Domani, prima
dell’allenamento congiunto, Massimo Ferro raccoglierà le quote dei due club per
partecipare alla raccolta fondi lanciata per correre in aiuto del giovane ex
bomber rossoblù colpito da una grave malattia
Un combattente in campo chiamato, da due anni, a lottare, fuori dal campo, contro una rara malattia. Rocco Augelli non ha nessuna voglia di mollare, dopo aver appeso le scarpe al chiodo non vedeva l’ora di iniziare la carriera da allenatore senza dimenticare il percorso universitario avendo conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Motorie. Uno stop inatteso, tumore cerebrale pediatrico rarissimo, che solitamente per la localizzazione è poco aggressivo, ma sfortunatamente nel suo caso è di alto grado. La lotta contro il male continua, servono aiuti concreti, per questo motivo la moglie Carmela ha deciso di lanciare una raccolta fondi e nessuno si è tirato indietro. L’ex bomber classe 1985 ha ricevuto vicinanza da tutti, i club che ha fatto felici a suon di gol, ex compagni di squadra e i tanti tifosi che non lo hanno mai dimenticato.
Non si è tirata indietro la Virtus Cupello che ha subito raccolto l’invito partecipando alla raccolta fondi, avendo avuto alle proprie dipendenze l’attaccante pugliese nella prima parte di stagione 2016/2017 realizzando 9 reti per i rossoblù allora guidati in panchina da Giuseppe Di Francesco. Per l’occasione alla raccolta fondi, parteciperà anche la Vastese Calcio. Ecco perché domani pomeriggio (ore 16), prima del fischio d’inizio dell’allenamento congiunto che si svolgerà sul sintetico cupellese le due squadre consegneranno la somma nelle mani di Massimo Ferro, altro ex bomber e amico di Augelli. Anche il San Salvo non si è tirato indietro partecipando alla raccolta fondi, tutto verrà versato nella campagna GoFoundMe dal titolo “Una speranza per Rocco, uniti si può”. Si punta ad arrivare alla cifra di 200.000 euro, al momento si è già andati oltre le 150.000 euro ma non basta, serve l’aiuto di tutti. Chi vuole può partecipare, con un piccolo gesto, attraverso una donazione seguendo questo link: https://www.gofundme.com/f/diamo-una-speranza-a-rocco-uniti-si-puo?sharetype=teams&member=5357822&pc=fb_tco_campmgmtbnr_m&rcid=r01-1597762288%2C87-265f03b7ccc54f8f&utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=p_lico%2Bbanner
Per conoscere meglio la “battaglia” di Rocco Augelli una lunga lettera della moglie Carmela che riportiamo in calce:
“Questa è la storia di Rocco, 35 anni. La nostra storia d’amore è iniziata tra i banchi di scuola, eravamo adolescenti e oggi ci ritroviamo mano nella mano a vivere questa tremenda storia.
Rocco, lo conoscono in tantissimi, lui era il Bomber dell’Eccellenza del calcio pugliese. La sua più grande passione era il calcio che ormai era diventata la sua professione. Giocava nella categoria Eccellenza, ma Ia sua dedizione e i sacrifici che faceva erano paragonabili alla serie A. Esempio per tutti, brillante, leader, capitano della squadra, ha conquistato il bene e la stima di tutti.
Insieme al calcio ha unito anche lo studio, prendendo due lauree, triennale e magistrale in Scienze Motorie. A settembre del 2018, parallelamente alla sua nuova stagione calcistica, prende anche il patentino da Allenatore. Sapeva che prima o poi avrebbe smesso di giocare a calcio, ma il suo desiderio era quello di rimanere nel rettangolo di gioco. In quel periodo, iniziavo a notare che qualcosa non andava.
Rocco perdeva peso, in campo cadeva spesso, non era più il bomber di una volta. Da un po’ di mesi inoltre, aveva iniziato ad avvertire che la sua mano sinistra non aveva più la sensibilità di una volta, non riusciva neppure ad abbottonarsi una camicia.
Preso dai mille impegni, non si era mai preoccupato, ma col passare del tempo questi sintomi si estendevano su tutto il braccio. Una sera a cena con amici, Rocco era strano, poco partecipe, distaccato, dolorante. Si decide di fare una risonanza all’encefalo.
Era il 30 novembre 2018. Ora di pranzo. Squilla il telefono: “Augelli, è pronto il suo referto può venire a ritirarlo”. Quel giorno, Rocco avrebbe dovuto iniziare ad allenarsi in una nuova squadra. “Amore torno presto, fammi trovare il piatto a tavola, devo andare via presto, oggi comincia una nuova avventura”. Da lí a dieci minuti dopo nulla è mai stato più uguale a prima.
