Conosco Tiziana Smargiassi da quando era poco più che adolescente, con la mamma Paola Calvano abbiamo condiviso un periodo lavorativo all’interno della redazione di Tv2000 e lei spesso arrivava con la sua maglietta blucerchiata, tifosissima della Samp. Una passione trasmessa da quei parenti ancora presenti nella città Ligure. Amore per lo sport, il calcio in particolare, che ha sempre coltivato e col tempo, ha fatto diventare un mestiere.
In questo giorno della “Festa internazionale della donna” abbiamo voluto fare una chiacchierata con lei per capire, a suo dire, quanto possa essere o meno difficile lavorare in un mondo dove, fino a qualche tempo fa, era ad appannaggio della sfera maschile ma che, fortunatamente, da poco più di un decennio a questa parte, sta evolvendo.
Sin da piccola sei stata appassionata di sport e calcio in particolare. Per una donna che fa la giornalista sportiva come ci si sente in un ambiente prettamente maschile?
Non è semplice. Entri in punta di piedi , in un mondo dove inizialmente percepisci un po’ di scetticismo. Si pensa di base che una donna sia fuoriluogo e incapace di appassionarsi tanto da sapere parlare e discutere di calcio. Sta a te, silenziosamente, seguendo sul campo, cercando di stare sul pezzo, dimostrare che quello sport ti piace davvero , che non è un gioco per te, che non sei li per fare la “bambolina”, ma per lavorare spinta da una passione vera. Sta a te dimostrare le tue competenze , e cercare di fare ricredere l’ambiente.
Secondo te c’è ancora strada da fare? Se si in quali settori in particolare?
Sarebbe bello rivedere un po i guadagni, gli ingaggi, li dove le donne meritano nei vari sport e avere un occhio di riguardo per chi va in maternità. Perché al giorno d’oggi troppo spesso alla gioia per l’arrivo di un figlio segue il dispiacere e la difficoltà della perdita del lavoro.
Nei tuoi percorsi lavorativi ti è capitato di trovarti in situazioni dove hai dovuto lottare più del previsto affinché venissero riconosciute le tue professionalità?
Sfide ne sono capitate giorno dopo giorno. Piccole o grandi. Quella più importante è stata combattere per dimostrare che una donna in un programma sportivo o al campo può anche parlare di calcio, avere il suo spazio e non fare solo la presenza . Così come non deve necessariamente scoprirsi più di tanto per raccogliere consensi e dimostrare che sa di quell’argomento. Per la propria dignità, non scendendo a compromessi pur di arrivare. Poi altre sfide capitano magari seguendo tante squadre . Ti ritrovi a contatto con le varie tifoserie e difficilmente metti tutti d’accordo ed entri a volte “in conflitti”, sempre poi risolti per il meglio. Ringrazio però anche alcune persone, incontrate lungo il mio percorso, che mi hanno dato opportunità di crescere, imparare, mostrare quel che so e anche chi, nel privato, mi sprona a non mollare e a capire il mio valore.
Oggi sempre di più le donne stanno ricoprendo ruoli importanti nel mondo dello sport. È finalmente il segno di una parità di genere arrivata?
Io credo che non si debbano fare sfide tra i due generi , mettersi in continua competizione. Ognuno di noi può dare tanto allo sport e nei vari settori. Bisognerebbe dare importanza e opportunità, in egual modo, a una persona che dimostra il proprio valore, le conoscenze e competenze . Questo dal compito più semplice a quello più complesso, fino alla gestione delle diverse societa’, enti, e ruoli ricoperti a livello istituzionale, nelle varie situazioni.
C’è un consiglio che vorresti dare a ragazze che vogliono affacciarsi al mondo dello sport e del giornalismo in particolare?
Parlare a sé stesse in primis. Se sono pronte a stringere i denti, a sacrificare qualche sabato e domenica e del tempo per la propria vita privata, a fare gavetta non rincorrendo subito chissà quali grossi guadagni, allora vale la pena dare voce alla propria passione. Una passione che offrirà sempre una motivazione in più rispetto a ciò che può fare mollare.
Idee quindi abbastanza chiare quelle di Tiziana la cui testimonianza ci auguriamo possa essere presa come spunto da chi magari ha voglia di affacciarsi a questo mondo.
michelecappa@vasport.it