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Calcio

Di Campli, messaggio per Totti: “Bisogna saper fare il procuratore, non barare”

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La lunga intervista del procuratore frentano sul Foglio Sportivo

Donato Di Campli le suona a tutte.

E non lo fa dalla consolle del Supporter di Fossacesia, ma dalle colonne del Foglio Sportivo di ieri, sabato 25 luglio.

Di Campli, nella lunga intervista, tocca tanti temi: dal rapporto idilliaco con Marco Verratti fino al divorzio professionale, dalle scommesse vinte da quando ha avviato l’attività di procuratore (2008), fino alle future scommesse: “Riparto da Cambiaghi dell’Atalanta, vedrete“.

Nel lungo articolo il procuratore frentano parla anche del sistema che porta all’acquisizione del titolo abilitativo di procuratore con un preciso riferimento ad un big del calcio mondiale: Francesco Totti.

Grande giocatore e icona del calcio mondiale, ma fare il procuratore è un altro sport a cui bisogna saper giocare, non barare. Francesco – ha dichiarato al Foglio Sportivo – non può operare in Italia dove gli agenti per definirsi tali sono costretti a sostenere test e prove durissime, solo perché il presidente del Coni gli concede l’uso della licenza inglese il cui ottenimento non prevede alcun esame di abilitazione. Io che ho studiato per passarlo in Italia, non sarò mai nella sua stessa posizione. Perciò non può permettersì di chiamare Insigne, Tonali e chissà chi altri già in possesso di un agente. Lo scenario attuale tollera pure chi va a sostenere gli esami in Spagna: lì basta pagare 700 euro e in dieci minuti puoi fregiarti del titolo di agente anche da noi. Ma il punto è che nessuno interviene. La Federcalcio munge gli agenti, non riconoscendo però loro alcun peso. Servirebbe una regolamentazione severa”.

Alessio Giancristofaro

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