Le tre sberle prese a Salerno un campanello d’allarme importante
E’ presto per trarre conclusioni, è pur sempre calcio d’agosto anche se c’erano già i 3 punti in palio. Ma le 3 sberle rimediate dal Pescara a Salerno impongono a chi di dovere più di una riflessione.
Nella sfida tra l’allievo, il debuttante Zauri, e il maestro, l’ex c.t. Ventura, la vittoria del secondo è stata chiara e netta, ma non dovuta principlamente ai demeriti del primo. Zauri ha preparato la gara come doveva, ha dovuto rinunciare al play Palmiero e lo ha sostituito con Bruno, uomo più di interdizione che non di costruzione. E, conseguentemente, ne ha risentito la manovra biancazzurra, troppo statica e compassata per impensierire una Salernitana che sembrava avere più gamba.
Nel cantiere aperto chiamato Pescara, però, si sono già avute talune risposte importanti. La prima: serve un esterno alto mancino di livello: Brunori è più una seconda o prima punta, si sta cimentando nel ruolo di ala ma il profitto non depone a favore della prosecuzione dell’esperimento. E non è un caso che il tecnico chieda almeno un nuovo interprete in quel ruolo, con Matos che martedì potrebbe realmente diventare un nuovo giocatore del Pescara. Sulla corsia opposta, la tendenza ad accentrarsi di Galano conferma che l’ex Bari non è un’ala pura da 4-3-3 ma che ha caratterische che forse meglio si sposano con altri moduli, ad esempio il 4-2-3-1 o il 4-3-2-1. Zauri parte di base con il 4-3-3, ma in estate ha lavorato anche su altri assetti e gli ultimi giorni di mercato, in base a quanti e quali giocatori nuovi avrà a disposizione, opterà per un modulo certo sul quale impostare la sua squadra. Il centrocampo è troppo compassato e poco propositivo e non basta l’assenza di Palmiero a spiegare la brutta tendenza a non prendere in mano le operazioni. Nella mediana biancazzurra, inoltre, manca una mezz’ala di gamba e fisico che possa garantire quegli strappi che possano spaccare la partita. Anche qui gli ultimi 8 giorni di trattative dovranno porre rimedio, come per la difesa. Nelle 3 gare ufficiali finora disputate, 2 di Coppa Italia e una di campionato, sono stati incassati ben 7 gol: certamente troppi per nutrire ambizioni di alta classifica.
Non bisogna ovviamente fare drammi o aprire processi, steccare la prima può paradossalmente risultare più utile per completare al meglio la rosa rispetto ad effimere e “false” risposte. D’altro canto a Pescara c’è un esempio recente diametralmente opposto che può fungere da insegnamento. Anno 2016, prima di campionato in A: i biancazzurri ospitano il Napoli, vanno in vantaggio per 2-0 e, tra gli applausi, pur subendo la rimonta partenopea, strappano un punto alla corazzata di Sarri. Fu la gara dell’illusione,quella che spinse il club a non sfruttare gli ultimi giorni di mercato per rinforzare una truppa che poi sul campo non riuscirà a vincere nemmeno una partita delle prime 24.