Il laterale destro
gissano compie oggi diciott’anni ma li dovrà festeggiare a casa in famiglia. Presenza
fissa con la juniores biancorossa e con una presenza in D nella trasferta di
Matelica
Non dove essere facile per nessuno restare a casa per oltre un mese e mezzo. Se ci aggiungi il dover festeggiare il tuo compleanno in questo periodo l’amarezza è doppia e se uno di quei giorni è quando diventi maggiorenne il dispiacere è infinito. Matteo Racciatti come molti suoi coetanei sicuramente oggi si sarebbe divertito alla grande con una grande festa per festeggiare insieme a parenti e amici il suo diciottesimo compleanno ma, purtroppo per lui, ci si è messo il Coronavirus di mezzo a stravolgere i suoi piani.
Avrà tempo per recuperare, quando si tornerà alla normalità festeggerà a dovere, oggi una torta in famiglia spegnendo le diciotto candeline auspicando in giorni migliori. Un inizio di 2020 impensabile per tutti al contrario di un fine 2019 che aveva regalato al laterale 2002 di Gissi la gioia di esordire mezz’ora in Serie D con la maglia della Vastese. L’8 dicembre nella trasferta di Matelica, da dimenticare per i biancorossi ma felice dal punto di vista personale per Racciatti che dopo i primi anni a Gissi e le esperienze successive tra Cupello, Bacigalupo e Virtus Vasto ha iniziato a confrontarsi con campionati nazionali.
Presenza fissa nella juniores vastese guidata da Paolo Acquarola respirando spesso e volentieri l’aria della prima squadra. Amelia lo ha premiato lanciandolo in D, lui spera di vivere altre domeniche come quelle, oggi esprimerà qualche desiderio. A diciotto anni è bello sognare, le ambizioni non devono mai mancare.
Matteo Racciatti, per
te diciotto anni particolari, festeggiarli senza una festa vera, tanto
dispiacere?“Due mesi fa non pensavo
affatto di dover trascorrere il giorno del mio diciottesimo compleanno in
questo modo, c’è amarezza ma ora bisogna pensare ad altro. Dobbiamo stare
ancora a casa, poi pian piano torneremo alla normalità e avremo modo di recuperare
il tempo perduto”.
Pensando al calcio
quanto è difficile stare lontano dai campi ormai da oltre un mese e mezzo? “L’assenza più pesante di queste lunghe
settimane. Manca l’affiatamento con i compagni, gli allenamenti, le partite, i
festeggiamenti dopo una vittoria e la voglia di rialzarsi dopo una sconfitta”.
Con la Vastese
protagonista con i giovane della juniores e già affacciato in prima squadra,
sei contento della scelta fatta in estate? “C’erano diverse possibilità, la scelta è stata difficile ma la
prospettiva di poter disputare un campionato juniores nazionale alla fine ha
fatto la differenza. Se aggiungiamo anche la possibilità di poter guardare
anche una prima squadra in Serie D posso solo essere soddisfatto di aver detto
sì alla Vastese”.
Una presenza in D
nella trasferta di Matelica, cosa hai provato quel giorno? “Qualche giorno prima di quella domenica
mister Amelia mi prese in disparte dicendomi che con la juniores il sabato
avrei giocato solo un tempo perché poi sarei dovuto partire in ritiro per
Matelica con la prima squadra. A un certo punto mi hanno detto di scaldarmi e
poi a mezzora dalla fine è toccato a me. Durante il riscaldamento percepivo
emozione e un pizzico d’ansia ma una volta sceso in campo mi sono subito
concentrato e focalizzato su quello che avrei dovuto fare. Felicissimo dal
punto di vista personale, molto meno per la squadra vista la sconfitta ma è una
giornata che non scorderò mai”.
Tanti mesi con
Acquarola e Amelia, cosa ti hanno insegnato in questa stagione? “Con tutti e due mi sono trovato subito in
sintonia. Ad Amelia sarò sempre grato perché mi ha dato la possibilità di
giocare in Serie D con una società importante come la Vastese. Parliamo di due
grandi persone oltre che allenatori preparati, ho cercato di raccogliere più
insegnamenti possibili da entrambi per continuare al meglio il mio percorso di
crescita. Lavoro sempre per essere il più completo possibile, con loro è stato
un bel percorso anche perché mi hanno insegnato cosa significa davvero il
sacrificio nel calcio. Nell’ultimo periodo, con le amichevole tra juniores e
prima squadra, ho avuto il piacere di conoscere anche Silva, un allenatore con
grande professionalità”.
Un tutto fascia visto
in difesa, in fase offensiva e utilizzabile in tutte e due le fasce ma dov’è
che ti senti più a tuo agio? “In
questi anni ho ricoperto tanti ruoli ma da un po’ di stagioni a questa parte
gioco stabilmente sulla corsia difensiva destra e all’occorrenza vengo
schierato anche in fase offensiva. Da terzino è dove riesco ad esprimere al
meglio tutte le mie qualità ma in campo sono sempre a disposizione dei miei
allenatori, gioco dove decidono loro”.
Pensando alle tue caratteristiche e guardando le partite in tv, quale calciatore è fonte d’ispirazione? “Trent Alexander-Arnold, terzino del Liverpool, non ancora ventiduenne ma già tra i top mondiali nel suo ruolo. Il prototipo del terzino moderno, un motorino si quella corsia, forte anche in fase difensiva e con grandi abilità tecniche”.
Pensando al tuo futuro calcistico, lo immagini ancora con la Vastese o cercherai di trovare spazio in una realtà che ti dia più continuità in una prima squadra? “In quest’ultimo mese e mezzo è un discorso a cui non ho mai pensato, sarebbe stato bello chiudere al meglio la stagione con la Juniores dove avevamo ancora quattro partite per migliorare la nostra posizione in classifica. Quando questo brutto periodo sarà finito e si tornerà a pensare al calcio valuterò con calma tutte le possibilità ma con la Vastese mi sto trovando benissimo”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it