Connect with us

Calcio

Loris Carbonelli: “Imparare, insegnare, capire, sapere”

Published

on

Loris Carbonelli, intervista ad uno degli uomini di calcio più interessanti del nostro territorio

Mister, Carpi Accademy, un’esperienza formativa di livello. “Si, ho avuto la fortuna di farne parte frequentando i loro corsi. Attraverso un certo numero di punteggi sono diventato formatore, quest’anno formatore nazionale. “

Cosa ti è rimasto maggiormente impresso?”Il mondo è cambiato, il calcio non fa differenza, quindi occorre progettazione affinché i ragazzi possano tirar fuori il loro meglio.”

In che cosa i ragazzi sono cambiati? “Prima avevamo la strada, insegnante di vita, mentre adesso molti ragazzi hanno difficoltà motorie perchè rimangono troppo tempo a casa. In strada si sviluppano capacità motorie e coordinative in piena libertà, mentre adesso le ore dedicate, nelle scuole calcio, sono appena due-tre alla settimana e non bastano per la crescita del ragazzo. Mancano le basi, i prerequisiti per la realizzazione di un buon gesto tecnico. Bisognerebbe dedicare maggior tempo ai ragazzi. Se non si è al passo con i tempi i ragazzi non crescono. “

Cupello che situazione vive?”Da qualche anno, con l’affiliazione con il Carpi accademy, a Cupello stiamo cercando la strada giusta. Abbiamo avuto l’onore di ospitare Pasquali, De Paoli, Baldini: incontri formativi per arricchire il bagaglio dei tecnici delle giovanili. La formazione al centro di tutto. “

Allenando gli Allievi a Cupello, che situazione hai trovato?”Quest’esperienza mi ha fatto capire quanto i ragazzi, per affrontare le dinamiche, le problematiche del gioco, abbiano inizialmente avuto delle difficoltà. Sotto il punto di vista della formazione, adesso, posso dire che possiamo giocarcela con qualunque avversario. “

Qual è la tua filosofia di gioco?”Innanzitutto la consapevolezza che il gioco appartenga ai ragazzi, capire come aiutarli e far conoscere i principi adatti, quindi non mi sostituisco  a nessuno. Un gioco propositivo, finalizzato al gol perchè il principio è essere curiosi di scoprire cosa ci sia oltre la zona cieca, tra la linea difensiva e la porta avversaria. La curiosità deve spingerli a cercare quali siano i principi del gioco. Bisogna far capire al ragazzo quando, come e perchè debba muoversi in un certo modo. Questi sono i principi. “

Quale deve essere il rapporto del mister con i suoi ragazzi?”Non deve essere eccessivamente confidenziale nè troppo scolastico, da insegnante, sicuramente di supporto, soprattutto psicologico, alla crescita del ragazzo. Bisogna far capire loro di non essere i soli protagonisti, ma di far parte di un gruppo. Secondo me bisogna far capire loro quale sia la posizione, la mansione adatta. Le mie scelte sono oggettive, per esempio un ragazzo con poco minutaggio deve rispondere con comportamenti adatti a far cambiare idea al mister, sfruttare ogni occasione perchè il calcio concede occasioni, il campo darà le soluzioni che ognuno di noi cerca. Bisogna scavare dentro noi stessi e reagire. La resilienza, la capacità di saper reagire ad una situazione difficile sono fondamentali. Il più grande maestro è il calcio, è lui che insegna. “

Cos’ ha un ragazzo, oggi, più di quelli di ieri?”I mezzi, le informazioni, l’istruzione, ma noi avevamo la libertà: i media, i genitori ossessivi, un certo tipo di allenatori, vogliono ingabbiare il ragazzo, invece il calcio è tecnica, fantasia, istinto. “

Perchè molti esterni non dribblano?”Questo è uno dei risultati del disastro italiano a livello di formazione giovanile, frutto della concezione del risultato a tutti i costi: se vinci sempre, ma non educhi, siamo in un vicolo cieco. Vincere deve essere una conseguenza di una formazione, di contenuti tecnici. A livello professionistico conta vincere, ma conta, come detto, il modo. “

Guardiola ha riaperto gli occhi al mondo del calcio?”Si perchè vince basandosi su precisi principi. In Italia mi piacciono molto Di Francesco, un grande tecnico, Giampaolo, De Zerbi, Oddo. Noi italiani stiamo migliorando, mettendoci in gioco dopo la mancata qualificazione in Russia. Molti tecnici stanno aggiornandosi.”

In questo momento storico, giocatori come Zaniolo e Chiesa sono mosche bianche?  “Non credo, bisogna lasciarli emergere. Chi sa di avere talenti in organico deve farli emergere. Ancelotti disse di aver lasciato libero Zidane di modificare i suoi pensieri tattici con le sue giocate. Un altro a piacermi è Ancelotti. Ognuno di noi intraprende un percorso, fatto di lavoro e studio, che porti ad un miglioramento, quindi la formazione e l’esperienza sono fondamentali. Ultimamente seguo Giampaolo, è riuscito a codificare, in un unico pensiero, la manovra dei suoi ragazzi. Un giocatore della Samp sa già cosa fare con o senza palla.”

L’utilizzo di un difensore come importante giocatore di manovra, non è una sorta di ritorno al passato, al libero?”Si, tutto sta ad applicarlo. Un ragazzino di otto anni può sbagliare, ma dopo aver riprovato quel gesto tecnico diverse volte, difficilmente sbaglierà. Bisogna trovare un metodo formativo. Il talento più grande sta nella capacità d’apprendimento. Un giocatore deve saper saper leggere e risolvere una situazione, in maniera individuale e collettiva.”

Cosa diresti ai tuoi ragazzi al termine di una partita vinta, ma giocata male?”Mi chiedo sempre quali siano stati i miglioramenti, non mi lascio condizionare dal risultato. Mi auguro di essere ricordato da loro come un allenatore utile alla loro crescita. E’ sbagliato giudicare uno sportivo in base esclusivamente alle vittorie, chi perde non è un fallito come molti vorrebbero farci credere. La vittoria non deve tralasciare la formazione del ragazzo. Per me è una fortuna allenare.”

“Imparare, insegnare, capire, sapere.”

Grazie mister.

Luigi Della Penna

News più lette settimanali