Omaggio di Vasport per la Festa del Papà. Il figlio David, classe 1999, è un attaccante. Anche papà Alessandro giocava in attacco. Poi incontrò Giorgio Repetto…
In occasione della Festa del Papà, Vasport ha voluto cambiare la prospettiva d’osservazione dell’ex calciatore di serie A, Alessandro Del Grosso, attuale tecnico della corazzata Lanciano Calcio 1920.
Di mister Del Grosso, sul nostro portale, ne parliamo spesso.
Ne svisceriamo numeri e record, vittorie e perfezionismo.
Oggi, invece, alla vigilia della delicata sfida di Coppa Italia di Promozione contro il Casalbordino, abbiamo parlato con Del Grosso non di calcio, o meglio, non solo di calcio, ma anche e soprattutto del suo ruolo di papà e del rapporto con i suoi tre ragazzi: David, Dennis e Virginia.
“Quando si è papà si è diversi. Me lo dicevano anche miei genitori, ma finché non lo provi sulla tua pelle non puoi capirlo fino in fondo. E’ la cosa più difficileinsegnare a vivere aipropri figli e – ha ammesso il tecnico del Lanciano – in una società come questa, è tutto particolarmente complesso. Non bisogna prendere mai le scorciatoie, un papà deve essere bravo a dare i giusti valori ai propri figli”.
Calcio e papà. Un connubio sicuramente difficile, ma assolutamente possibile.
“Provo sempre a passare più tempo possibile con loro, anche se non è facile per la tipologia di lavoro che mi porta a stare quasi tutto il giorno fuori tra allenamenti, trasferte, ritiri. Dico sempre – ha chiarito Alessandro Del Grosso – che la cosa che conta è la qualità del tempo che si trascorre con i propri figli”.
Allenare una squadra di calcio e allenare i propri figli.
Del Grosso non ha dubbi sulle difficoltà maggiori: “Allenare la vita dei propri figli è la cosa più difficile. La vita ti porta ad affrontare tanti ostacoli. E’ facile mollare, mentre è difficile mantenere la concentrazione sul proprio cammino, perché la società dei nostri giorni ti porta a pensare a tutto tranne a quello che effettivamente vorresti fare. I ragazzi – ha ricordato – rimangono molto tempo a casa perché non si sentono sicuri, non hanno la sicurezza del lavoro, spesso non c’è nemmeno una sicurezza affettiva delle altre persone che ti circondano. E, per questo motivo, spesso cercano di mantenere quel poco che hanno all’interno della propria famiglia”.
Del Grosso padre, ma l’ occhio da mister ce l’ha sempre, anche per David, il più grande dei suoi tre figli.
David Del Grosso è un attaccante della Juniores del Villa 2015, classe 1999.
David ha indossato le casacche del settore giovanile del Pescara Calcio, D’Annunzio, Durini e Gladius; quest’anno si è diplomato.
“Lui gioca in attacco e, anche io, all’inizio della mia carriera agonistica ero un attaccante. Poi – ha rivelato mister Del Grosso – ho avuto la fortuna di trovare sulla mia strada mister Giorgio Repetto che mi ha cambiato ruolo, mi ha messo terzino. Sapevo che in quel ruolo sarei stato a mio agio perché, da ex attaccante, conoscevo bene i movimenti degli attaccanti”.
Così è stato. Non a caso Alessandro Del Grosso ha disputato diversi campionati in serie A con le casacche di Salernitana e Bari.
Qual è la cosa più importante da insegnare al figlio calciatore?
A divertirsi, parola di Del Grosso: “La prima cosa che dico a mio figlio è il divertimento. Sono anni che vado sui campi. I genitori devono essere l’esempio, ma spesso vedo e sento cose assurde; genitori che vogliono intervenire a livello tattico, a livello comportamentale, che si scagliano contro l’arbitro. Ci vuole più cultura da parte dei genitori – ha concluso Alessandro Del Grosso – sono loro l’esempio. Con il divertimento nel calcio si supera tutto, un rigore sbagliato, un autogol. Tutto”.
Auguri a mister Alessandro Del Grosso e a tutti i papà che, ogni giorno, seguono Vasport.