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Calcio

Ciro Monaco: “La mia Pro Vasto tra record, sacrifici e bel gioco. Ricordi bellissimi e ancora vivi”

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Il bomber campano nella stagione ‘97/98, in Promozione tra campionato e Coppa, firmò qualcosa come 40 gol

La Pro Vasto dei tanti vastesi “fatti in casa”, dei giovani del comprensorio cresciuti nel settore giovanile biancorosso senza dimenticare gli esperti. Una rosa capace di scrivere una pagina importante aprendo a quella cavalcata che partì dalla Promozione fino ad arrivare alla Serie D.

Grazie a due promozioni consecutive, due giorni fa nel corso di “Casa Vasport” abbiamo ricordato la prima stagione, quella della Promozione, datata 1997/1998 (leggi). Record su record portati a galla da Dino Bottari, Simone Muratore, Silvino Ottaviano e Giorgio Ventrella, un portiere, un difensore e due centrocampisti.

Per ricordare quell’annata però dopo aver dato spazio nelle settimane scorse a Fabio Nepa (leggi) siamo scesi (metaforicamente, noi continuiamo a restare a casa) in Campania, ad Afragola, per farci raccontar quella stagione dal bomber principe. Ciro Monaco, classe 1976, oggi si diverte ad allenare i baby calciatori e continua a segnare in agguerriti tornei aziendali serali ma ventidue anni fa fu tra i grandi protagonisti di quell’annata. Un solo anno in biancorosso ma la bellezza di 40 gol (e altrettanti assist) divisi tra i 23 del campionato e i 17 in Coppa dove la Pro Vasto in quella stagione inciampò nell’unica sconfitta stagione contro il Lanciano che però giocava in Eccellenza.

Da luglio a maggio, mesi intensi per uno che inizialmente dovette lavorare parecchio per emergere ma con impegno, gol e assist in quella stagione divenne uno dei beniamini della piazza e oggi a oltre vent’anni di distanza il suo nome è ancora scolpito sulla storia del calcio biancorosso.

Ciro Monaco, giovedì pomeriggio in “Casa Vasport” abbiamo ricordato la stagione 1997/1998 con alcuni tuoi ex compagni, sono passati tanti anni? “Grandi amici ancor prima che compagni di squadra. Mi hanno molto piacere rivedere Dino, Silvino e Giorgio, i loro ricordi mi hanno riportato indietro di tanti anni. Con Simone ci sentiamo spesso, l’estate scorsa sono tornato a Vasto e lui è anche venuto qui ad Afragola a trovarmi”.

Estate del 1997, perché la scelta di accettare la chiamata della Pro Vasto? “Scendere di categoria per me non rappresentava assolutamente un problema, avevo giocato a Larino già con Beppe Luongo e mi piaceva l’idea di ritrovarlo anche a Vasto. Una piazza che non aveva bisogno di presentazioni, non vedevo l’ora di iniziare quell’avventura”.

Tanti vastesi in quella squadra tranne nel tridente titolare, come vi hanno accolti? “Quello che stava più lontano da casa ero io visto che Beppe era di Petacciato e Fabio abruzzese. I compagni mi vollero bene sin da subito anche se sentivo che inizialmente ero in parte un corpo estraneo rispetto a chi si conosceva da tanto. Sapevo quindi che inizialmente non potevo sbagliare, sono un umile di natura ma in pochi mi conoscevano e di me potevano pensare tutt’altro. Per questo dovetti spingere forte sin dall’inizio, tantissimo lavoro e impegno per dimostrare chi ero, dentro e fuori dal campo”.

Tra i vostri meriti anche quello di riportare la gente all’Aragona, fu anche quella una bella vittoria? “Ascoltavo i racconti dei miei compagni, prima di quella stagione le cose non erano andate per il verso giusto. Ricordo lo scetticismo iniziale ma dopo le prime vittorie l’Aragona iniziò a riempiersi, tantissima gente ogni domenica, numeri pazzeschi se pensiamo che parlavamo di un campionato di Promozione”.

Quasi uno scioglilingua, Luongo-Monaco-Nepa, intesa perfetta e tridente da urlo? “Vado a memoria ma in quell’anno tra campionato e Coppa segnammo in tre qualcosa come 120 gol. In campionato superammo tutti e tre le venti reti, io tra le due competizioni firmai 40 gol e quasi altrettanti assist. Lo stesso dicasi per Beppe e Fabio, bastava uno sguardo per capirci, eravamo una macchina da gol, un rullo compressore che nessuno riusciva a fermare”.

Al timone di quel gruppo mister Donato Anzivino, come ha fatto ha costruire quella stagione da record? “Allenatore manicale e preparato come pochi, con lui si lavorava tantissimo ma in tutti gli allenamenti ci faceva stare bene. Arrivavamo all’Aragona di giorno ma è capitato di andare via con i fari accesi, restavamo in campo tante ore. Ci aveva trasmesso la voglia di non voler perdere mai, nelle partitelle a calcio-tennis di fine allenamento ci divertivamo tanto ma c’era tanta competizione, nessuno voleva rientrare negli spogliatoi con la sconfitta sul groppone”.

Armonia all’interno del gruppo, tanto sacrificio e cosa aggiungeresti tu? “Quello già detto anche dai miei ex compagni, quella Pro Vasto era bella da vedere. Mister Anzivino non lasciava nulla al caso, era riuscito a creare un’armonia perfetta, tutti i reparti collegati, noi ci divertivamo in campo e lo stesso facevano i tifosi sugli spalti”.

Una stagione con tanti ricordi, uno su tutti? “L’elenco sarebbe bello lungo e non solo pensando ad allenamenti e partite. L’ultima giornata giocata all’Aragona, quella della festa promozione avevamo deciso di scriverci sulla maglia intima ognuno una frase diversa di quelle che tante volte avevamo ripetuto durante la stagione. Il match lo sbloccai io su rigore sotto la D’Avalos, tutti quanti ci togliemmo la maglia per mostrare le nostre frasi e l’arbitro invece di ammonire tutti e undici tirò fuori il giallo solo per il capitano, che quella domenica era Davide Ruscitti. Era diffidato e saltò la partita successiva”.

Zero sconfitte in campionato, miglior attacco e difesa meno perforata, è stato un anno da incorniciare? “Il ricordo è ancora vivo per fortuna, quando si vince certe emozioni non si cancellano, neanche se sono passati più di vent’anni. Mi è capitato più volte di tornare a Vasto ma sarebbe bello rivedersi tutti insieme all’Aragona, anche se è stato un campionato di Promozione quel gruppo ha lasciato un’impronta forte nella storia del calcio vastese con tanti record e sarebbe bello ricordare quella stagione insieme a tutti i tifosi”.

Fotogallery (dall’archivio di Ciro Monaco e Simone Muratore):

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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