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La necessità del riscaldamento prima dell’attività fisica

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Ogni persona che pratica sport, sia a livello professionistico sia a livello amatoriale, sa bene dell’importanza di un buon riscaldamento muscolare prima dell’attività fisica vera e propria. I muscoli hanno bisogno di prepararsi al meglio al vero sforzo che sarà attuato durante una corsa, una partita o una qualsiasi altra attività sportiva. Il riscaldamento consiste nello svolgere un’attività fisica di bassa intensità, come ad esempio una corsa leggera, qualche scatto, esercizi atletici da fermo e in movimento e un po’ di stretching (fase conclusiva del lavoro), in modo da arrivare ad aumentare di 1-2 gradi la temperatura corporea (da qui il nome “riscaldamento”). Riscaldarsi bene è fondamentale, oltre che per prepararsi al meglio all’attività fisica e avere la massima resa, anche per evitare infortuni di natura muscolare e traumatica. Un buon riscaldamento favorisce l’elasticità dei tessuti di muscoli e tendini al fine di evitare contratture e stiramenti.  L’attività di riscaldamento, inoltre, richiama sangue verso le zone sollecitate dall’esercizio, in modo che il corpo possa utilizzare al meglio le energie. Infine la fase di riscaldamento serve anche a rendere più efficiente il passaggio degli impulsi nervosi così da avere movimenti più veloci e il fisico maggiormente pronto e reattivo nel corso della vera attività fisica. 

Il riscaldamento dovrebbe prevedere perlomeno due fasi, una definita di “riscaldamento generale” ed una di “riscaldamento specifico”. Nella prima tappa ci si preoccuperà di attivare globalmente l’organismo, con attività di blanda intensità, subito dopo sarà possibile intervenire con esercizi maggiormente tecnici, che eventualmente simulino il gesto atletico richiesto dalla disciplina che si sta per svolgere.

Il riscaldamento non dovrebbe durare meno di 15 minuti per chi non svolge spesso attività sportiva, mentre dovrebbe essere più lungo per gli sportivi allenati che impiegano più tempo ad attivare l’organismo. Deve inoltre tenere conto delle condizioni climatiche ed essere più lunga quando si affronta un’attività all’aperto in inverno, perché la bassa temperatura ambientale rende più lento il riscaldamento del corpo. L’intervallo che incorre tra il riscaldamento e lo sforzo vero e proprio deve essere limitato, altrimenti i benefici indotti dal riscaldamento finiscono con l’essere inevitabilmente vanificati. 

 

Andrea Giove – andreagiove@vasport.it

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