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Calcio

Panfilo Carlucci: “Cupello deve essere orgogliosa di questa società, salvezza sudata, non ci hanno regalato nulla…”

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Con l’obiettivo in tasca l’allenatore vastese al suo primo anno in Eccellenza ha voltuo ripercorrere la lunga stagione esaltando ambiente e giocatori capaci di raggiungere un grande obiettivo

Una stagione lunga e faticosa. Durata quasi 300 giorni, chili in meno e capelli bianchi in più, a conferma delle tante fatiche incontrare per centrare una salvezza dovendo passare per un playout e poi fare il tifo per la salvezza del San Nicolò in Serie D. Fosse andata male ai teramani oggi il Cupello avrebbe dovuto giocare l’ultima partita della stagione contro il Miglianico per evitare la retrocessione, invece no, da sette giorni i rossoblù sono ufficialmente salvi e oggi l’allenatore Panfilo Carlucci si godrà una rilassante domenica con la sua famiglia. In silenzio per quasi tutta la stagione a salvezza conquistata ci ha concesso una lunga chiacchierata dove ha voluto ringraziare tutti i componenti dell’ambiente cupellese togliendosi anche qualche sassolino evidenziando come il suo Cupello abbia centrato un grande risultato nonostante una rosa giovane capace di conquistare più punti nella seconda parte di stagione pur perdendo pezzi di esperienza sostituiti da soli under.

Mister Carlucci, partito dalla juniores nella sua prima stagione in Eccellenza ha centrato un importante salvezza, a Cupello è il luogo ideale per poter crescere professionalmente? “Colgo questa occasione per ringraziare la società per l’opportunità concessami, sono arrivato a Cupello 4 anni fa grazie a Giuseppe e Oreste Di Francesco capaci sin da subito di coinvolgermi nel loro progetto, Oreste grande imprenditore e uomo di spessore come pochi nel calcio abbia mai conosciuto nonostante lo mastichi da quasi trent’anni; Insieme a loro ho avuto la possibilità di conoscere Alessandro Pasquale direttore tutto fare e vera colonna della società senza dimenticare i presidenti Pino Giardino e Michele Mazzarella sempre disponibili e vicini. Anche altri dirigenti come l’ingegner Peppino Silvestri, Graziano Costantini, Nicola Sammartino, Simone Pomponio, Giovanni e Marco Carlucci, Alfredo e Michele Battista e Antenucci che abbraccio e spero torni al più presto con noi dopo i problemi di salute che lo hanno allontanato. Tutte persone che sacrificano il loro tempo per riversarlo con amore e affetto alla causa del Cupello Calcio”.

Da luglio fino a una settimana fa ha lavorato a stretto contatto con uno staff tecnico di qualità, un rapporto in piena sintonia? “Certo, l’applauso più grande voglio farlo proprio a loro, il mio vice Walter Capitoli, il preparatore atletico Fausto Cannavacciuolo, Massimo Marconato nella difficile veste di giocatore e preparatore dei portieri, il massaggiatore Luca Sacchetti ed infine una figura di grande rilievo come Giuseppe Di Francesco che faceva da ‘cuscinetto’ tra squadra, società e staff soprattutto nei momenti di difficoltà. Hanno saputo sostenermi e darmi i consigli giusti, sono cresciuto anche grazie a loro”.

In campo però vanno i giocatori, quelli che da settembre a maggio hanno lavorato per il bene del Cupello, insieme avete lavorato tanto per raggiungere l’obiettivo prefisso? “Sono loro i veri protagonisti di questa stagione, abbraccio forte ogni singolo guerriero, ancor prima di essere giocatori sono uomini veri capaci di cadere più volte e rialzarsi altrettante in quei momenti di difficoltà soprattutto quando quella salvezza diretta ci è sfuggita di mano per un solo gol di differenza pur raccogliendo 39 punti. Anche il playout era iniziato con una rete di svantaggio, ma loro con testa, cuore e gambe hanno avuto la forza di ribaltare il risultato e andarsi a cercare la vittoria nei novanta minuti anche se ci sarebbe bastato il pari alla fine dei due tempi supplementari”.

