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Calcio

Il novizio contro il decano: Salernitana-Pescara è (anche) Zauri vs Ventura

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Il tecnico biancazzurro, al debutto in B, sfida l’ex c.t.

 
Una “classica” per la gara di cartello del primo turno di B: Salernitana-Pescara offre mille motivi di interesse. La sfida dell’Arechi sarà importante per valutare il punto al quale sono giunti granata e biancazzurri nel loro percorso di crescita, ma contiene al suo interno una sfida molto, molto particolare. Quale? Quella tra i due tecnici, Luciano Zauri e Gian Piero Ventura.
Il primo, al debutto in B come allenatore di una prima squadra, infatti affronta uno dei decani italiane delle panchine, quel Gian Piero Ventura che riparte proprio da Salerno e dalla serie cadetta, dopo essere tornato in panchina – ma per poche giornate – nella scorsa stagione con il Chievo dopo l’infausta esperienza da c.t. della Nazionale, con annesso mancato ingresso alla fase finale del Mondiale. Una débâcle che non si verificava dal 1958. E se il giovane Zauri è animato dalla speranza di ripercorrere in biancazzurro le orme di Oddo, di cui fu collaboratore nella cavalcata del Delfino verso la A nel 2016, l’esperto Ventura cerca la sua grande rivincita.
 
Mister Ventura è un maestro, le sue squadre sono facilmente riconoscibili e giocano un calcio propositivo. Sa dare sin da subito l’impronta e la sua mano già si vede nella Salernitana. Per me è un piacere ed un onore affrontare un grande tecnico come lui alla mia prima”, le parole di Zauri alla vigilia del match. “La sua carriera parla per lui”.
 
Per sfidare l’ex Commissario Tecnico degli Azzurri, aspettando novità dal mercato (“La priorità è almeno un esterno alto, Matos è uno dei nomi che stiamo valutando perchè ha caratteristiche idonee, ma stiamo vedendo di completare la squadra anche in altri ruoli”, dixit), proprorrà la formazione presunta tipo con la sola eccezione di Campagnaro per lo squalificato Scognamiglio. Il baby Ventola insidia Memushaj per una casacca da titolare, ma alla fine dovrebbe spuntarla l’esperto albanese, anche se non è al meglio.
 
 
Il tecnico granata è uomo navigato per farsi prendere dalle emozioni e bada solo alle questioni di campo. La differenza tra guidare un club cadetto e la Nazionaleè ovviamente abissale… “L‘approccio è stato uguale ma con più entusiasmo. Sei a contatto con giovani, sei costretto a pensare. Ho trasferito il mio entusiasmo ma ho ricevuto il loro. È stato un tuffo nel passato che mi ha riportato la voglia di fare questo mestiere. Ho la fortuna di aver fatto 34 anni di calcio senza mai stare fermo. Il giorno in cui avrò il calo dello 0,1 di adrenalina io smetterò. Vorrei già giocare. Un giocatore sente se tu sei, se tu hai. Nel momento in cui non ne avrò più, smetterò”, le parole in conferenza stampa.
 
Per la sfida al Pescara deve fare a meno degli infortunati Billong e Lombardi e lancerà dal 1′ Cicerelli. “Sono contentissimo di quello che è stato fatto fin qui, ma non siamo neanche al 50 % delle nostre possibilità”, dice sullo stato generale del suo team. “È quasi ovvio, è una squadra nuova, ringiovanita tantissimo, con un cambio totale del modo di stare in campo. Sono soddisfatto per questo, non perché hanno raggiunto il top ma sanno che sono sulla strada giusta. Previsti poco più di 6mila spettatori rispetto ai 13mila dell’anno scorso al debutto: “Dopo un’annata come quella dello scorso anno nella quale c’erano delle aspettative venute meno, è normale che nasce la delusione. I proclami non pagano. La gente verrà nel momento in cui farai calcio, farai qualche risultato. Attraverso il calcio e i risultati la gente ritornerà. Non è che la gente viene a prescindere. Mai come in questo momento sappiamo che dobbiamo essere noi a trascinare il pubblico. Sono le regole del calcio”, chiude.

 

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