A soli 14 anni, Mario Palmucci rappresentava un talento promettente nel calcio giovanile della Virtus Vasto. Tecnica individuale, rispetto per il prossimo e un comportamento sempre educato lo avevano reso un esempio da seguire, ma qualcosa è cambiato negli ultimi mesi, portandolo a vivere una situazione tanto complessa quanto surreale.
Per capire meglio quanto accaduto, abbiamo parlato con suo padre, Graziano, che ci ha raccontato la vicenda.
“Quest’anno è cambiato l’allenatore della squadra,” spiega Graziano. “Fino alla scorsa stagione Mario non aveva mai avuto problemi, ma con il nuovo tecnico, all’improvviso, sembrava che mio figlio non sapesse più giocare a calcio. Le convocazioni sono diventate rare e, quando avvenivano, partiva sempre dalla panchina, giocando solo pochi minuti.”
Alla domanda se non si trattasse di semplici scelte tecniche, il padre concorda, ma sottolinea un punto importante: “Mario non riusciva a capire questo improvviso cambiamento di atteggiamento nei suoi confronti rispetto agli anni precedenti. Questo ha minato la sua autostima, influendo negativamente anche sul rendimento scolastico, dove non aveva mai avuto problemi.”
A dicembre, la famiglia Palmucci ha deciso di affrontare la questione, chiedendo alla società di svincolare Mario. Il clima con i compagni non era più sereno e il ragazzo desiderava cambiare aria per ritrovare serenità. Tuttavia, la risposta della società è stata negativa invitando il ragazzo a restare comunque nel gruppo e proseguire.
“Non voglio pensar male,” ammette Graziano, “ma noi genitori paghiamo una retta annuale. Non vorrei che il mancato svincolo fosse legato al fatto che avrebbero perso la nostra quota .”
La situazione è cambiata grazie all’intervento di conoscenti, competenti in materia di normative federali dei settori giovanili, “Sono stati loro a indicarci il percorso giusto da seguire per ottenere lo svincolo,” racconta il padre. “Abbiamo inviato una raccomandata alla FIGC, e in copia alla società, chiedendo il rilascio di Mario per inattività, basandoci sull’articolo 109 delle N.O.I.F. (Norme Organizzative Interne della FIGC). Se un ragazzo non è convocato nelle ultime quattro partite e la società non si oppone entro otto giorni, lo svincolo è automatico. Così è stato.”
Ora Mario è stato tesserato da una nuova Società di calcio giovanile, dove ha trovato un ambiente accogliente e dei tecnici che gli hanno saputo ridare il sorriso e l’entusiasmo per tornare a divertirsi con il calcio. “Voglio mandare un messaggio a tutti quei ragazzi che vivono situazioni simili. Le soluzioni ci sono: non arrendetevi e cercate sempre di coltivare il vostro sogno. I ragazzi devono essere al centro, non i tornaconti personali delle società,” conclude Graziano.
Un lieto fine per Mario, ma anche uno spunto di riflessione per tutto il calcio giovanile: il benessere dei ragazzi deve essere sempre la priorità.
Ovviamente la redazione di Vasport è aperta a chiunque volesse aggiungere o dare informazioni ulteriori in merito alla vicenda narrata.