21/05/2017 – Il ventinovenne centrale vastese da esordiente si è imposto in A2 con la maglia della Sieco Ortona ma per il futuro non vuole porsi limiti
Un vastese che ha fatto felice Ortona. Poco pubblicizzato ma in campo un gigante, non solo per la stazza(202 cm per 100 kg di muscoli) ma anche per la personalità e concretezza con cui affronta le sfide come l’ultima riuscendo ad imporsi, da esordiente, anche nel campionato di A2. Stiamo parlando del pallavolista Mirko Miscione, centrale classe 1988 vastese doc sportivamente parlando nato con il nuoto in vasca(“quando ero piccolo avevo mio fratello Christian come riferimento”) ma spostatosi poi a quindici anni sui campi da pallavolo. Da li in avanti una crescita senza sosta, per quattro anni allenamenti tra Vasto, Chieti e Ortona(crescendo in coppia con il pari età Paolo Nicolai, oggi top player nel beach volley), poi salutata Vasto ancora in Abruzzo a L’Aquila(“sono stato costretto ad andare via a causa del terribile terremoto del 2009”), dove ha iniziato a frequentare l’università, conseguendo la laurea in Umbria a Perugia passando poi al Foligno. La chiamata di Gaeta per la B1 dov’è rimasto per due anni prima di arrivare in Sardegna con destinazione ad Olbia sempre in B1. Tre estati fa ha scelto di tornare in Umbria pur scendendo di categoria, troppo allettante il progetto di Spoleto con cui ha centrato due promozioni consecutive salendo fino alla A2. Affrontata in quest’ultima stagione da titolare con la maglia della Sieco Impavida Ortona, una salvezza raggiunta senza troppi affanni imponendosi in un campionato a lui sconosciuto fino a un anno fa. Il suo futuro non ancora lo disegna ma “questo è il momento di spingere forte”, vista la scalata repentina dalla C all’A2 chissà che tra qualche anno non salga quell’ultimo gradino per arrivare a toccare il cielo con un dito.
Mirko Miscione, da quasi cinquanta giorni ha archiviato la sua prima stagione in A2, soddisfatto del rendimento? “È stata un’annata assolutamente positiva, in crescendo dal punto di vista personale, ho sempre avuto la fiducia di staff tecnico e compagni ma arrivando da un’altra realtà dovevo solo conoscere il nuovo ambiente, c’era l’obiettivo della salvezza ed è stata centrata senza dover passare per i playout”.
Dopo gli anni tra C e B la possibilità di affacciarti su un palcoscenico ancora più importante, quali sono state le differenze rispetto agli anni passati? “A voler essere sinceri non ho notato stravolgimenti rispetto alla scorsa stagione, era a Spoleto e abbiamo disputato un campionato da protagonisti in B1, diciamo che si livellano i valori per una squadra che lotta per la promozione in quella categoria e una costruita per la salvezza in A2, almeno queste sono state le mie sensazioni”.
L’Umbria l’ha accolta negli ultimi anni ma in estate è arrivata la chiamata di Ortona, una scelta colta al volo vista l’importanza della categoria? “Per fortuna oltre che dalla B1 anche dall’A2 erano arrivate altre offerte ma quella ortonese per diversi aspetti è stata sicuramente quella più allettante e dopo una stagione posso dire di aver fatto la scelta giusta”.
Tra i fattori determinanti la vicinanza con la tua Vasto quanto ha influito? “Poco o nulla, ho avuto la possibilità di vedere più spesso il mio nipotino ma ho deciso di vivere a Ortona, per me il contatto quotidiano con il resto dei miei compagni è fondamentale, in una stagione la coesione del gruppo fa sempre la differenza e magari se avessi deciso di viaggiare tutti i giorni da Vasto avrei sicuramente avuto un rapporto più distaccato con la squadra”.
Dopo questo primo anno in A2 sei pronto per una nuova stagione a Ortona o c’è la possibilità di provare una nuova avventura? “In questo momento il mercato è ancora fermo, se ne inizierà a parlare tra un mesetto ma in questo momento non ci penso, come già detto a Ortona mi sono trovato bene, non avrei problemi a continuare ancora con loro ma poi bisognerà valutare anche altre eventuali chiamate e capire le reali intenzioni, mi sento nel pieno delle mie forze, ora è il momento di spingere per puntare sempre più in alto”.
Per molti pallavolisti l’estate è la stagione del beach volley, dopo le fatiche indoor la troveremo in qualche torneo? “I tornei di una certa rilevanza non mi attirano, preferisco rilassarmi e allenarmi in vista della prossima stagione, quest’estate sarà un po’ diversa perché non mi era mai capitato di chiudere l’annata ad inizio aprile, di solito giocavo fino alla fine di maggio per questo dopo un mese di totale recupero da acciacchi e fatica ho già ripreso a fare qualcosina in palestra, le partite di beach con gli amici non mancano ma è per puro divertimento”.
La passione per il volley è sbocciata a quindici anni, prima era il nuoto il suo sport di riferimento, se avesse iniziato prima con la pallavolo oggi si sarebbe tolto maggiori soddisfazioni? “Non c’è nessun rimpianto, anzi iniziare con il nuoto è stata una grande fortuna, mi ha dato la possibilità di strutturare al massimo il mio fisico, quegli anni sono stati fondamentali per quello che sono oggi”.
Nel suo curriculum si legge anche di una laurea in Chimica, quanto è stato difficile far combaciare studi e sport? “Dopo il diploma la mia volontà era quella di proseguire gli studi per garantirmi un futuro anche da quel punto di vista infatti prima a L’Aquila e poi in Umbria ho conseguito la laurea negli anni di Serie C dove gli allenamenti non richiedevano lo stesso impegno attuale riuscendo quindi a conciarli con lo studio, è stata una scelta studiata, la laurea per me era indispensabile prenderla in tempi brevi per potermi concentrare successivamente solo ed esclusivamente sulla pallavolo”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it