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Calcio

Come sarà il Lanciano 20/21 nell’Eccellenza dei leoni?

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Dopo il primo atto formale, che squadra si costituirà per un’Eccellenza che si presenta ostica?

Se il primo passo è stato fatto (iscrizione al campionato di Eccellenza, si badi bene: è solo il primo atto per perferezionare il diritto a giocare nel principale campionato regionale) quello più importante è da compiersi.

Ergo l’allestimento della squadra.

Che Lanciano sarà quello del post Covid e delle frizioni tra piazza e società?

Ma soprattutto, che ruolo reciterà il Lanciano al cospetto del blasone e della rivalità storica con piazze importantissime quali Chieti, L’Aquila, Avezzano e così via?

Semplice comparsa? O qualcosa in più?

Difficile dirlo, difficile prevederlo anche perché indicazioni proprietarie non sono arrivate, ma è possibile ipotizzare un Lanciano giovane e sperimentale.

Insomma, un’architettura di giovanissimi.

L’idea, tutto sommato, sarebbe anche nobile e si potrebbe considerare il campionato alle porte come un torneo interlocutorio e di crescita per i colori rossoneri.

Ma puntare sui giovani significa conoscerli bene. Conoscere a menadito le opportunità di ogni ragazzo, avere porte aperte con i club che potrebbero accettare di buon grado la valorizzazione in campo di qualche elemento.

Un ruolo fondamentale in questo ambito è quello del direttore sportivo, figura che lo scorso anno ha rappresentato una macro carenza in casa Lanciano.

Puntare sui giovani implicherebbe anche la scelta di un mister predisposto a lavorare con chi ha poca esperienza.

Il nome il Lanciano ce l’avrebbe anche in casa (Giuseppe Di Pasquale), ma non sarebbe pensabile affiancare al mister un’ingerenza tattica (e di spogliatoio) come è stato fatto quest’anno dopo che Alessandro Lucarelli ha deciso di interrompere l’avventura frentana in fretta e furia.

Alessio Giancristofaro

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