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Calcio

Tambone: “Visione sistemica per salute, risultati sportivi, risvolti economici e futuro”

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Quali prospettive per il calcio nella tanto attesta Fase 2? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tambone

E così parlò anche il premier Giuseppe Conte sulle prospettive dell’immediato futuro.

Tra gli input comunicati ieri sera dal presidente del Consiglio ce ne sono stati alcuni che hanno avuto un’incidenza diretta con lo sport, in particolare col calcio.

Quali riflessi si prospettano, dunque, nella tanto attesa ‘Fase 2’ che, auspichiamo, possa passare velocemente e senza ulteriori patemi?

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tambone, general manager del Castel di Sangro dei miracoli, con ruoli da direttore generale e sportivo in tantissimi club dal Napoli al Chieti, dalla Fermana all’Arezzo, dal Manfredonia al Giulianova.

Tambone è stato anche osservatore della Juventus ed è specialista in diritto ed economia dello Sport.

Il sistema calcio vive, e per certi versi subisce, lo stato di incertezza di tutto il sistema produttivo del nostro Paese. Purtroppo – ha spiegato Giuseppe Tambone – la mancata esatta percezione del virus, della sua diffusione e del contagio, costringe gli scienziati a non sbilanciarsi mai ed il governo a non poter adottare provvedimenti con date certe. Saltato il 4 maggio ed ipotizzando il 18, il calcio è appeso ad un filo. Ore più che giorni. La salute è, in questo momento, il bene primario in questa fase e ciò vale per gli sportivi senza distinzione di categoria. Le precauzioni, le tutele ed i protocolli valgono per tutti, ma non possono obiettivamente essere attuate in maniera corretta da tutte le realtà“.

Il calcio e la sua eterogeneità che si riverbera, giocoforza, in scelte frammentate.
“Una grande fetta del nostro calcio, che va dai dilettanti e dal calcio giovanile fino ad ampi settori della Lega Pro e parte di Serie B fa fatica a poterle assicurare. Questo il dato oggettivo. Poi c’è il dato soggettivo – ha continuato il direttore sportivo Figc – ovvero le scelte dei singoli fatte pesando i vantaggi che il blocco dei campionati potrebbe apportare a ciascuno: non a caso chi deve legittimare un risultato positivo tendenzialmente vuol finire la stagione, chi può evitare il rischio di uno negativo è contrario. Poi c’è l’aspetto economico, con la bilancia dei fattori economico-finanziari: laddove i ricavi sarebbero più dei costi come in Serie A si cerca di giocare, dove il rapporto si inverte si punta a considerare decisamente l’opzione del risparmio. In questo turbine di voci contrastanti, però, si perde di vista il punto focale, cioè il futuro“.

E già. Il futuro. Questo perfetto sconosciuto.
“Molti club rischiano di avere problemi economici seri, senza contare i titoli per ripartire la prossima stagione: allargare i campionati sposterebbe di pochi mesi, e con conseguenze ancora più devastanti, un grandissimo problema strutturale, accantonando la polvere sotto il tappeto per qualche settimana. Salute, risultati sportivi, risvolti economici e futuro: se questi elementi non sono trattati in una visione unica – ha sottolineato Giuseppe Tambone – e se le varie componenti non iniziano a valutarli per il bene del sistema e non più solo del proprio, credo che non si va proprio da nessuna parte. La metafora della “stessa barca” di Papa Francesco vale non solo per godere della solidarietà di sistema ma anche per compiere scelte a benefici del sistema“.

Alessio Giancristofaro

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