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Successo nello sport! Tutto parte dalla famiglia

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Gli sportivi continuano ad essere considerati macchine, ma sono uomini e donne comuni. Visto che molta gente continua a pensarla così, voglio paragonare gli sportivi a delle macchine. La carrozzeria la producono la madre e il padre. La macchina cammina solo se viene alimentata dal combustibile che non è altro che l’amore, e le emozioni a loro volta sono il combustibile di quest’ultima. Questa macchina riceve questi doni dalle persone che gli sono più vicine, e quindi all’inizio della sua esistenza dalla madre e dal padre.  Sono queste due ultime figure gli artefici della prima evoluzione emotiva di un bambino che un giorno potrebbe divenire un’atleta. Si dice che l’amore è un sentimento e si impara, ma la difficoltà più grande sta nell’imparare a conoscere prima le proprie emozioni, ecco perché spesso un genitore crede di essere in grado di insegnare ai figli ad amare, ma si dimentica delle sue emozioni che inconsciamente trasmette al futuro atleta. Per esempio, nello sport ci sono una marea di narcisisti. Essere in grado di capire le proprie emozioni è la chiave per riuscire a scovare il proprio talento. Uno sportivo che si emoziona nel svolgere la propria prestazione, a parità di talento, è sicuramente più forte di colui/colei che svolge quell’attività solo per lavoro. Questo perché quando c’è amore per una attività sportiva sicuramente tutti i sacrifici che si fanno non vengo considerati tali. I campioni sono quelli che amano gareggiare nel loro sport. Spesso succede che durante il percorso di crescita dell’atleta una delusione possa far scemare l’amore per il proprio sport. Questo succede perché come meccanismo di autodifesa primordiale l’atleta chiude il cuore per evitare che quell’emozione possa nuovamente ferirlo tramite la mente. Quella chiusura provoca un blocco totale delle emozioni legate all’amore in tutte le sue forme. Quando questo accade si deve analizzare quell’emozione dolorosa affinché se ne ricavi un insegnamento tale, tramite il quale lo sportivo possa crescere emotivamente per non avere più paura ad aprire il cuore al mondo. Quando la famiglia manca invece l’amore si può ricevere da qualsiasi persona che sia vicino all’atleta, dal compagno di squadra allo staff tecnico, dal magazziniere ai tifosi etc., tutti possono essere grandi motivatori se lo fanno con il cuore. Sta poi all’atleta capire a chi affidarsi ed a non aver paura che un giorno quegli affetti possano venire meno. Solitamente bisogna affidarsi alle persone che tengono alla vittoria del gruppo o che ti sostengono. Lo stadio dovrebbe essere una vera Meravigliosa Famiglia!

Sabrina Felici
sabrinafelici@vasport.it

Michele Cappa, classe 1971, vastese, è titolare dell’agenzia di comunicazione Cquadro, appassionato di sport e giornalismo sportivo, ha collaborato per diverse testate giornalistiche locali e regionali, tra cui: TRSP, Radio Agorà,Radio Studio 99, TV2000, Delta 1, Telemax, Vastonline, Il Nuovo Molise e dal 2017 scrive per Vasport.it, sito di informazione sportiva locale ( di cui è anche editore ), dove cura la seguitissima rubrica “Amarcord”

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