Il forte difensore di Palombaro, con la compagna Gloria, si gode il piccolo Danilo e spera di tornare in campo con la maglia biancorossa per centrare l’obiettivo
In casa Vastese sono in quattro, tra i giocatori, a festeggiare, da giovani padri il 19 marzo come ‘Festa del Papà’. Da bomber Dos Santos fino all’ultimo Cosimo Palumbo, senza dimenticare Vittorio Esposito e Nicolas Di Filippo. Proprio con il forte ed esperto difensore di Palombaro (oltre 200 presenze tra i professionisti, uno ‘spreco’ per la D) abbiamo deciso di chiacchierare in questi giorni ‘strani’ conditi dall’emergenza Coronavirus che sta mettendo in difficoltà l’Italia e gli italiani. Dalla voglia di tornare in campo continuando gli allenamenti da casa fino ad arrivare alla vita da papà quella che ormai da un anno e mezzo ha stravolto, in positivo, la abitudini sue e della compagna Gloria. Un primogenito maschio, la scelta del nome non casuale, ricaduta su Danilo, in onore a un cugino di Nicolas strappato (due anni e mezzo fa) troppo presto dall’affetto dei propri cari e degli amici: “Mio cugino Danilo sarà sempre nei nostri cuori, non lo dimenticheremo mai”. Un 19 marzo rispetto dagli altri per Nicolas, suo figlio e la sua compagna, un po’ di allenamento per restare in forma qualora si dovesse tornare in campo e poi tante ore da dedicare proprio al piccolo di famiglia, la vera forza della famiglia Di Filippo.
Da calciatore esperto
e padre di famiglia in questi giorni così difficili per l’Italia e gli italiani
quali sensazioni stai provando?“È dura
perché la voglia di tornare alla normalità e tanta, se avessero bloccato tutto
come hanno fatto ora alle prime avvisaglie a questo punto era quasi tutto
risolto ed invece ora ci troviamo in grossa difficoltà. Mi sento
quotidianamente con i miei compagni e ci confrontiamo su come eseguire nel
migliore dei modi il programma di lavoro a casa che ci ha inviato il
preparatore, siamo tutti dell’opinione che prima o poi il campionato riprenderà
e ci sarà da correre per raggiungere i playoff”.
Ormai da tredici
giorni non ti alleni con i compagni, situazione anomala, com’è lavorare a casa
individualmente senza sapere se, in questa stagione, si tornerà in campo? “Mi alleno da solo in giardino e sto
eseguendo con molto impegno il programma giornaliero che ci ha consegnato il
preparatore. Così riesco anche a scaricare un po’ la tensione di questi giorni,
è il mio lavoro, devo fare attività fisica ma chi non sta in questa situazione
deve restare a casa. Queste giornate di sole invitano ad uscire anche solo per
una boccata d’aria ma basta poco per farsi male e questo non è il momento di
andare a riempire pronto soccorsi e ospedali visto che gli operatori sanitari
stanno svolgendo già un lavoro pazzesco in tutti gli ospedali italiani”.
Dai piani alti
continuano a filtrare voci che si farà di tutto per far terminare regolarmente
tutti i campionati ma secondo te, riuscirete a terminare la stagione o quella
della Vastese è finita con la vittoria in casa del Notaresco?“Credo che in un modo o nell’altro i
campionati verranno portati a termine, come è giusto che sia. Spero che
rispettando le regole che ci sono state imposte dal governo, in un paio di mesi
le cose si risolveranno e potremmo tornare in campo anche fino al mese di giugno
visto il rinvio degli europei”.
I tuoi giorni da un
anno e mezzo sono cambiati con l’arrivo del piccolo XXXX, cosa ha portato nella
vita tua e della tua compagna? “La
nascita di Danilo ci ha cambiato completamente la vita, viviamo in base alle
sue esigenze. Il primo anno è stato abbastanza duro perché dormiva poco la
notte ed anche in campo ne risentivo, ora però che le cose si sono abbastanza
stabilizzate, è tutta un’altra cosa. Qualsiasi problema dovessi avere mi basta
tornare a casa e vedere il suo sorriso per dimenticarmi di tutto ed andare avanti
ancora con maggior forza”.
19 marzo festa del
papà, un giorno come un altro o è giusto festeggiarlo?“Prima dell’arrivo di Danilo non capivo, ora mi rendo conto di tutti i
sacrifici che fa un genitore per crescere un figlio. Ecco perché è giustissimo
festeggiare, tutti i papà lo meritano. Lo faremo questa sera come ci ha
consigliato l’asilo “Il Girotondo” di Vasto che frequenta il nostro piccolo,
facendo una pizza tutti insieme insieme…speriamo ci esca qualcosa di
commestibile”.
Quali credi possano
essere i migliori insegnamenti per definirsi un buon padre? “Sono un padre giovane alle prime armi, non
mi sento di dare consigli su come crescere un figlio anche perché più passiamo
gli anni e più si fa dura da come mi dicono. Cerco di dargli più amore
possibile perché noi genitori siamo i pilastri che li sorreggeranno per tutta
la vita”.
Un primogenito maschio, speri possa raccogliere gioie da calciatore o meglio seguire altre strade? “In un’intervista dello scorso anno, quando a settembre ero ancora senza squadra nonostante le 200 presenze tra i professionisti, dissi che non ero sicuro di consigliare la strada del calcio ma la vedo molto dura visto che da sempre, in famiglia, si vive per questo sport. Oggi è ancora presto per capire quale direzione prenderà ma avrà sempre il nostro sostegno, l’importante, nella vita di tutti i giorni e nello sport, è mettere sempre il massimo impegno e la giusta professionalità in tutto quello che si fa”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it