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Calcio

Daniela Sabatino: “Il calcio femminile merita attenzioni maggiori, giocherò ancora a lungo, senza gol sto male”

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02/06/2017 – Il centravanti originaria di Castelguidone continua a diversi e segnare. Da sei anni con il Brescia dove ha realizzato quasi 200 reti conquistando tutti i trofei nazionali

Bomber di professione, lavoratrice part-time. La dura vita delle calciatrici femminili, anche quelle di Serie A costrette a dividersi le giornate tra rettangolo verde e lavoro. Un giorno, oggi ancora molto lontano, magari arriverà anche su questo pianeta la parità ma per il momento tocca ancora aspettare. Di paragoni infatti le protagoniste in questione non ne vogliono sentir parlare, preferiscono concentrarsi sul campo dove c’è ancora molto da dire nei prossimi due mesi. Non per tutte ma sicuramente per Daniela Sabatino, l’attaccante di Castelguidone(“ogni tanto mi concedo qualche toccata e fuga per tornare giù e riabbracciare i miei cari) ma oramai mantovana d’adozione con il suo Brescia ha ancora appuntamenti importanti. La maglia biancoblu oramai come seconda pelle, vista la militanza che dura ormai da sei stagioni, dove si avvicina a toccare la quota dei duecento gol in altrettante partite. Una carriera iniziata in Serie A poco più che quindicenne, da li ormai sono passati diciassette anni ma il vizio del gol non l’ha mai abbandonata, vive per quello, dalle prime esperienze molisane(Isernia e Bojano), la stagione svizzera con il Rapid Lugano, i quattro anni con la Reggiana fino ad arrivare ai trionfi bresciani con un unico filo conduttore, i gol. A grappoli, quasi 400 in tutte le competizioni in poco più di quattrocentocinquanta presenze senza dimenticare i 20 gol messi a segno con la nazionale italiana, l’area di rigore è casa sua, autentico spauracchio per le difese avversarie.  Dopo il triplete tricolore della scorsa stagione lo Scudetto è andato sul petto della Fiorentina ma con il suo Brescia la stagione è tutt’altro che conclusa. Quest’anno ha già conquistato la Supercoppa Italiana(grazie alla doppietta della Sabatino), ha chiuso con la seconda posizione in campionato e ora si concentrerà sulla semifinale di Coppa Italia in programma oggi pomeriggio contro il Tavagnacco. Poi per le vacanze dovrà ancora attendere, da metà luglio con la magia della nazionale italiana sarà protagonisti agli Europei olandesi.

Daniela Sabatino, un anno fa di questi tempi con il suo Brescia festeggiavate la conquista dello storico triplete italiano, se ripensa a quei giorni quali ricordi riaffiorano? “È stato un anno da incorniciare, vincere tutto ti gratifica, arrivare fino in fondo in tutte le competizioni non è mai semplice, per noi è stato bello ma lo sarebbe stato ancora di più se quest’anno fossimo riuscite a ripeterci, peccato non aver portato a casa lo scudetto”.

Andato alla Fiorentina, più per merito delle viola o qualcosa rispetto al passato è venuto meno in casa bresciana? “Le toscane hanno messo su una rosa competitiva e i risultati si sono visti, noi quest’anno in alcune sfide non abbiamo avuto quella fame che ci ha sempre contraddistinte in questi anni anche se alcuni episodi nei match decisivi non hanno sorriso dalla nostre parte e nei due scontri diretti a Firenze non siamo proprio scese in campo mentre nel match di ritorno il pareggio è servito a poco, avremmo dovuto vincere per metter loro pressione”.

Non è ancora una stagione archiviata visto l’imminente impegno con la semifinale di Coppa Italia, dopo i successi delle ultime due edizioni l’obiettivo dichiarato è il tris? “Non abbiamo altra scelta, puntiamo con decisione alla coppa, vogliamo vincerla, intanto battiamo il Tavagnacco, poi magari incontreremo la Fiorentina in finale, sarebbe la rivincita del campionato e in una sfida secca può succedere di tutto ma prima dobbiamo arrivarci”.

La sua stagione in numeri racconta di 19 reti tra campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, soddisfatta o avrebbe potuto fare di più? “Dovevo fare di più inutile girarci intorno, soprattutto in campionato dove sono arrivata a 11 gol lontana dal mio solito ventello, non segnare mi pesa fino a farmi star male, l’attaccante vive per il gol ma le colpe sono solo mie, spero di arricchire il bottino in questo finale di Coppa Italia”.

Nelle ultime due stagioni si è tolta anche la soddisfazione di esordire e segnare in Champions League, riuscendo ad ammirare il calcio femminile da un’altra prospettiva, quello italiano ha molto da imparare? “Dispiace dirlo ma siamo lontanissimo dal resto dell’Europa, sono due mondi lontani anche se pratichiamo lo stesso sport, abbiamo incontrato in questi due anni Lione e Wolfsburg, li possono dire di sentirsi vicino al calcio maschile, sono delle vere professioniste, hanno strutture all’avanguardia, noi abbiamo ancora molto da imparare”.

In Italia, dall’alto della sua esperienza, si potrà mai arrivare ai livelli europei o è un discorso utopico? “Le parole sono tante ma alla prova dei fatti siamo ancora troppo lontani, qualcuno sta iniziando dei nuovi progetti interessanti come Fiorentina, Empoli e Sassuolo diventate una sola anima con le squadre maschile ma è solo il primo di un percorso lunghissimo”.

L’ambiente bresciano come ha accolto gli ultimi successi della realtà femminile? “Negli ultimi anni grazie anche ai trofei conquistati nei nostri confronti c’è sicuramente maggior seguito, le sfide scudetto hanno visto sugli spalti anche la presenza di duemila persone ma solo in casi sporadici ma è stato bello perché giocare con quel calore a noi giocatrici ha dato ulteriore carica, abbiamo un gruppo che ci segue anche nelle lunghe trasferte, si sono affezionati a noi e questo ci fa enormemente piacere”.

Dal Brescia alla nazionale italiana, se qualche anno fa era un discorso complicato oramai è diventata un punto fermo, quest’anno ci sono gli Europei in Olanda, cosa si aspetta? “Il lavoro paga sempre, nessuno ti regala niente, indossare la maglia azzurra è il sogno di ogni calciatrice, io l’ho realizzato e sono felicissima, andremo in Olanda con la voglia di sorprendere e fare bene ma è un evento che qui in Italia ha poca rilevanza, in quanti sanno che ci sarà questa manifestazione e che parteciperemo anche noi?”.

Un anno fa Patrizia Panico, il totem del calcio femminile italiano superati i quarant’anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, gli anta per lei sono ancora lontani ma dove si vede tra dieci anni? “Ancora a lottare sul rettangolo verde da giocatrice protagonista, lo spero e me lo auguro, il calcio è la mia vita, faccio tanti sacrifici ma questo è il mio mondo e ne sono innamorata, quando smetterò, un giorno lontanissimo, sicuramento non farò l’allenatore, non fa per me è un ruolo che richiede troppa pazienza, io ne ho poca”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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