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Calcio

Martinez: “Thiago e Lionel l’apice della mia felicità. Sono un padre fortunato, a loro trasmetto la voglia di dare sempre il massimo”

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Il jolly offensivo della Vastese, nel giorno della “Festa del papa” racconta il suo rapporto con i due piccoli figli, senza dimenticare l’apporto fondamentale della moglie Adelaide

Martinez all’Aragona con Thiago

Nelle vene di Leandro Antonio Martinez scorre sangue abruzzese. Da sempre, non da quando, a novembre, per la prima volta ha messo piedi a Vasto per legarsi ai colori biancorossi. Non lo scopriamo certo oggi, tanti sono stati gli italiani, soprattutto negli anni cinquanta, a salutare il nostro Paese per cercare un nuovo inizio in Sud America. Tra queste anche l’aquilana Francesca Di Luca, nonna di Leandro, arrivata a Buenos Aires conobbe, al porto, quello che sarebbe diventato in futuro suo marito, dando alla luce Antonio Martinez.

Padre dell’attuale attaccante classe ’89 della Vastese Leandro, il più grande tra i tre fratelli, Emanuel e Gonzalo, anche loro calciatori in Italia con carriere nobili e tanti campionati vinti. Sì perché la famiglia Martinez l’Italia l’ha riabbracciata nel 2003 scegliendo come meta Parma, da dove è iniziata la carriera di calciatore di Leandro. L’esordio in Serie A con i ducali, poi tante esperienze tra B e C, le massime serie estere e di nuovo in Italia fino all’attuale esperienza all’Aragona. Parma fondamentale per l’inizio della sua carriera da calciatore ma negli anni successivi punto di partenza per la costruzione della sua attuale famiglia. Dal 2015 sempre insieme ad Adelaide, la sua dolce metà, con la quale è convogliato a nozze nel 2018. Due anni prima, il 28 ottobre del 2016 la nascita (a Lucca, quando Leo giocava in C con i rossoneri) del primogenito Thiago Leandro, a cui la coppia ha “regalato” un fratellino, ironia della sorte, nato (a Parma) il 10 giugno, giorno del loro anniversario di matrimonio.

La famiglia Martinez al completo

Come scopriremo, sia dalla parte argentina di Martinez che quella italiana della moglie Adelaide, i valori di una famiglia unita sono molto forti. Tradizione che Leo cercherà di trasmettere, insieme a tanti altri insegnamenti a Thiago e Lionel, se saranno anche loro calciatori lo dirà il tempo ma papà e mamma li stanno già indirizzando verso quei valori che contano per davvero.

Leo Martinez, dopo tre settimane di pausa la Vastese non tornerà in campo domenica, il Covid vi ha fermato di nuovo, una bella botta? “Con questo brutto virus non si scherza, ci era già toccato tra ottobre e novembre ed ora rieccolo tra noi. Avevamo ricaricato le batterie e non vedevamo l’ora di tornare in campo ma ci siamo dovuti fermare di nuovo. Situazione difficile, in Serie D sono tante le partite da recuperare, è dura contro questo nemico invisibile, non ci sono colpevoli, è un qualcosa fuori dalla nostra portata, ci tocca stare a casa e sperare di tornare in campo il prima possibile”.

A casa, guardando il lato positivo, hai la possibilità di goderti i tuoi figli Thiago e Lionel, cosa significa per te essere papà? “La nascita nel 2016 di Thiago è stata la gioia più grande della mia vita, lo stesso posso dire per l’arrivo di Lionel nel giugno scorso. Loro sono l’apice della mia felicità, altre parole sarebbero superflue, ho avuto la fortuna di conoscere una donna fantastica come mia moglie Adelaide, con loro ho tutto, siamo uniti e trascinati da un bellissimo rapporto”.

Lionel Roman e Thiago Leandro

Da quasi cinque anni sei papà, ma ancor prima figlio, che rapporto hai con tuo papà Antonio? “Splendido, per me un padre esemplare e sempre positivo nei confronti dei suoi figli. Lui e mamma decisero di tornare in Italia nel 2003, poi la volontà di far rientro nel 2015 in Argentina dove vivono ora ma, anche grazie ai social, siamo costantemente in contatto. Potrei parlare di lui per ore ma voglio soffermarmi sul valore che ha lui della famiglia, un vero e proprio “malato” per la famiglia. Non solo pensando ai figli ma a tutti i parenti, ha voluto che noi li conoscessimo tutti, io conosco i miei parenti abruzzesi che vivono quasi tutti ad Avezzano, compreso il mio “zio” Remo Ruscitti, nell’Abruzzo calcistico conosciuto per aver ricoperto ruoli dirigenziali in diverse squadre marsicane. L’importanza della famiglia prima di tutto, lo stesso che ho ritrovato anche nei genitori di mia moglie Adelaide”.

Tornando ai tuoi figli, si sa che voi argentini spesso e volentieri scegliete i nomi anche in onore dei calciatori, il secondogenito Lionel è un omaggio al fenomeno del Barcellona? “Si chiama Lionel Roman, in onore sia di Messi ma soprattutto per Riquelme, il mio vero idolo. Siamo una famiglia “malata” di Boca Juniors, dopo Maradona il più grande di tutti per noi della “Doce” è “El Mudo”, di lui conservo ancora i poster”.

Thiago è un nome sudamericano ma brasiliano, come mai questa scelta? “Come mio padre ha dato il suo nome come secondo a me, io ho fatto lo stesso con il mio primo figlio. Thiago Leandro, in realtà il nome lo ha scelto mio fratello Emanuel, piaceva a lui, piaceva anche a me e mia moglie”.

Con Lionel sulla Loggia Amblingh

Tu e i tuoi due fratelli calciatori, all’orizzonte anche per Thiago e Lionel è facile prevedere un futuro con il pallone tra i piedi? “Ho scelto io per me il calcio perché era la mia passione più grande ma non è mia intenzione indirizzarli e obbligarli verso lo stesso mio sport, seguiranno le loro passioni e dovranno essere bravi a coltivarle. Lionel a nove mesi è ancora piccolo ma già vuole camminare e va in giro ovunque, Thiago quando c’è la possibilità viene con mia moglie a vedermi non solo la domenica ma anche durante gli allenamenti e vuole già giocare. Calcio ma non solo, in questi giorni di quarantena ci alleniamo in gruppo con i compagni online e lui già inizia a fare i primi esercizi di fianco a me. Diciamo che in casa non ci annoiamo, io, Adelaide e i bimbi oltre agli sport, giochiamo, balliamo e cantiamo, c’è grande armonia”.

Hai parlato di tanti valori che tuo papà Antonio ha trasmesso a te e i tuoi fratelli, quali sono invece gli insegnamenti su cui stai già lavorando per crescere Thiago e Lionel? “Il secondo è ancora troppo piccolo ma a Thiago sto già facendo capire che ogni cosa, anche quella sulla carta meno importante, va sempre fatta al meglio, al massimo delle potenzialità e con precisione. Inizia a ripetere la frase “non ci riesco” quando si trova di fronte a qualcosa di nuovo, credo la ascolti all’asilo da qualche suo amico ma non è quello che piace a me. Non siamo portati per esprimerci al meglio in ogni cosa che facciamo ma bisogna sempre provarci, magari ci sbatterai la testa ma non avrai rimpianti visto che ci hai provato, solo così potrai sapere cosa fa per te e dove non insistere più”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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