Connect with us

Pallanuoto

Estiarte: “Non avevo mai sentito Pescara, poi non la lasciai più”

Published

on

Il più grande di tutti i tempi e il suo legame con la città adriatica

Anche adesso che ha lasciato la pallanuoto per il calcio, il più grande di sempre ha sempre Pescara nel cuore. Torna in riva all’Adriatico spesso, spessissimo – lo ha fatto anche durante queste festività natalizie e lo fa ogni estate – perchè Pescara è parte fondamentale della sua vita e dei suoi affetti. Stiamo parlando di Manuel Estiarte, il più forte giocatore di pallanuoto di tutti i tempi. Lo chiamavano “Il Maradona o il Jordan della pallanuoto”, ha incantato intere generazioni di sportivi ed è acora vicinissimo al club che lo ha consacrato nel Gotha mondiale della disciplina, anche adesso che è dirigente del Mancheste City del suo fraterno amico Pep Guardiola (che aveva seguito anche al Barcellona e al Bayern Monaco).

Non so se fu amore a prima vista, anzi, credo di no“, racconta oggi Estiarte. “Ricordo nel 1984, era Agosto. Un certo Gabriele Pomilio, mi aveva contattato per offrirmi la possibilità di giocare a Pescara: “Dove? Mai sentito… “, per telefono mi parlava di una città, del mare, della gente…delle Naiadi…Cosa? E io: ”Non so Pomilio, giocate in A2, ho altre offerte”. Lui: “Vieni un giorno, solo un giorno”, mi disse. Ci sono rimasto una vita, e che vita! Quel giorno presi, forse, la più importante decisione di sempre…Il Presidente, Gianni Santomo mi convinse, e mi disse che in nessun altro posto sarei stato meglio, mi chiese di fidarmi…”

Iniziò così una delle più grandi avventure sportive di sempre. “In ogni nuova vita hai bisogno di trovare subito punti di riferimento, nuovi amici, posti che ti fanno sentire a tuo agio, tutto questo ti fa combattere la nostalgia, ti aiuta a crescere e a sorridere. Trovai subito dei compagni di squadra formidabili, poi diventati amici, veri amici ancora oggi. Molta gente mi voleva bene, mi proteggeva, mi aiutava. E subito trovai una seconda casa per me, un posto al sicuro, una certezza: le Naiadi, che già all’epoca mi sembravano maestose ma tristi, belle ma trascurate. Imparai a viverle, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Quel posto dove ci sono ancora lacrime di allegria con gli abbracci dei compagni e le urla dei nostri tifosi, quel posto che mi ha visto affranto e dolorante dopo dure sconfitte, quel posto che ha fatto di me un uomo migliore. Le Naiadi, dove i bambini imparano, migliorano, crescono, proprio lì, dove i genitori aspettano, condividendo i sogni dei propri figli. Tutti quei genitori pazienti alle volte per le carenze del impianto, quei genitori che giorno dopo giorno aspettano l’uscita dei propri figli con il sorriso pieno di amorea. Io sono uno dei tanti, uno in più che ha avuto il privilegio di sentirsi a casa propria dentro le sue mura, uno in più che sarà legato a vita a queste piscine e come dicevo all’inizio, forse, non è stato amore a prima vista, ma è stato un Amore vero, come gli amori creati con il tempo, con le sofferenze e l’allegri, un amore non negoziabile”

News più lette settimanali