Connect with us

Rubriche

C’ERA UNA VOLTA LA FAVOLA DELLA BIOMEDIS VASTOVOLLEY

Published

on

Sono passati trent’anni da quell’indimenticabile ciclo della pallavvolo vastese. Un gruppo di ragazzine straordinario, capace di scalare dalle categorie regionali alla serie A/2. Un ciclo bruscamente interrotto dalle vertigini di un livello forse troppo alto per la città. Che peccato! Erano anni mitici, ancora di grande boom economico. I migliori anni dell’intero panorama sportivo, culminati con il ritorno in serie C/2 della Vastese calcio, le affermazioni virtuose della Pgs Delverde Basket in serie B/2, la cadetteria per l’Immobiliare D nella Pallammano,la repentina nascita e morte della San Gabriele nel primo campionato nazionale di serie A di Calcio a 5. I fine settimana pulluluvano di impegni, si passava un campo all’altro a seguire con grande entusiasmo e voglia di esserci. Il sabato alle 18.30, cascasse il mondo, non ce n’era per nessuno. La scena era tutta sua, alla Palestra Magistrale, giocava la Biomedis! Gremiti gli angusti spazi dell’impianto, per le avversarie e l’arbitro si faceva davvero insidiosa sindalle prime battute. Alle altre, pensavano le terribili ragazze di Ettore Marcovecchio. Che battaglie contro le siciliane del San Cataldo, le romane del Colli Aniene e del Civitavecchia, i derby contro l’Antoniana Pescara, tanto per citare alcune delle partite rimaste scolpite nella mente degli sportivi. Con il numero 1 Stefania Tortella, 2 Valentina Budano, 3 Francesca Nardecchia, 4 Rosanna Carletto, 5 Antonella Ruzzi, 6 Cristiana Parenzan, 7 Silvia Del Prete, 8 Angela Reale, 9 Caterina De Marinis, 10 prima la Da Roit poi Monica Muratore, 12 Maria Luisa Checchia. Era questo il primo gruppo storico che nel corso delle annate subì inevitabilmente delle perdite per via degli studi universitari e dei nuovi arrivi. Le biancorosse conquistarono la serie B il 30 aprile del 1988 con la secca vittoria di Giovinazzo (3-0). Festa grande sugli spalti da parte degli oltre 100 tifosi giunti in terra di Puglia con due pullman ed auto private. Per il Maestro Ettore Marcovecchio quella vittoria rappresentò forse la rampa di lancio per una lunga e brillante carriera, fino alla finale delle Olimpiadi di Rio nello staff tecnico della squadra di Beach Volley del duo Lupo-Nicolai. La sua carriera, e quella di Caterina De Marinis, diventata sua moglie, in una simbiosi vita che ha rare uguaglianze. Ettore riuscì a creare questa favola non solo insegnando Volley, ma facendo capire alle ragazze l’importanza dei duri e costanti allenamenti. Senza sosta, spesso, anche nei mesi estivi prima dell’esplosione di questa disciplina sulla spiaggia di Vasto e via via in quelle di tutto il mondo, tra le imprese di Caty e di Cristiana Parenzan, fino alle recenti affermazioni della Delli Quadri e della Scampoli. Atlete che hanno vinto e convinto in maglia azzurra e sulle quali c’è il lavoro della “Terza comoda” Maria Luisa Checchia, un po’ la prosecuzione della coppia perfetta nel volley e nella condivisione delle attività giornaliere. Dopo la vittoria di quel campionato, pian piano le biancorosse persero l’apporto della Budano e della Tortella, arrivarono in ordine sparso Alessia Di Lena (forse il più grande capolavoro sportivo di Ettore), Rita Ciminieri, Cilene Nascimento, Melina Spina, Marina Arrizza, Mariangela Flati, Tiziana D’Alessandro, Francesca Di Giulio, Marina Bonelli e Cris Diaz. Queste ultime due furono determinanti nel secondo posto alle spalle del Civitavecchia, che poi rinunciò alla Serie A/2, spianando la strada del ripescaggio alla Biomedis. Ma stavolta la favola non conobbe un esito felice. La A/2 era troppo, Ettore e Caterina accettarono le offerte del Centro Ester Napoli e andarono a scrivere anche lì indelebili pagine di storia della Pallavvolo napoletana, riuscendo a conquistare addirittura la A/1 partendo dalla serie B. Arrivarono alcune ragazze russe che definirle atlete era un eufemismo. Ultimissimo posto e addio Biomedis, tra tanto rammarico e lacrime ben celate da parte del Presidentissimo Peppino Bosco e degli altri dirigenti, tra cui spiccava la passionale presenza del papà di Cristiana Parenzan, oggi Consigliera di Lega nazionale, Antonio. Anni stupendi, vissuti in prima persona dal sottoscritto anche in tante trasferte. Ed una condanna fissa: Nelle tre trasferte più lunghe da telecronista di Trsp, arrivarono le tre sconfitte più celeri della storia. Puntualmente 3-0 in mezzora a Militello (Ct), Sassari, ad Asciano contro Siena. In Sicilia trovammo ad accoglierci la pioggia all’arrivo presso l’Hotel Eden di Acitrezza. La sera seguente, dopo i 3 schiaffoni in campo, spuntò la nebbia…E per finire a Messina, dodici ore fermi all’imbarco. Da oltre 30 anni non si registrava un mare tanto agitato!

Spero di non aver dimenticato nessuno, o forse sì. Il segretario, Raffaele, Gianni Quagliarella, mamma Parenzan, le silenziose imprecazioni di Bruno Doria…

 
[rev_slider FOTO]
 

Michele Cappa, classe 1971, vastese, è titolare dell’agenzia di comunicazione Cquadro, appassionato di sport e giornalismo sportivo, ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali e regionali, tra cui: TRSP, Radio Agorà,Radio Studio 99, TV2000, Delta 1, Telemax, Vastonline, Il Nuovo Molise e dal 2017 scrive per Vasport.it, sito di informazione sportiva locale ( di cui è anche editore ), dove cura la seguitissima rubrica “Amarcord”

News più lette settimanali