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Calcio

Da Cipolletti per “vincere e crescere”: il Casalbordino si gode il suo Angelo

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Cernaz è la pedina che ha mancava allo scacchiere cesariano. Con lui nel cuore del gioco i giallorossi sono tornati a macinare punti e gioco

5000 km per inseguire un sogno. Con un pallone tra i piedi, testa alta e velocità d’esecuzione, ad Angelo Cernaz sono bastati pochi giorni per prendersi le chiavi del Casalbordino. La maglia giallorossa non come ripiego ma trampolino di lancio per categorie più blasonate potendo condividere l’esperienza abruzzese con suo fratello minore, Valentino, tesserato nei giorni scorsi dal Pescara Calcio. A Casalbordino se lo coccolano, sanno di aver fatto bingo e il ventunenne centrocampista argentino non sta deludendo le attese. Sin da bambino aveva deciso di provare a diventare qualcuno nel mondo del calcio, in famiglia quattro figli maschi, lui e Valentino hanno deciso di giocarsela con il pallone come compagno di viaggio. Nato a Cipolletti(nella provincia del Rio Negro, Patagonia settentrionale) nell’aprile del 1996, a quattordici anni decise di salutare gli affetti più cari, percorsi 1300 chilometri per raggiungere Buenos Aires e indossare la maglia del River Plate(insieme all’ex Torino Boye e i due dello Zenit Driussi e Mammana) per continuare la trafila nelle giovanili. Gli ultimi tre anni con la Platense(Serie C argentina) fino a quest’estate quando accettò la chiamata del Chieti. Sarebbe dovuto essere uno dei punti di riferimento della rosa neroverde ma intoppi nel tesseramento spinsero i chietini a puntare su altri profili. Angelo, risolti i problemi con il transfert, a ottobre ha accettato l’offerta del Calangianus in Eccellenza sarda ma nel mercato dicembrino è tornato in Abruzzo per stare vicino al fratello Valentino e un’intuizione del patron Alessandro Santoro lo ha portato in giallorosso. Faccia pulita e serena per lui garantiscono i compagni: “ragazzo splendido e giocatore con tanta classe e voglia di imparare, per noi è un valore aggiunto, una fortuna averlo al nostro fianco”.

Angelo Cernaz, ti sono bastati cinquanta giorni per prenderti il Casalbordino, a metà dicembre cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta giallorossa? “La vicinanza con mio fratello Valentino in forza al Pescara Calcio è stato un fattore determinante, in Sardegna mi sono trovato bene ma il calcio dilettantistico ha poca risonanza, qui in Abruzzo c’è molta più risonanza e Casalbordino mi ha fatto subito una grande impressione”.

Sette mesi fa eri arrivato in un Chieti costruito per i piani alti d’Eccelenza, ora sei catapultato in Promozione, qual è il tuo giudizio su questa categoria? “Lo scendere di categoria non mi è pesato affatto, in Eccellenza sarda era di poco maggiore il tasso qualitativo ma qui si scende in campo con tanta ‘garra’ e ogni partita è una battaglia, proprio come piace a me”.

L’Argentina è la patria di Maradona, Messi e tanti altri fenomeni, da piccolo quale giocatore era il tuo idolo? “Ho iniziato da attaccante e impazzivo per le giocate di bomber Batistuta, poi con il passare del tempo sono arretrato diventando un centrocampista, ci sarebbero tanti argentini da ammirare ma il mio punto di riferimento è sempre stato Iniesta, un fenomeno assoluto”.

Non hai faticato a conquistare una maglia da titolare e in campo le tue giocate non sono mai banali, cosa ti sta insegnando mister Roberto Cesario? “Con lui mi sto trovando benissimo, mi insegna sempre qualcosa di nuovo, ora lavoro più di reparto in piena armonia con i miei compagni, ha arretrato la mia posizione in campo, non ragiono più da singolo ma ho compiti più gravosi, ci sono più responsabilità su di me ma solo così posso fare esperienza e crescere”.

A Casalbordino stai facendo nuove conoscenze, come ti hanno accolto i tuoi compagni di squadra? “Non potevo chiedere di meglio, ho con tutti un rapporto splendido, li vedo sempre carichi con una grande voglia di allenarsi, trasmettono energia positiva”.

L’intuizione di patron Santoro ti ha portato a Casalbordino, la dirigenza che impressione ti ha fatto? “Sono contento di stare in società seria e sana, mi piace perché non sono persone che seguono la squadra con scarso interesse, tutt’altro, sono i primi tifosi e ogni giorno ci danno una grande carica”.

L’Argentina è la patria dei nomignoli per i calciatori, tu da quale sei accompagnato? “Può sembrare strano ma in realtà non ne ho uno, mi hanno sempre chiamato con il mio vero nome, Angelo, anche qui è così anche se un dirigente dice che sto in campo come l’ex interista Cambiasso, per questo mi chiama Cuchu”.

Le ultime tre vittorie hanno ridotto il divario dalle squadre che vi precedono ma siete ancora in quarta posizione, da qui a fine stagione il Casalbordino a cosa potrà ambire? “Io voglio vincere, sono venuto qui per questo, stiamo recuperando punti sulle nostre avversarie e miglioreremo l’attuale classifica, il nostro obiettivo è regalare una grande gioia a Casalbordino, possiamo vincere il campionato”.

La vicinanza con tuo fratello Valentino è un fattore importante ma quanto pesano i 5000 chilometri che ti dividono dalla tua famiglia? “Famiglia e amici mancano sempre ma per fortuna con whatsapp e facebook le distanze si riducono, il calcio aiuta anche a riempire questo vuoto”.

Le tue prestazioni non stanno passando inosservate, sei partito dall’Argentina con la voglia di diventare qualcuno, cosa pensi ti riserverà il futuro? “Io continuo a lavorare sodo con l’obiettivo di migliorarmi giorno dopo giorno per impormi qui in Europa, adesso però sono concentrato sul Casalbordino, domenica ci aspetta una partita importante, assolutamente da vincere per continuare la risalita, al futuro ci penseremo più in là”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it    

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