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Calcio

Sibilia: “Match ravvicinati ma la stagione dovrà finire. Anche oltre il 30 giugno”

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Il numero uno della Lnd ha fatto il punto della situazione in un’intervista pubblicata da “Il Mattino”

Questa mattina il premier Conte lo ha fatto capire con più dichiarazioni: “Ci saranno misure più restrittive e dovremo restare a casa anche oltre il 3 aprile”. Il secondo ragionamento era facilmente intuibile visto che l’emergenza Coronavirus continua a far paura a tutti gli italiani.

Lo sport, ormai da giorni, si interroga su se e come andare avanti, nel calcio tantissime le ipotesi spuntate fuori, qualora ci fossero le condizioni per proseguire la stagione quando (?) il virus sarà sconfitto. Nei giorni scorsi è tornato a farsi sentire Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, attraverso un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Mattino”. La volontà del numero uno è quella di provare a tornare alla normalità guardando però allo stato di forma di tutti i cittadini, plaudendo i movimenti fatti dalla Lega Nazionale Dilettanti nelle scorse settimane: “I campionati vanno terminati, ma la salute va messa al di sopra di ogni altra cosa come ha dimostrato la Lega Nazionale Dilettanti nei giorni in cui la diffusione del coronavirus in Italia veniva ancora sottovalutata. Non abbiamo rincorso gli eventi, bensì li abbiamo anticipati. Siamo stati i primi a sospendere le attività dal 23 febbraio, cancellando oltre 2mila partite in Lombardia e parte del Veneto per le categorie inferiori e 4 gironi della D. Una scelta provvidenziale, un gesto quasi eroico se si considera che il virus, come sostengono ora gli esperti, in quelle zone era in circolazione già da diversi giorni. Certo non può essere fatta una stima esatta, ma questa precauzione è servita ad evitare la moltiplicazione dei contagi.

Poi lo sguardo al futuro, anche se al momento, a dirla tutto, non è possibile capire quanto è lontano o vicino: “Adesso è necessario portare avanti le indicazioni delle autorità competenti in attesa che la situazione migliori e ognuno è chiamato a fare la propria parte. Poi quando la diffusione del Covid-19 sarà solo un brutto ricordo, bisogna riprendere a giocare a calcio. Pensate che solo la federazione dilettantistica che rappresento, ogni anno organizza dalle 550 mila alle 600 mila partite. In D annoveriamo club blasonati, grandi piazze e piccoli borghi. A costo di scendere in campo ogni tre giorni, occorre fare in modo di ricominciare e concludere la stagione agonistica. In sport americani come Nba ed hockey due gare alla settimana sono la regola, non vedo perché da noi non possa essere applicata in via del tutto eccezionale. Quando c’è un imprevisto, di solito ci si adatta. Ed è quel che faremo, se necessario andando anche oltre la deadline del 30 giugno”.

Redazione Vasport – redazione@vasport.it

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