Il tecnico vastese ha
voluto esaltare il suo gruppo e ringraziare staff tecnico e società. Nessun
accenno sul futuro
Non fosse arrivato il punticino all’ultima giornata oggi al Cupello sarebbe toccato continuare ad allenarsi sperando in notizie positive dalla Serie D riguardo la salvezza delle abruzzesi Vastese e Avezzano. Un problema però cancellato dal 2 a 2 contro il Penne, il 25 aprile i rossoblù hanno centrato l’obiettivo stagionale dandosi appuntamento alla prossima stagione. Con quali interpreti ora non è ancora dato saperlo, se ne parlerà dopo metà giugno quando si inizierà a conoscere il futuro. Compreso quello di Panfilo Carlucci, l’allenatore vastese sulla panchina rossoblù dopo essere partito dalla juniores nelle ultime due stagioni ha conquistato altrettante salvezze totalizzando 88 punti. Un percorso alla fine gratificante potendo confrontarsi con nobili realtà, rischiando qualcosina ma regalandosi anche delle belle soddisfazioni.
Avete conquistato la
salvezza diretta migliorando il finale della passata stagione, quanto è stato
importante evitare i playout e chiudere i giochi senza dover attendere le
abruzzesi in D? “Il punto contro il
Penne è stato di vitale importanza, ci ha evitato di allungare la stagione
altrimenti correvamo il rischio di dover giocarci tutta la stagione in una
sfida ‘secca’ e nel calcio si sa che in quelle occasioni basta un episodio sfortunato
per stravolgere il destino di una stagione”.
Gli addetti ai lavori
si sono spesso interrogati sul vostro cammino, sono sembrate più stagioni in
una, alcune frenate, la grande accelerata d’inizio anno e poi una nuova
frenata, quali sono state le cause di queste alternanze di risultati? “Gli alti e bassi vanno messi in preventivo
quando si lavora con un gruppo giovane, ha sofferto psicologicamente i momenti
di difficoltà dove stimolarli e farli credere nei propri mezzi non è stato
semplice”.
Al termine del 2018
non passavate un bel momento, poi avete sorpreso tutti nei primi mesi del nuovo
anno, dove avete trovato la forza per reagire? “Siamo stati più forti delle difficoltà, i ragazzi hanno capito che
tutti dovevano dare qualcosa, ci siamo compattati ancor di più riuscendo a
infilare una serie di otto risultati utili conquistando sei vittorie e un pari.
Dopo i 20 punti dell’andata siamo andati meglio nel ritorno dove i punti pesano
sicuramente di più, non era così scontato raccoglierne addirittura altri 25”.
Gli infortuni vi
hanno letteralmente massacrati sin da settembre, con il massimo della
sincerità, se avesse avuto l’organico a completa disposizione per gran parte
della stagione avreste potuto ambire ai playoff? “Certo, se avessi avuto la possibilità di poter avere tutti a
disposizione sarebbe stato lecito ambire a qualcosa di più intrigante, ci è
mancato su tutti Vito Marinelli ma non dimenticherei i due ’99 Capitoli e i
Martino, per noi erano importanti. Gli infortuni fanno parte del gioco ma non
ci siamo fatti mancare nulla, soprattutto quelli di natura traumatica, troppi
se ripenso agli stop dei vari Ninte, Perrella, Antenucci, Tucci e Berardi”.
Anche ripensando a
quelli di natura muscolare non siete stati fortunatissimi, quanto è stato pesante
il doppio infortunio nella stessa partita dei due portieri Micale e Tascione? “Quello che ci è successo
nell’infrasettimanale di Nereto ha avuto dell’incredibile, per fortuna ho
ritrovato un vecchio amico, Marco D’Ottavianantonio, che in quel periodo ci è
venuto a dare una grande mano sia in campo che nello spogliatoio con la sua
positività contagiosa, ancora oggi ci sentiamo ed è rimasto molto legato con
tutti i componenti del gruppo”.
A proposito di
portieri, Tascione si è sempre fatto trovare pronto e Micale non aveva bisogno
di presentazione, come hai fatto a gestirli? “Uno dei tanti compiti dell’allenatore è scegliere, colgo l’occasione
per ringraziare Paolo Tascione per quanto fatto durante la stagione, sono stato
io a rivolerlo dopo un anno di inattività. Con le prestazioni in campo e
l’impegno negli allenamenti devo ammettere che mi ha messo spesso e volentieri
in difficoltà ma avanti aveva Gianluca Micale che soprattutto nella seconda
parte di stagione è stato una pedina decisiva. Paolo però non si è mai
abbattuto o fatto polemica, era sempre il primo a spronare i compagni,
soprattutto il suo collega con cui ha instaurato un bel rapporto”.
