Qualche settimana fa a Firenze si è svolta la consueta rassegna modaiola del Pitti Uomo. Un’edizione questa con forte vocazione sportiva e un’attenzione particolare agli uomini che amano look comodi. Si chiama ” athleisure ” una di queste tendenze. In realtà l’unione di moda sportiva, stile di vita sano e interesse per il comfort come nuova voce del lusso è più di una tendenza, ma un’influenza che sta investendo tutti i brand dedicati alla moda, maschile e femminile. L’athleisure sta contribuendo molto ai fatturati dei brand e quindi Pitti Uomo non poteva esimersi dal considerarlo. A Firenze si è vista una selezione di brand dal concept innovativo, ai quali è stato chiesto di realizzare un capo speciale, utilizzando i tessuti della linea “Reda Active”. I protagonisti sono stati il brand belga “42.54”, fondato dalle due atlete medaglie d’oro alle Olimpiadi di Pechino Olivia Borleé e Élodie Ouédraogo e il brand “Aeance” dalla Germania, che si caratterizza per uno stile minimal e materiali super ricercati. Lo stesso Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine sostiene che le innovazioni nella moda vengono tutte dalle contaminazioni con lo sportswear e così anche quando si tratta del completo giacca-cravatta tutto si fa più casual . Il panorama è quello del jersey per felpe e pantaloni spiccatamente tecnici, dai tagli base, che accentuano i tocchi di colore. Il nylon è presente con evidenza, su membrane traspiranti e accoppiate con texture neoprene perfette per condizioni climatiche avverse. I capi ispirati agli sport invernali sono rivisti nelle proporzioni: materiali come lana e cachemire tricot, tessuti tecnici elasticizzati, pile, flanelle e nylon , giocano a sovrapporsi. Alcuni blazer adottano la forma della classica giacca ma ne trasformano la vestibilità con una scelta di materiali orientata al massimo comfort. Trionfa il sapore del “fatto a mano” su filati esclusivi per giacche di maglia, mono e doppio petto. Dolcevita, cardigan, pull a V e gilet riportano alla contemporaneità un certo mood che parte dagli anni Trenta per arrivare ai Sessanta. E l’abito torna ad essere una protezione, una difesa e una morbida armatura. Proprio come nello sport. Di seguito i link per approfondimenti sui brand sopracitati. Buona lettura!
Manuela Di Paolo
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