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Volley

Luisanna Sambrotta: “L’8 marzo è una data da non dimenticare. Con Gissi ci salviamo”

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La venticinquenne pallavolista gissana con precedenti in casa San Gabriele ora con la Sportland Gissi ricopre il doppio ruolo di giocatrice e allenatrice

Vale sempre la pena provarci. Crederci fino in fondo, Luisanna Sambrotta con la pallavolo vive un rapporto intenso iniziato all’età di otto anni, uno sport che l’ha poi aiutata anche nella vita di tutti i giorni tra lavoro e allenamenti. Si, perché se in campo insieme alle altre compagne sta facendo di tutto per centrare la salvezza con la squadra del suo paese, lo Sportland Gissi, nel corso della carriera ha avuto maestre e maestri che le hanno insegnato che senza impegno e sacrificio non si va da nessuna parte. Ne ha fatto tesoro e oggi continua sempre a dare il massimo e prova ad inculcare questi valori anche alle giovani (donne e uomini) leve della pallavolo che allena.

8 marzo: un giorno come tanti o merita un’importanza rilevante? “Una data importante se ne si conosce a fondo la storia e come occasione in seguito per prendere consapevolezza dei temi che toccano e affliggono le donne nelle società odierne. In particolar modo se si è di una nuova generazione che ha la possibilità prendendo conoscenza delle problematiche di cambiare qualcosa negli anni a venire”.

La pallavolo ti accompagna ormai da tantissimi anni, quando eri piccola cosa ti ha spinto ad innamorarti di questo sport? “Più che cosa, direi chi mi ha spinto, mio padre. Sin da piccola mi portava a vedere le partite di pallavolo della squadra di Gissi della quale era dirigente. Fu amore a prima vista, all’età di otto anni quando a Gissi iniziò il corso di pallavolo mi iscrissi subito senza pensarci due volte”.

Oggi giochi nella tua Gissi ma ripensando agli anni della San Gabriele dove nel giovanili hai ricoperto anche il ruolo di capitano quali ricordi positivi porti dentro dell’esperienza vastese? “Anni indimenticabili e ricordi indelebili. Ringrazierò per sempre i coach Maria Luisa, Ettore e Caterina, quel periodo mi ha formata tecnicamente e caratterialmente, ho imparato che impegno e sacrificio ripagano. Porto nel cuore i ricordi delle finali nazionali Under 14 e Under 16 e come se fosse ieri l’inaspettata promozione in B2”.

Nello sport se vissuto con passione le categorie non sono un problema, cosa si prova a giocare con la maglia del proprio paese? “Croce e delizia perché senti il peso della responsabilità ma c’è molta più passione. Io sono felice ed orgogliosa di indossarla, spero lo sia anche il nostro pubblico”.

Con Gissi riuscirete a centrare l’obiettivo prefisso a inizio stagione? “È quello per cui stiamo lottando con tutte le nostre forze. Da inizio stagione ci sono piovute addosso situazioni che hanno condizionato negativamente l’andamento del campionato ma noi non ci arrendiamo e lotteremo fino alla fine per conquistare la salvezza”.

Quanto è importante in uno sport di squadra come questo il “tutti per uno, uno per tutti”? “È la formula fondamentale per tutti gli sport di squadra, pallavolo compresa. Non parlo solo di prestazioni sportive ma guardo anche al modo di fare gruppo. Qui a Gissi il nostro affiatamento non lo coltiviamo solo in campo ma siamo parecchio unite anche fuori dal rettangolo di gioco”.

Hai degli idoli nel mondo del volley? “Forse un po’ scontato, Ivan Zaytsev, penso sia un grande giocatore del volley di oggi”.

Se pensi alla pallavolo maschile pensi che ci siano ancore troppe differenze con il vostro mondo o siete vicini? “La pallavolo viene erroneamente considerata uno sport più femminile, mentre lo sport più praticato e pubblicizzato tra gli uomini è il calcio. Penso ci siano ancora delle differenze, ma ho piacevolmente notato che con il Mondiale della pallavolo maschile del 2018 ci sono stati dei cambiamenti: il supporto vivo che c’è stato per la nostra Nazionale durante quest’evento non lo ricordo negli altri anni! Siamo sulla buona strada”.

Giocatrice in prima squadra ma alleni i giovani pallavoliste e pallavolisti, è un ruolo che ti gratifica? “Lo ritengo un lavoro molto impegnativo e di grande responsabilità: sei un vero e proprio educatore. Quando si hanno dei risultati, si percepiscono i miglioramenti e raggiungono gli obiettivi, risulta molto gratificante. Senza il coach Gianni non credo mi sarei mai messa in gioco, gli devo molto”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it           

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