Il centrale difensivo
da sempre con i sansalvesi è il leader del gruppo capace nelle ultime due
annate di centrare prima la promozione e poi una salvezza tranquilla ma
fondamentale
Il calcio giocato non c’è ormai da quasi tre mesi e mancherà
ancora a lungo. Soprattutto i settori giovanili non ancora hanno notizie certe
in merito sul quando si potrà tornare a lavorare in gruppo, ecco perché si
continua a vivere di ricordi sperando di tornare a divertirsi il prima
possibile.
A San Salvo, sponda Aquilotti, nelle ultime due stagioni i Giovanissimi guidati dall’allenatore Gabriele Di Lallo si sono resi protagonisti di un cammino senza sbavature vincendo prima il campionato provinciale e confermandosi poi anche in quello regionale. Sarebbe stato già tanto conquistare la salvezza nelle ultime giornate ma i sansalvesi sono andati oltre staccando il pass per la fase che portava verso il titolo regionale. Di quel gruppo uno dei punti di forza è sicuramente Lorenzo Rossi, sansalvese doc classe 2005, da sempre fedele agli Aquilotti. Centrale difensivo interessante, guida con il giusto piglio i suoi compagni e lavora per cercare di trovare spazio nel calcio che conta.
Lorenzo Rossi, già
tre mesi senza calcio, l’impressione è che ne passeranno altri quattro, come si
vive così a lungo senza una delle tue più grandi passioni? “La si vive male, inutile girarci intorno. Il
calcio ha sempre fatto parte del mio quotidiano, non avrei mai pensato di
doverci rinunciare così a lungo, impossibile pensare a tutti questi mesi senza
pallone, amici e allenamenti ma purtroppo questo virus ha stravolto di
parecchio le nostre vite”.
Hai continuato ad
allenarti intensamente da casa in questi mesi? “In questo lungo periodo di astinenza da calcio mi sono allenato duramente
e continuo ancora ora a farlo. Prima pensavo si potesse tornare in campo in
tempi brevi, ora guardo più in la ma sempre con lo stesso obiettivo, farmi trovare pronto quando si
potrà tornare a lavorare tutti insieme sul rettangolo verde”.
Con gli Aquilotti la
stagione era virtualmente conclusa, salvi e senza possibilità di trovare spazio
nei primi due posti ma quanto vi ha soddisfatto l’impresa di conquistare un
posto nel girone d’Elite? “Sensazione
unica, a inizio stagione pensavamo sarebbe stato complicato raggiungere la
salvezza ma pian piano abbiamo iniziato a credere giorno dopo giorno nel nostro
potenziale. Salvarci con così largo anticipo e volare alla fase per il titolo
regionale d’Elite ci ha riempiti di gioia, una sensazione unica”.
Siete volati
nell’Elite in questa stagione partendo da neopromossi, nelle passata stagione
il salto dai provinciali ai regionali, sono state due stagioni quasi perfette? “Toglierei il quasi, è stato un biennio
fantastico e perfetto. Avevamo l’obiettivo della promozione e ci siamo
riusciti, poi abbiamo dimostrato di potercela giocare anche in un campionato
difficile come quello regionale Giovanissimi, siamo tutti orgogliosi di quanto
fatto in campo”.
Capitano degli
Aquilotti, cosa rappresenta per te la fascia? “Sono fiero di essere il leader del gruppo ma portare la fascia non si
limita a comportamenti esemplari in partita e negli allenamenti. Un compito che
va oltre, anche fuori dal rettangolo verde”.
La stagione avrebbe
anche potuto vederti al Torneo delle Regioni, era un obiettivo a cui puntavi? “Era un obiettivo personale che mi ero
prefisso. Sapevo di non essere certo della convocazione ma ad ogni chiamata per
gli allenamenti con la rappresentativa abruzzese scendevo in campo sempre per
dare il massimo e convincere il selezionatore. Sarebbe stato bello
rappresentare l’Abruzzo, un peccato non esserci potuti confrontare con le altre
regioni in un torneo giovanile così importante”.
A quindici anni sei
ancora giovane, guardando parecchio avanti dove ti immagini intorno al 2035 nel
mondo del calcio? “Lavoro duramente
da sempre per provare a trasformare in realtà un sogno che ho nel cassetto. Quello
di giocare in una big, il massimo sarebbe nella Juventus, la mia squadra del
cuore”.
Pensi che in campo si tornerà entro ottobre o credi che ci sia il rischio che tutto venga rinviato a gennaio 2021? “La speranza è di ritrovare il rettangolo verde già ad ottobre ma in giro c’è molta gente in giro che fatica a rispettare le regole. Questo non è bello, corriamo il rischio di allungare la ripartenza del calcio al 2021 e non sarebbe una bella notizia”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it