone il mister di Lanciano Special – spiega Gaetano – e quando mi ha contattato ho subito dato una mano. È lui l’anima della squadra, è lui il motore di tutto. Con lui Lanciano Special sta portando avanti un discorso fantastico. Ricordo un torneo con tutti i ragazzi speciali di varie regioni e di varie realtà. Una giornata che custodiro’ sempre nel mio cuore per le fortissime emozioni che mi ha fatto provare nel vedere tutti quei ragazzi insieme. Con la gestione del Lanciano Calcio affidata a Fabio De Vincentiis sono state fatte tante cose buone per i ragazzi di Lanciano Special. Ma devo fare anche un plauso ai ragazzi della curva sud. Ricordo un torneo di qualche anno al ‘Guido Biondi’. Era un sabato mattina e loro vennero ad incitare i nostri ragazzi. Li ringrazierò per sempre perché mi colpirono molto favorevolmente per il loro gesto di cuore“.

Una frase, dell’inno dedicato ai ragazzi di Lanciano Special, acquista un significato importante: “Anche fuori dal campo noi siam tutti amici, se uno fa gol siamo ancor più felici. Corri ragazzo, vola sul prato, come dal primo giorno ci fai sempre sognar. In campo entriamo come guerrieri con il cuore colmo di felicità. Noi siam così belli, siam tutti fratelli, si vince o si perde abbiam vinto già!“.

Una frase sulla quale si può meditare a lungo, senza ulteriori commenti.

Un grazie a Gaetano per il suo modo di essere e, soprattutto, per il suo modo di fare.

Alessio Giancristofaro

News più lette settimanali