Il numero uno del
basket regionale già nei giorni scorsi, a malincuore, aveva annunciato l’annullamento
del Torneo delle Regioni che si sarebbe dovuto tenere a Roseto ad aprile
Tutto fermo, basket compreso. Sport in sospeso a tutti i livelli in attesa delle decisioni future che verranno prese, dai piani alti fino alle categorie dilettantistiche. Nel mondo della palla a spicchi però alcune realtà hanno deciso di muoversi in autonomia annunciando la fine anticipata della stagione spiegando le loro motivazioni.
Scelta che ha già aperto più di un dibattito ma nelle ore scorse è tornato a farsi sentire, attraverso un messaggio apparso sui social, Francesco Di Girolamo, presidente della Fip Abruzzo. “Dal 4 marzo abbiamo sospeso l’attività ufficiale. Rispetto alla situazione veramente complicata che stiamo vivendo è sicuramente un granello nella sabbia. I severi, quanto giusti, decreti statali e i provvedimenti delle massime autorità sportive hanno decretato il blocco totale dello sport. Siamo attualmente fermi e senza conoscere gli sviluppi della situazione. Intanto tutti i pagamenti in capo alle società non sono dovuti”.
Uno stop forzato che ormai da tre weekend ha le emozioni delle partite vere senza dimenticare quanto manca alle società la vita di tutti i giorni con gli allenamenti: “Manca la solita atmosfera. Tutto quello che coinvolge uno sportivo. Il campo, l’allenamento, la gara e anche il risultato”. Nelle prime due settimane d’aprile Roseto degli Abruzzi sarebbe dovuta essere la ‘capitale’ del basket giovanile italiano ma il Torneo delle Regioni, come già annunciato, non si disputerà: “A distanza di un mese avremmo dovuto ospitare l‘evento di maggior prestigio del basket per i giovanissimi italiani. Ora impossibile. Alla notizia, ho ricevuto un messaggio di uno di questi atleti che mi chiedeva di rimandare e non di annullare l’evento. Volevo rispondere con una lacrima ma ho preferito un cuore, pieno di speranza”.
Dalla lettera del giovane cestista si guarda al futuro con la speranza che anche il basket, quanto prima, possa tornare alla normalità: “Lui vuole esserci, dopo un anno di sacrifici. Lui è uno sportivo. Lo sportivo non si arrende. Si allena, gareggia, prova a vincere ma non si arrende. Resiste perché è nella sua natura di sportivo. Altrimenti non potrebbe chiamarsi così. Noi non abbandoniamo. Non ci arrendiamo. Speriamo, appena possibile, di ripartire. Ovviamente in assoluta sicurezza. Ci saremo tutti per ritornare a sorridere e divertirci insieme. Questo è sport. La salute ci assista. Un pensiero positivo a tutti”.
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