Rocco si è ritrovato da un campo da calcio ad un letto di ospedale in meno di due ore. “Deve ricoverarsi con estrema urgenza”. La diagnosi non tarda ad arrivare: si tratta di un tumore cerebrale pediatrico rarissimo, che solitamente per la localizzazione è poco aggressivo, ma sfortunatamente nel suo caso è di alto grado.
Nessuno voleva crederci. Iniziamo il protocollo: un intervento delicatissimo per la parziale asportazione del tumore, chemioterapia associata a protonterapia, una radioterapia particolare mirata a ridurre gli effetti collaterali. Scriverlo in due righe è troppo riduttivo. La malattia porta ad uno stravolgimento della vita. Le giornate sembrano intrappolate in una gabbia che nessuno riesce più ad aprire. Noi siamo dentro la gabbia, dove tutto è fermo e fuori le vite degli altri corrono veloci.
Si alterano gli equilibri familiari, cambiano le abitudini, il modo di vivere le giornate e il nostro rapporto di coppia. Questi anni sarebbero dovuti essere i nostri anni più belli: di progetti, traguardi, soddisfazioni e gioie. Invece niente di tutto questo. Io ho deciso di lasciare il lavoro per seguirlo nelle terapie e stargli accanto ogni momento.
La malattia di Rocco è molto aggressiva e porta molti sintomi che ogni istante gli ricordano che il suo tempo si accorcia. Rocco è sofferente, ha forti dolori, mancanza di sensibilità agli arti sinistri e altri sintomi che sono difficili sia da spiegare che da trattare. L’aspetto psicologico viene intaccato parecchio, ma nonostante questo, Rocco dal primo giorno ha sempre combattuto questa battaglia senza mai indietreggiare.
Dopo le prime terapie tradizionali, abbiamo cominciato delle terapie integrative e parallele che hanno aiutato tantissimo Rocco a superare più facilmente gli effetti collaterali delle terapie fatte. Inutile dirvi che queste terapie sono interamente a pagamento e noi abbiamo avuto grosse difficoltà per poter sostenere tutte le spese, considerando che né io e né lui lavoriamo e che in ogni caso due stipendi non sarebbero bastati per vivere e curarsi. Questo per darvi un’idea del disagio economico che abbiamo e stiamo attraversando.
Sembrava che con il passare dei mesi le condizioni di Rocco stessero migliorando anche alla luce dei vari controlli che facevamo. Esattamente un anno dopo, come un fulmine a ciel sereno, di nuovo cattive notizie: la malattia si era risvegliata. Non riesco a spiegarvi cosa si prova in quel momento, una sensazione di impotenza totale di fronte ad un nemico silente verso cui si hanno poche armi. Partiamo per un’altra protonterapia a Trento, questa volta molto più estesa e con effetti collaterali devastanti. Dopo i primi due giorni, pensavo che lui sarebbe arrivato all’ultima seduta sulla sedia a rotelle.
Durante questo percorso, una coincidenza strana mi ha fatto incontrare dei dottori che lavorano in Italia in collaborazione con un dottore tedesco che mi illustrarono la loro terapia. A quel punto, le “armi” della medicina tradizionale le avevamo sfruttate tutte e dunque, decidiamo di affidarci a questa nuova terapia. In piena pandemia Covid, noi eravamo fuori 3 giorni a settimana, 4 ore al giorno di viaggio, per questa nuova terapia che dopo poche settimane ha migliorato enormemente le condizioni fisiche di Rocco. Eravamo in attesa della fine del lockdown per conoscere questo benedetto medico della Germania. E appuntamento fu il 20 giugno. In visita, questo dottore, ci ha prospettato una nuova terapia in Germania, che affiancata a quelle che sta già facendo, è l’unica speranza per salvare la vita di Rocco.
Poi, siamo nelle mani del Signore. Noi vorremmo provare anche questa strada senza rimanere nulla di intentato, ma purtroppo il costo è un ostacolo importante che da soli non riusciamo a sostenere. In questo momento, le condizioni di Rocco sono complicate e non ci possiamo permettere di perdere tempo prezioso. Abbiamo urgente bisogno di tutti voi, di tante piccole gocce che pian piano riempiono il nostro bacino di Speranza per aiutare Rocco a riprendere in mano la sua vita.
Un piccolo gesto può apparentemente contare poco, ma può significare davvero tanto, tantissimo”.
Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it