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Calcio

Opara: “Casalbordino ha fame di calcio, vogliamo playoff e Coppa”

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Il numero uno romano decisivo anche domenica contro il River Chieti è una delle pedine fondamentali nello scacchiere giallorosso

Già il cognome è un presagio, il “nomen omen” che sta facendo la differenza tra i pali del Casalbordino. Benvenuti nel mondo Manuel Opara, classe 88, papà inglese, madre nigeriana ma nato e cresciuto a Roma dove vive quotidianamente salvo la domenica quando è chiamato a difendere i colori giallorossi come quelli della sua amata Roma.

Un angloitalo nigeriano per nulla banale, i portieri si sa sono accompagnati da quella sana follia che per un ruolo delicato come il loro non può mai mancare. Manuel va oltre, volto sempre sorridente, scherza e si diverte ma non vive solo di calcio anche se quella è la passione che coltiva sin da bambino quando veniva schierato da terzino ma correva sempre avanti realizzando anche tanti gol. “Avevo poca voglia di correre quando ero piccolo così decisi di provare a mettermi in porta”, da allora ad oggi non l’ha più lasciata. Un lusso averlo alle proprie dipendenze in un campionato di Promozione, nel suo curriculum spuntano due presenze anche in C con la Cisco Roma, un’esperienza inglese e oltre cento presenze tra Eccellenza e D.

Trentuno anni compiuti da pochi ma a guardarlo in campo per personalità, fisico e prestazioni ne dimostra molto meno, a Casalbordino era arrivato la prima volta per un paio di mesi nell’ultima parte di stagione 2016/2017 e quest’anno i giallorossi hanno di nuovo pensato a lui per blindare la porta come confermato dai 9 “clean sheet” nelle 14 occasioni in cui è stato chiamato in causa. Portiere ma non solo, istruttore di zumba a Roma presso l’Accademia Sportiva ’92 e iscritto al corso di laurea in Economia Aziendale, Manuel ha le giornate sempre impegnate e vorrà mantenere gli impegni anche nelle domeniche di maggio quando si disputeranno i playoff, quelli che il Casalbordino proverà a raggiungere grazie anche alle sue parate.

La vittoria sul River Chieti vi ha risollevati, nelle precedenti due domeniche cosa vi era mancato per fare punti? “Tre punti che ci hanno permesso di tornare a respirare, contro Vasto Marina e Raiano ci è mancato soltanto il gol, nell’ultimo periodo fatichiamo a farli e quando andiamo sotto non riusciamo a rispondere”.

Oggi con la regola dei 10 punti di distacco sareste fuori dai playoff, ci sono da recuperare quattro punti per partecipare agli spareggi promozione, è un cammino alla vostra portata? “Si, per fortuna mancano ancora otto giornate, ci sono tanti punti a disposizione, molto dipenderà da noi che non potremo più sbagliare e poi ci toccherà sperare che il Vasto Marina inciampi in qualche domenica sfortunata”.

In questo finale di stagione in cosa dovrete migliorare per centrare l’obiettivo? “In questo rush finale dovremo lavorare sulla testa visto che fisicamente grazie al gran lavoro di mister Appignani, che colgo l’occasione per salutarlo, stiamo messi bene. Ora con Vecchiotti dovremo affrontare le ultime otto curve al 100% per centrare i nostri obiettivi perché oltre ai playoff vogliamo andare avanti anche in Coppa”.

C’eri prima con Massimo Vecchiotti e ci sei anche oggi, in questi due anni è rimasto sempre lo stesso? “Lui è sempre lo stesso, grande motivatore era prima e ora lo è ancor di più”.

5. 9 “clean sheet” in 14 presenze, quanto contano per un portiere i numeri e le parate? “Chiudere le partite senza subire gol per un portiere è sempre una bella sensazione anche se prima viene il risultato della squadra. Sulle porte inviolate leggevo del record di Oblak dell’Atletico Madrid, in 160 partite ha conquistato 109 “claen sheet”, un mostro assoluto. La soddisfazione tra i portieri vale doppio quando le partite si vincono di misura e senza subire reti”.

Le prestazioni parlano a tuo favore, la Promozione ti sta stretta, come mai uno come te non trova spazio tra Eccellenza e D? “In Interregionale per i portieri esperti come noi c’è quella maledettissima (in realtà usa un altro termine) regola dei quattro under che toglie troppo spazio a chi con merito dovrebbe essere il titolare di quel ruolo. Se si è bravi si gioca ad ogni età e non perché c’è una regola che obbliga a schierare gli under. Quattro sono anche troppi, ormai gli allenatori devono fare tanti calcoli e puntualmente il ruolo in cui troviamo più fuoriquota è il portiere togliendo spazio a chi può dare esperienza e tranquillità alla squadra”.

Ormai a Casalbordino ti conoscono tutti, cosa puoi dirci dell’ambiente giallorosso? “Casalbordino è una realtà che non vede l’ora di fare campionati importanti, lo si percepisce dalla passione che ci mettono i nostri supporters in tutte le partite sia in casa che fuori, ma anche la passione di tutto lo staff, da patron Santoro fino alla nostra magazziniera Enrica c’è passione e fame di arrivare. Come me, spero tanto di tornare in D ma se questo non avverrà sarò ben felice di restare in questa splendida piazza”.

Le quattro sfide di marzo sulla carta alla portata, obiettivo 10 punti o ne serviranno 12? “L’ho già detto prima, non possiamo più sbagliare, ecco perché serviranno quattro vittoria, non sarà facile perché nessuno ci regalerà nulla, vinciamole tutte nel prossimo mese augurandoci che il Vasto Marina dei miei grandi amici Cesario rallenti la corsa”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it