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Calcio Giovanile

Capitanio: “Volevamo regalare il secondo titolo alla Bacigalupo. Amo il calcio, il mio idolo è Pelè”

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Il giovane centrocampista di Tufillo tra protagonisti della vittoria del titolo regionale di un anno fa puntava con decisione a servire il bis ma il Coronavirus ha fermato tutto

“Non si può fuggire da ciò che si ama”. Quasi 100 giorni senza calcio giocato, un’eternità ma c’è chi, in ogni modo, continua a giocare a calcio come può. Mai senza calcio, mai senza pallone, in casa o fuori, poco cambia, da un folle amore non ci si può allontanare.

Lo si è capito dalle parole del centrocampista Alex Capitanio, con la Bacigalupo dal 2015 e nelle ultime due protagonista con i Giovanissimi sperimentali, vincendo un anno fa il titolo regionale e andando vicinissimo al bis nell’ultima stagione, stoppata sul più bello dal Coronavirus. Classe 2006 di Tufillo, a Vasto si trova benissimo ma, com’è giusto che sia, ha tante ambizioni e sogna in grande nel mondo del calcio.

Alex Capitanio, un anno fa l’incredibile rimonta sulla Gladius e la conseguente vittoria del titolo, cosa ricordi di quel pomeriggio? “Pur avendo a disposizione due risultati su tre per conquistare il trofeo ricordo che c’era tanta tensione prima del fischio d’inizio. Fu una partita incredibile, andammo sotto di due gol per poi trovare l’insperato pari nei minuti finali. Noi non abbiamo mai mollato, al triplice fischio ho provato una sensazione unica, non la dimenticherò mai”.

Eravate al primo posto e pronti a conquistare di nuovo il titolo, quanto rammarico c’è per non aver potuto completare l’opera a causa del Coronavirus? “Era il nostro obiettivo, i numeri erano tutti dalla nostra parte. Peccato non essere potuti arrivare fino in fondo nonostante l’impegno profuso da parte di tutti in ogni partita e singolo allenamento. Vincere ancora sarebbe stata un’altra bellissima ciliegina sulla torta”.

Come stai vivendo questi lunghi mesi senza calcio? “Mi manca tutto di questo fantastico mondo. I compagni, gli allenamenti e in ultimo, ma di grande importanza, il mister. Non si può fuggire da ciò che si ama, ora che si può insieme a mia sorella vado al campetto del paese e passiamo interi pomeriggi in compagnia del pallone”.

Hai continuato ad allenarti anche a casa con continuità? “Ho la fortuna di avere mia sorella anche lei amante del calcio e dello sport in generale. Ci siamo allenati sempre con grande costanza, tra le mura di casa prima e ora, come già detto, al campetto”.

Prima Antonino, poi Bozzella, cosa ti hanno insegnato in queste due stagioni? “Entrambi sono stati fondamentali per la mia crescita, non solo calcistica, con semplici ma importanti insegnamenti. Con mister Bozzella ho legato tanto, per me è una persona speciale”.

Da 5 anni con la Bacigalupo, come ti trovi in questa società? “Molto bene. A quest’età forse non abbiamo ancora a fuoco il quadro generale della situazione ma lo reputo un bellissimo ambiente abitato da persone che lavorano ogni giorno per il bene di questa società. Premono molto sulla disciplina, il rispetto del gioco, delle regole e degli avversari”.

In tv a quale giocatore ti ispiri? “Nel calcio moderno ammiro tantissimi giocatori ma, da sempre, la mia fonte di ispirazione è sempre stato, e così sarà per sempre, il brasiliano Pelè”.

Sei ancora giovane ma tra una quindicina d’anni dove pensi di trovarti nel mondo del calcio? “So benissimo che ad alti livelli ci arrivano in pochi ma se devo sognare spero un giorno di indossare la maglia bianconera della Juventus, la mia squadra del cuore. Se poi dovesse esserci l’opportunità dell’Inter, beh, di certo non la scarterei, anzi!”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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