Giancarlo Micolucci è la quintessenza del club frentano. Con la passione per la bici
Pedalare.
E lui pedala alla grande.
Non solo nel senso figurato del termine.
Ma anche sulla bici da corsa.
Giancarlo Micolucci pedala per passione.
Stacanovista anche professionalmente, da imprenditore qual è.
Lui è una delle anime della rinascita rossonera dopo il salto nel vuoto del nulla calcistico.
Un “innamorato pazzo” dei colori rossoneri.
C’è qualcosa da fare a qualunque ora?
No problem, l’attuale direttore generale del Lanciano è sempre a disposizione dei colori frentani, ma anche della sua Lanciano.
Papà, imprenditore, nonno, marito, ciclista, tifoso viscerale di un amore che è scritto nel proprio DNA, il Lanciano, per l’appunto.
“Col Lanciano i momenti più belli – racconta Giancarlo – dai ricordi bellissimi ed indelebili della serie B fino alla gioia e alla soddisfazione di aver contribuito a far rinascere questi colori”.
Giancarlo è l’ombra onnipresente sul club del patron Fabio De Vincentiis.
Stratega dell’organizzazione del club, Giancarlo di aneddoti da raccontare ne avrebbe tanti.
Ma in questi primi cent’anni di storia frentana, il nome di Giancarlo Micolucci sarà per sempre legata a quella della rinascita del club dopo lo scivolone nel burrone del nulla.
Dalla B al nulla.
Ma la storia dà sempre un’altra opportunità.
Lui, Giancarlo, da presidente dell’Associazione Rossonera, quell’altra opportunità per il calcio frentana l’ha inseguita e l’ha concretizzata.
Dando il la a quello che il Lanciano è oggi.
“Partivamo nemmeno da zero ma da sotto zero – ammette l’attuale diggì del Lanciano – ma dovevamo ripartire, da dove non importava, l’importante era aiutare questa storia gloriosa a continuare a portare in alto i colori della nostra Lanciano”.
C’è tanta “pazzia” in un amore viscerale come quello che Giancarlo nutre per il Lanciano 1920.
Una “pazzia” che non deve essere necessariamente spiegata.
Sarebbe impossibile spiegare una cosa inspiegabile.
Chiedere a Giancarlo Micolucci.
Ve lo assicurerà appassionandovi con i suoi racconti rossoneri.
Alessio Giancristofaro