La Bacigalupo il 12
maggio dello scorso anno ha brindato al salto di categoria senza passare per i
playoff. I ricordi del giovane laterale vastese
Non solo festa salvezza per la Vastese ma il 12 maggio del 2019 è stata una data importante anche per la Bacigalupo Vasto Marina. Una domenica al cardiopalma e vissuta senza però essere protagonisti in campo ma in trepidante attesa di risultati amici provenienti dalla D. Servivano le vittorie salvezza di Vastese e Avezzano per spingere i vastesi verso il salto in Eccellenza senza dover passare per la finalissima playoff.
Biancorossi e marsicani vinsero i rispettivi match playout e iniziò la festa promozione anche per gli uomini di mister Roberto Cesario, capace di costruire un giocattolo fantastico affidandosi a un gruppo composto quasi nella sua totalità da vastesi. Come già detto, una domenica da spettatori interessati ma con alle spalle un cammino pazzesco riuscendo a tenere testa per tanti mesi alla corazzata Lanciano ma quel secondo posto ha avuto un sapore dolcissimo. Serie incredibile di successi, il titolo del bomber vinto da Michele Cesario, i pochi gol subiti dalla difesa, la conferma di alcuni senior sprecati per la categoria, elementi bravi a rilanciarsi e tanti under messi splendidamente in vetrina. Come Luca Marinelli, vastese doc classe 2000, laterale utilizzabile sulla linea difensiva, in quella d’attacco e all’occorrenza capace anche di dire la sua nel cuore del gioco.
Con i vastesi già nell’anno della Prima Categoria è andato via via migliorando diventando un perno inamovibile, fare a meno di lui era praticamente impossibile. Insieme a lui abbiamo ripercorso l’ultimo anno, dalla domenica che ha fatto rima con promozione in Eccellenza ai mesi prima dello stop a causa del Coronavirus. Anche nel massimo campionato regionale si stava ritagliando uno spazio importante, poi un infortunio al menisco lo ha tenuto fuori per due mesi limitando le prestazioni anche quando è tornato in campo. Su di lui aveva messo gli occhi anche la Vastese, in questi mesi di digiuno dal calcio giocato ha recuperato al meglio, l’infortunio è un ricordo e non vede l’ora di tornare in campo per continuare a crescere, divertirsi e vincere.
Luca Marinelli, un
anno fa con la salvezza di Vastese e Avezzano brindavate al salto in Eccellenza
senza giocare i playoff, bello lo stesso visto che eravate stati protagonisti
di una grande cavalcata? “Una favola
bellissima con il giusto epilogo. Avevamo davanti una corazzata come il
Lanciano ma quel secondo posto senza playoff ha avuto un sapore dolcissimo al
termine di una stagione dove si è lavorato ogni giorno per arrivare a quello
splendido traguardo”.
Cosa ricordi della
domenica che vi ha regalato la promozione? “Noi dovevamo fare il tifo per Avezzano e Vastese, ero in tribuna
all’Aragona con il mio compagno Letto e al triplice fischio le due
contemporanee vittorie hanno spalancato le porte dell’Eccellenza. Un’emozione
indescrivibile, l’abbraccio con Giuseppe e poi la festa con compagni e la mia
famiglia. In quel giorno ho pensato tanto a mio fratello Andrea, in quella
vittoria c’era anche lui, sento che continua sempre ad essere al mio fianco e
mi da ancora grande forza”.
Se ci pensi a un anno
di distanza qual è stato il segreto di quel gruppo per costruire una stagione
così importante? “La compattezza
dentro e fuori dal campo. Un gruppo che non si è mai disunito cementificandosi
sempre di più dopo ogni vittoria. Durante il riscaldamento prima dei match
giocavamo ad offenderci tra noi, può sembrare una sciocchezza ma anche quelle
piccolezze hanno fatto la differenza”.
Tanti giovani ma
guidati da un paio di esperti importanti, cosa ti hanno insegnato? “La fortuna di avere in rosa gente come
Marconato, Benedetti e Cesario ha fatto la differenza. Non solo per le doti
calcistiche ma soprattutto umane, presenze fondamentali, a me e gli altri
giovani compagni ci hanno fatto capire con piccoli ma importanti gesti come si
vive realmente uno spogliatoio”.
Il Coronavirus ha
fermato la stagione quando voi eravate in difficoltà, non possiamo dire come
sarebbe andata a finire la stagione ma eri pronto per tornare al top della
forma? “Stavo lavorando proprio in
quell’ottica, ero stato fuori due mesi a causa del problema al menisco e pian
piano volevo tornare al top della forma. Non stavamo in una bella posizione di
classifica ma il mio obiettivo era quello di aiutare la squadra fino alla fine
per conquistare la salvezza sul campo”.
Da dicembre in poi
l’infortunio al ginocchio ti ha tenuto fuori a lungo e poi limitato quando sei
rientrato, ora come stai? “Un
infortunio che non ci voleva anche perché nella prima parte di stagione mi
sentivo bene e le prestazioni lo confermavano. Anche dopo il rientro sentivo di
non stare al massimo, ora ho recuperato ma sarebbe stato bello giocare partite
vere in questi mesi”.
Due stagioni con
mister Cesario, puoi raccontare il vostro rapporto? “Un mister speciale che non smetterò mai di ringraziare. Sin dal primo
giorno ha riposto in me tanta fiducia, con lui sono diventato un elemento
duttile in campo, con i suoi insegnamenti sono cresciuto molto non solo come
calciatore. Non so se ci saranno altre possibilità ma sarebbe bello continuare
a lavorare con lui, è una di quelle persone che porto sempre nel mio cuore”.
Come Cesario anche tu
saresti potuto salire in D, quanto sei stato vicino al trasferimento alla
Vastese? “A dicembre è spuntata
questa possibilità, so che mister Amelia si era interessato a me. Sarebbe stato
bello provare il salto di categoria per di più con la maglia della mia città,
la trattativa non si è concretizzata ma sono stato ben felice di restare con la
Bacigalupo Vasto Marina”.
La maglia della Vastese ti piacerebbe indossarla prima o poi? “Da vastese doc non potrei dire no, giocare all’Aragona con la maglia biancorossa è uno dei miei obiettivi. Non so se e quando accadrà ma per me sarebbe motivo di grande orgoglio rappresentare la città dove sono nato e che mi culla da vent’anni”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it