Nei due anni di Eccellenza
hai conquistato 88 punti, quando avevi accettato l’incarico ti aspettavi un
cammino del genere? “Non ho mai
progettato tabelle di marcia ma sin dal primo giorno in cui mi è stato affidato
il compito della prima squadra ho sempre e solo pensato al lavoro sul campo
potendo contare su un ottimo staff e giocatori disponibili. Non posso però
dimenticare l’apporto datomi in queste due stagioni dalla società, mi hanno
sempre sostenuto facendomi lavorare con grande tranquillità”.
Non sono mancati
momenti di godimento, se dovessi sceglierne due tra quest’anno e il precedente
quali ricordi con maggior orgoglio? “Nella
passata stagione la vittoria contro la capolista Real Giulianova, non
sbagliammo nulla, fu la partita perfetta. In questa le vittorie nelle due
trasferte consecutive contro Acqua&Sapone e Delfino Flacco Porto, due
domeniche in cui ci mancavano capitan Giuliano e Ninte, si infortunò anche
Felice ma portammo a casa sei punti e li capii che avremmo fatto un grande
girone di ritorno”.
Toccata in fretta la
quota dei quaranta vi siete spenti quando mancavano ancora tante partite, è il
più grande rammarico della stagione? “Sì,
e me ne assumo tutte le responsabilità, con 6 giornate ancora da disputare non
sono riuscito a spronare il gruppo per alzare l’asticella e provare a
raggiungere un obiettivo più ambizioso. Anzi, abbiamo rischiato grosso, nelle
tre sconfitte consecutive di marzo avevamo staccato mentalmente la spina”.
Squadra giovane con
tanti under di prospettiva, su tutti il 2001 Troiano che avevi già lanciato
nella passata stagione, è uno pronto per il salto in D? “Nico, da poco maggiorenne, ha già più di 50
presenze in Eccellenza, è cresciuto tanto tatticamente e anche in personalità,
in D potrebbe starci perché è bravo ad eseguire i compiti che gli vengono
assegnati, deve irrobustirsi, il futuro però è tutto dalla sua parte”.
Troiano ma non solo,
cosa puoi dirci degli altri ‘fuoriquota’? “Tutti fondamentali, il 2002 Zinni e il 2000 D’Alessandro oltre alle
importanti prestazioni sono stati decisivi anche sotto porta, il primo con 6
reti e l’altro con 5. Nella seconda parte di stagione è stata esponenziale la
crescita di Luca Nuozzi bravo a farsi trovare pronto quando è stato il suo
turno e mi è piaciuto anche Ugo Claudio, un 2003 interessante”.
Con la dirigenza
cupellese non ancora ti siedi per parlare del futuro ma, ad oggi, ti piacerebbe
continuare o sei in cerca di nuovi stimoli? “Da qualche giorno ho staccato la spina, adesso voglio solo riposarmi a
livello calcistico e concentrarmi su lavoro e soprattutto famiglia alla quale
il calcio, purtroppo, toglie molto tempo. Del futuro calcistico parleremo più
in là, a Cupello mi trovo benissimo, parliamo di un ambiente sano con una
società serie e importante alle spalle, vedremo nelle prossime settimane…”.
In una stagione così
lunga e faticosa non ti sono mancati importanti compagni di viaggio, chi ti
preme ringraziare con maggior affetto? “Tanti
e mi dilungherò, partendo dal presidente Silvestri sempre presente con impegno
e sacrificio, è stato il nostro primo tifoso, ha sofferto e gioito con noi. Un
grande grazie al nostro direttore sportivo Alessandro Pasquale per aver messo
in piedi una rosa di spicco capace di raggiungere l’obiettivo prefisso. Non
posso dimenticare il mio staff, il preparatore Cannavacciuolo è sprecato per
questa categoria, il mio vice Walter Capitoli è sempre stato disponibile
dandomi anche preziosi consigli. Fondamentale anche il massaggiatore Luca
Sacchetta come uomo spogliatoio e per metà stagione il suo contributo lo ha
dato anche Mario Morrone, a tutti va il mio più grande grazie”.
Pensando alla rosa si
è parlato di infortuni, under e portieri ma per raggiungere i 45 punti chi sono
stati gli elementi determinanti? “Uno
solo: il gruppo, solido e compatto come non mai ma voglio fare due nomi: di
Tascione ne ho già parlato, l’altro è Fabiano Berardi, un ‘soldatino’ che
servirebbe in ogni gruppo, sempre pronto per qualsiasi evenienza, in campo non
molla mai ed è sempre di grandissimo aiuto per i compagni”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it