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Calcio

Il 2020? Poco rosso e molto nero per il Lanciano

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Riflessioni di San Silvestro per il club frentano e per i tifosi rossoneri

Duemilaventi da dimenticare.

In generale.

Per il calcio rossonero, in particolare.

Doveva essere l’anno dei festeggiamenti del centenario.

È stato l’anno delle sceneggiate e della chiarezza zero.

Che Lanciano sia passato in poco meno di 365 giorni da punto di riferimento nel panorama dilettantistico abruzzese a piazza instabile del modo calcistico regionale, tanto da creare anche problematiche di natura politica, è un’oggettiva certezza (purtroppo).

Nell’anno del Covid, in salsa rossonera, ci sono diverse cose da sottolineare con la matita blu.

Quelle, in altri termini, che tutti i lancianesi (e gli sportivi in generale) avrebbero fatto a meno di vivere e di ricordare.

Dalle illusioni della D con una domanda di ripescaggio mai fatta e spesso annunciata, all’iscrizione al campionato di Eccellenza effettuata al fotofinish con tanto “di sfida” alla piazza.

Dalla sceneggiatura firmata Francesco Di Gennaro con la regia occulta solo per chi non voleva vedere di Fabio De Vincentiis utile a tracciare il percorso più facile per mollare la guida del club.

Ma anche alla spaccatura della piazza, già in fibrillazione da diversi anni, con coloro che hanno cercato di difendere la vecchia proprietà e coloro che hanno cercato altri pretesti per puntare l’indice contro chi aveva portato avanti la baracca, producendo tra l’altro una ricchissima letteratura di commenti soprattutto su Facebook.

Tutto legittimo, assolutamente legittimo, anche questa è storia rossonera. E, purtroppo, anche questa è stata una mazzata divisiva per una tifoseria che deve solo remare nella stessa direzione mettendo da parte vecchie e recenti frizioni.

Ma come se non bastasse, nel 2020 frentano, c’è molto di piu.

Venghino, signori venghino.

Qualche ulteriore esempio?

Gli allenatori annunciati e ingannati (leggasi Giuseppe Naccarella), lo show delle trattative per la cessione societaria, il “Biondi” spogliato e trasformato in campo di patate (come del resto Treglio).

Ma anche i silenzi da parte di chi avrebbe dovuto certamente parlare nel secondo momento più basso della storia rossonera dalla mancata iscrizione in Lega Pro dopo la serie cadetta.

La finiamo qui per motivi di spazio, ma ci sarebbe tanto altro ancora.

È però tempo di salutare il 2020.

Un 2020 che, piaccia o non piaccia, è stato un brutto anno per il Lanciano. E per i tifosi lancianesi.

Sperare nel 2021?

La speranza non costa nulla.

Ma l’impressione è che con l’anno che sta per arrivare sia necessaria un’inversione di marcia così netta e decisa per non rivivere un 2020 bis.

Alessio Giancristofaro

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