Nelle trentacinque giornate disputate avete spesso raccolto punti preziosi nei minuti finali, frutto del caso o c’è dell’altro? “Ho avuto la fortuna di allenare un gruppo che non mollava mai, abbiamo creato la ‘Zona Cupello’ viste le tante reti realizzate nei minuti finali come contro Chieti, Martinsicuro, Giulianova, Capistrello e Montorio, segno evidente di un gruppo granitico sempre in partita fino all’ultimo secondo di gioco”.

39 punti totali, 21 conquistati nel girone di ritorno, quanto è stato difficile migliorarsi a stagione in corsa? “Abbiamo compiuto una vera e propria impresa, nel corso della stagione abbiamo perso elementi di spessore ed esperienza del calibro di Avantaggiato, Zeytulaev e Monachetti sostituendoli con 5 fuoriquota come come Progna, Ninte, Napolitano, Capitoli e Menna mentre alcune nostre dirette concorrenti a dicembre si erano rinforzate con elementi di spessore per la categoria, ecco perché la nostra salvezza acquisisce ulteriore valore, è come aver vinto il campionato di Eccellenza più difficile di sempre”

Rosa alla mano si leggono i nomi di tanti under ’97, è un ulteriore stimolo lavorare con i giovani e centrare con loro l’obiettivo prefisso? “Un campionato affrontato con ben 12 fuoriquota sui 20 giocatori della rosa, segno evidente di una società che crede ciecamente in quei giovani che poi in campo tra allenamenti e partite ufficiali non si sono mai risparmiati lavorando con grande intensità e l’obiettivo comune di migliorarsi giorno dopo giorno; abbiamo disputato 35 finali contro tutti e tutti, a differenza di altri nessuno ci ha regalato nulla…”.

Nei lunghi dieci mesi di questa stagione qual è stato il momento più difficile da digerire? “Senza alcun dubbio l’ultima domenica di campionato, la non vittoria sul Montorio che ci ha costretti a dover affrontare il playout sempre contro i teramani nonostante avessimo raccolto 39 punti”.

Di vittorie pesanti ne avete conquistate parecchie, quale ricorda con maggior fierezza? “A Chieti non abbiamo vinto anche se eravamo in vantaggio fino al settantesimo, conquistammo un solo punto dopo aver dominato a lungo tanto che a fine partita i 200 ultras neroverdi all’uscita dall’Angelini ci applaudirono per la prestazione, non mi era mai successo prima e ricordo che il nostro grande e infaticabile magazziniere Rocco Battista seduto al mio fianco era visibilmente emozionato per quello che stava accadendo”.

Un traguardo importante quello della salvezza al suo primo anno in Eccellenza da allenatore, la dedica più importante a chi va? “Alla mia splendida famiglia, in primis a Cristian primo dei miei quattro figli che soffriva per le nostre sconfitte e gioiva con me alla fine di ogni vittoria ma questo traguardo ha anche un altro destinatario, a nome di tutta la società Cupello mi sento di dedicare la salvezza anche ad Antonio Marcovecchio scomparso qualche settimana fa, era il nostro primo tifoso, sempre presente sugli spalti, anche dall’alto sono sicuro che ci avrà seguito come sempre, mando un grande abbraccio alla sua famiglia”.

Ultima inevitabile domanda, Panfilo Carlucci a fine luglio sarà ancora l’allenatore del Cupello in Eccellenza? “Al momento non posso ancora rispondere a questa domanda con assoluta certezza, la stagione da poco conclusa mi ha tolto davvero tante energie, ora intendo riposarsi dedicandomi a famiglia e lavoro, con o senza di me il Cupello resterà comunque una grande realtà, la comunità cupellese deve essere orgogliosa di questa società”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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