Il baby centrocampista della Vastese, dopo la Coppa, ha trovato spazio anche nella prima di campionato. Tra i più giovani esordienti il primato è ancora di Italo Ferri
Nicolò Cavuoti: il momento dell’esorio in D
Minuto 85, Vastese e Chieti sono sul 2 a 2, mister Amelia vuole vincerla e dopo aver buttato nella mischia Alonzi e Stivaletta si gioca la carta Nicolò Cavuoti. Il risultato non cambierà, un punto a testa nel derby ma quel momento resterà ben impresso, per sempre, nella storia del calcio vastese.
Il centrocampista vastese, classe 2003, è entrato a far parte di quella ristretta cerchia di giovanissimi sedicenni esordienti con la maglia biancorossa, non troverà spazio sul podio ma il suo nome (la speranza è che negli anni futuri continui ad esserlo anche e soprattutto per le sue giocate in campo) in quella speciale classifica è comunque scritto in alto. Sperando di non aver scordato qualcuno (se così fosse ci scusiamo in anticipo), prima di lui ne troviamo solo tre: davanti a tutti c’è il vastese Italo Ferri (oggi ristoratore di successo) che, da attaccante, esordì nel marzo del 1978 in Serie C a 16 anni e qualche giorno dopo aver compiuto il compleanno. Alle sue spalle c’è Giuseppe Naccarella, altro vastese doc, al momento allenatore in cerca di una nuova avventura (dopo le felici esperienze con Acqua&Sapone e le giovanili dell’Ascoli) e lanciato in campo a 16 anni e due settimane in Interregionale nel girone di ritorno, a febbraio, stagione 1988-1989. Il podio dei giovani esordienti è completato dallo scernese Giuseppe Monachetti, oggi stimato fisioterapista, anche lui buttato nella mischia in C nella stagione 1977-1978 (la stessa dell’esordio di Ferri) nell’ottobre del 1977 a 16 e un mese.
Anni lontani in cui non esistevano regolamenti bislacchi che imponevano l’utilizzo dei giovani, chi era bravo veniva lanciato dagli allenatori senza troppi tentennamenti. Oggi devono giocare almeno 4 under dal primo minuto ma Nicolò Cavuoti rappresenta una piacevole eccezione visto che quelli della sua età, nati nel 2003, fanno parte della categoria Allievi. Lui in estate, sin dal primo giorno di ritiro, ha colpito l’allenatore Marco Amelia che ha deciso di tenerselo stretto al suo fianco senza farlo passare per la juniores e tenendolo in grande considerazione.
Cavuoti in attesa dell’esordio
Ha impressionato nelle amichevoli, è piaciuto tantissimo nell’esordio contro il Chieti in Coppa e anche domenica, nei suoi primi dieci minuti assoluti nel campionato di Serie D, ha fatto capire ancora una volta che con il pallone tra i piedi ci sa fare parecchio. A 16 anni e 5 mesi (è nato il 4 aprile) si è preso il quarto posto nella classifica dei più giovani esordienti in maglia biancorossa, il prossimo obiettivo, magari, sarà quello di conquistare una maglia da titolare per continuare la sua repentina crescita e volare nei piani alti del calcio italiano.
Nicolò Cavuoti, dopo
la prima in Coppa domenica hai centrato già alla prima giornata l’esordio anche
in campionato, che sensazioni hai provato? “Rispetto alla Coppa non nascondo che ho provato sensazioni diverse
domenica, in campionato si fa più sul serio, quando mister Amelia mi ha
chiamato ero teso ma una volta messo piede in campo tutto è svanito”.
C’era chi ti voleva
ancora con gli Allievi, saresti stato ‘sotto età’ con la Juniores ma sei riuscito
ad importi in pianta stabile con i ‘grandi’ in prima squadra, un paio di mesi
fa ti saresti mai aspettato un balzo così repentino? “In realtà non ci ho mai pensato all’inizio della preparazione e
neanche nelle settimane successive, il calcio è la mia vita, da sempre non
penso ad altro se non a dare il massimo e migliorarmi giorno dopo giorno quando
sono in campo, tanto in allenamento quanto in partita”.
Sei un giovanissimo
sedicenne che si allena ogni giorno con compagni di squadra esperti, in questo
primo mese e mezzo di lavoro chi sono quelli che più ti aiutano? “Ho la fortuna di far parte di un gruppo
affiatato, si respira l’aria giusta e questo aiuta a lavorare meglio ogni
giorno. Sto bene con tutti i miei compagni ma con Dos Santos, Stivaletta e
Francesco Esposito c’è un feeling particolare, mi danno sempre preziosi
consigli”.
Cavuoti: retto il confronto con il ‘Pollo’ Olivera
L’impressione è che se non fosse passato per Vasto Marco Amelia il tuo cammino in questa stagione sarebbe stato differente, cosa ti sta dando il tecnico romano? “Crede in me sin dal primo giorno di ritiro e finora mi ha sempre dato spazio, a lui va un grande grazie”.
Oggi Amelia rappresenta un punto di svolta nella tua giovane carriera ma ripensando agli anni passati c’è qualcuno a cui sei particolarmente legato? “Donato Anzivino, un grande allenatore, mi ha dato tanto e i suoi insegnamenti li porterò sempre con me, una figura fondamentale per la mia crescita”.
Non è un mistero, il tuo nome è già finito sui taccuini di club ambiziosi, tra qualche anno dove ti vedi? “Mi godo questo splendido presente sapendo che sono solo all’inizio di un cammino difficile, voglio migliorarmi ulteriormente in questa stagione con la maglia della mia città e togliermi altre belle soddisfazioni, poi, come per tutti i giovani calciatori il sogno è uno: arrivare il più in alto possibile, in Serie A”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it