La diciottenne nuotatrice di Atessa è una dei prospetti più
interessanti nel panorama sportivo abruzzese
Talento cristallino. Come l’acqua che bagna ormai da quasi quattordici anni le sue giornate. Troppo riduttivo parlare di seconda casa, la piscina è l’habitat naturale in cui Cecilia Canuto riesce ad esprimersi al meglio. Una classe 2000 che ormai da anni fa parlare di se in tutto Abruzzo (e non solo) per gli splendidi risultati raggiunti da nuotatrice (convocazioni in nazionale comprese), atessana doc e ora tesserata con il Tiro a Volo Nuoto di Roma. Dal 2013 ad oggi tra stile libero (la sua specialità), dorso e misti ha arricchito con tantissime medaglie di tutti e tre i metalli la sua bacheca che punta con decisione a renderla sempre più luccicante. Una giovane matura, semplice, scherzosa ma che in tutto quello che fa, nello sport e nella vita da sempre il massimo, ecco perché poi i risultati non tardano ad arrivare. Nuotatrice e studentessa, iscritta al Liceo Scientifico dell’Istituto Omnicomprensivo “Ciampoli – Spaventa”, in estate sosterrà la maturità e poi correrà via verso la nuova carriera universitaria. Continuando ad affiancare studio e sport, al nuoto Cecilia non rinuncerà mai, ha ancora tanti altri traguardi da raggiungere.
Per una ragazza di 18 anni
cosa rappresenta la festa dell’8 marzo?“È
una data che ricorda che ai noi donne che non bisogna mai abbassare la guardia,
che la discriminazione non è un fatto remoto ma ogni giorno ci sono
manifestazioni di sessismo ed emarginazione. Soprattutto alla luce degli ultimi
fatti di cronaca che vedono le donne vittime di violenza è una giornata che
serve a noi tutte per ricordare l’importanza del sesso femminile nella storia”.
Nonostante la giovane
età vanti già un curriculum importante, cosa si prova ad essere una delle più
importanti rappresentanti dello sport abruzzese?“Aver raggiunto ottimi risultati finora per me è motivo di
soddisfazione, rappresentare il nuoto abruzzese mi riempie di orgoglio ma c’è
anche il rovescio della medaglia in quanto spesso negli altri genera
aspettative che io ho paura di deludere”.
Hai iniziato da
giovanissimi, pensavi mai che il nuoto avrebbe potuto regalarti tutte queste
gioie?“Non ci pensavo perché
iniziato tutto per gioco, i miei genitori mi portarono in piscina per imparare
a nuotare ma senza alcuna aspettativa, i risultati sono arrivati strada
facendo”.
Quando sei in vasca quali
sono i pensieri più ricorrenti?“Beh,
questa domanda è parecchio simpatica, quando sono in vasca guardando il fondo
organizzo la mia giornata a seconda degli impegni scolastici ed extra. In acqua
riesco a pensare molto meglio, può sembrar strano ma è così. Durante la parte
più dura dell’allenamento però i mille pensieri vanno via e mi concentro solo
sul lavoro in acqua”.
Finora di successi
personali ne ha centrati parecchi, quello a cui tieni di più?“In Israele nella Coppa Comen con la
Nazionale italiana, arrivai lì con l’undicesimo tempo nei 100 rana, non
riuscivo a scendere sotto l’1.16 ma entrata in acqua diedi il massimo e feci
1.13.42. Fu davvero una soddisfazione unica, la mia prima esperienza all’estero
e in Nazionale, anche con la staffetta 4×100 stile dove con le altre italiane
arrivammo prime e cantare l’Inno di Mameli sul podio e stato davvero
indimenticabile”.
Cosa si prova ad
entrare a far parte della nazionale italiana?“Il sogno di tutti, riuscirsi mi ha dato grande felicità, un’esperienza
che non dimenticherò mai nella vita, lo stesso vale per le persone che ho
conosciuto in quel percorso”.
Dovessi scegliere,
quali compagne d viaggio sono fondamentali nella tua carriera?“Volontà, impegno e sacrificio perché i
risultati non li regala nessuno e soprattutto arrivano solo dopo un costante e
duro allenamento”.
Fuori dalle vasche
sei una trascinatrice ma in acqua chi ti aiuta a superare quei momenti
difficili che fanno parte della carriera di tutti?“I momenti difficili li affronto riflettendo con me stessa, solo io so
come superare le sconfitte e le delusioni, che nello sport sono sempre dietro
l’angolo”.
Il professor D’Adamo
ti segue da quattro anni, di lui cosa puoi raccontare?“Parliamo di un grande motivatore, sa come caricarmi prima di una gara
ed è evidente la sua grande fiducia in me. Non dimenticherò mai quando dopo la
prima gara mi disse semplicemente “divertiti”, sembrerà strano ma quella
parola, apparentemente stupida, mi diede una carica incredibile e in vasca
diedi spettacolo”.
Tra lui e i
professori a scuola con chi hai un rapporto più genuino?“In vasca come a scuola sono io che cerco di
avere rapporti genuini e autentici con tutti ma tengo lontano da me le persone
false e costruite”.
A proposito di
scuola, tra meno di cento giorni ci gli esami di maturità, pensando alle scelte
future hai già deciso quale strada prendere con l’università?“È uno dei pensieri maggiori di questi
giorni, per me è molto difficile far conciliare la miglior scelta universitaria
con le mie esigenze da atleta”.
Da qui ai prossimi
anni con il nuoto dove punti ad arrivare?“L’obiettivo è quello di migliorare sempre i tempi e chissà, magari un
giorno, salire sul podio italiano assoluto”.
Studio e nuoto, quant’è
difficile rendere al massimo su entrambi i fronti?“Due mondi difficili da far combaciare, soprattutto per me che studio
al Liceo Scientifico, il segreto è l’organizzazione. Gli insegnanti mi vengono
incontro e mi sono d’aiuto mentre per i miei compagni di classe è difficile
comprendere gli impegni che giornalmente affronto”.
La tua carriera sportiva influirà su quella da studentessa?“Finora no, la mia carriera da nuotatrice non ha mai influenzato su quella scolastica, sono percorsi di primaria importanza nella mia vita e li metto sullo stesso livello”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it