A Vasto, Valdisangro e Campobasso sono ancora tanti i tifosi che ricordano bene uno dei difensori centrali più forti che siano passati da queste parti, stiamo parlando di Zoran Antic, classe 1975, cresciuto nel Partizan Belgrado con cui ha vinto due campionati e una coppa nazionale prima di una breve parentesi a Malta per poi approdare in Italia.
Oggi Zoran lo abbiamo voluto sentire alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina perché lui la guerra sa bene cos’è e le conseguenze negative che essa può portare. Dal 1990 al 2001 il suo paese infatti è stato devastato da una guerra civile senza precedenti
Zoran ben risentito innanzitutto. Ci puoi dire cosa pensi di quello che sta accadendo in questo momento in Ucraina visto che tu hai purtroppo vissuto questa situazione un pò di anni fa?
E‘ un momento molto difficile dove chiaramente lo sport passa in secondo piano. La cosa a cui si pensa è solo quella di scampare alle bombe e salvare la pelle. Agli atleti si aggiunge anche il dramma di non poter lavorare e quindi anche il sostentamento economico per sopravvivere
Lo scorso week-end durante la conferenza stampa pre gara il tecnico del Bologna, Siniša Mihajlović, ha ricordato la guerra nel vostro paese, di come lo zio avesse pensato di attaccare la sua casa quando il padre era dentro a vedere la tv ma non lo fece solo perché era presente anche il fratello. In quel periodo si dilaniarono anche i rapporti famigliari. Hai vissuto anche tu qualcosa di simile?
Fortunatamente no perché nella mia famiglia eravamo tutti serbi, anche con i cugini, per cui da questo punto di vista fummo fortunati. Purtroppo però conosco situazioni di amici e conoscenti che invece hanno vissuto questo dramma. Anche se le persone non volevano questo erano le circostanze del momento che ti portavano a prendere certe posizioni.
Intanto Polonia, Repubblica Ceca e Svezia hanno dichiarato che non scenderanno in campo nel playoff Mondiale contro la Russia. La FIFA dal canto suo permetterà ai russi di scendere in campo però sotto il nome di “Repubblica federale russa” e senza inno nazionale, in campo neutro. Tu che idea ti sei fatto?
Io sono dalla parte della FIFA perché lo sport non c’entra niente con la guerra e per questo non può essere penalizzato. Io credo che dietro alla presa di posizione di queste tre nazioni ci siano motivi prettamente politici che poco hanno a che fare con il calcio. I giocatori russi devono scendere in campo e giocarsi la qualificazione al mondiale perché lo hanno meritato. A noi accadde la stessa cosa negli europei del 1992 quando la ex Jugolsava venne esclusa dal campionato nonostante avesse conquistato la qualificazione solo perché era in atto la guerra. Non lo trovavo giusto allora e non lo trovo giusto adesso.
Oggi cosa fa Zoran Antic?
Sono nel settore dell’automotive, vendo automobili. Nel calcio in un certo senso ci sono ancora. In questo momento sto dando una mano a una società di quinta categoria francese, la vostra eccellenza per intenderci, perché è qui che vivo. Intanto voglio approfittare per mandare un saluto a tutti gli amici che ho li a Vasto dove, tra l’altro, ho anche casa e tre o quattro volte all’anno ritorno perché è un posto dove mi sono trovato benissimo e che ho nel cuore. Seguo anche le sorti della Vastese, ho visto che si sta giocando la possibilità di accedere ai playoff e ovviamente le auguro di centrare l’obiettivo.