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Calcio

Campanella: “Era una Vastese forte, senza confusione avremmo centrato i playoff. Dilettanti da riformare”

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L’esperto difensore campano in biancorosso tre stagioni fa oggi veste la maglia della Nocerina. In questi mesi di stop sta intensificando gli studi per avvicinarsi alla laurea

Un amarcord recente. Lontano tre anni fa, stagione 2016/2017, la Vastese di mister Gianluca Colavitto è pronta per affrontare il suo primo anno di Serie D. rispetto alla vittoria del campionato d’Eccellenza poche conferme (solo under) e tanti nuovi arrivi tra scommesse e figure di forte personalità. Come Francesco ‘Ciccio’ Campanella centrale difensivo tra quelli che nonostante la stagione double face riuscì a reggere l’urto da agosto a maggio restando tra i giocatori più ‘amati’ di quell’annata. Tanto che negli ultimi tre anni il suo nome è continuato a circolare, a conferma dell’ottimo ricordo lasciato.

Dopo le due stagioni romane con il Fiumicino nell’ultima stagione ha riabbracciato la sua terra dicendo sì alla Nocerina impegnata nella lotta salvezza prima dello stop a causa del Coronavirus. Oltre due mesi in cui Campanella si è dedicato soprattutto allo studio, iscritto al corso di laurea in Scienze Motorie si è posto l’obiettivo di completare il percorso di studi entro un anno. Nel frattempo però al calcio non vuole rinunciare, ha parlato senza peli sulla lingua di tanti argomenti, dal momento delicato (eufemismo) che vive il mondo dei dilettanti fino ai suoi ricordi vastesi lasciando aperta la porta per un suo eventuale ritorno.

Francesco Campanella, ormai oltre due mesi senza calcio, la D va verso la chiusura, che settimane sta vivendo il calcio dilettantistico? “Un mondo che vive un momento di grande confusione. Sappiamo, a malincuore, che non si potrà riprendere ma servono decisione immediate e ufficiali in modo tale da poter dare tempo alle società di iniziare a programmare il loro futuro”.

Come giocatore dilettante ti senti tutelato o siete tutti sulla stessa barca senza porto sicuro? “Noi calciatori viviamo la situazione più critica. Bisognerebbe capire qual è il nostro status di lavoratori perché adesso abbiamo tanti doveri ma pochissimi diritti. Con il campionato ormai prossimo alla chiusura perderemmo tre mesi di rimborsi, una roba inaccettabile. La Lega dovrebbe intervenire su questa delicata questione ed imporre almeno una mediazione con le società per gli stipendi mancanti”.

Come ti immagini il calcio dilettantistico dopo questi mesi difficili? “Il calcio è lo specchio della situazione economica del paese. Molte società faranno fatica a ripartire, dato che la quasi totalità dei presidenti sono proprietari di aziende che hanno subito danni economici a causa del virus. Spero ci saranno delle agevolazioni da parte del governo e delle varie leghe per far in modo che si torni alla normalità anche nel mondo del calcio, magari sfruttando questo periodo di stallo per poter riprogrammare anche il mondo del calcio dilettantistico eliminando tutto ciò che non va”.

Pensando a questa stagione come ti sei trovato con la Nocerina? “Annata strana per una piazza che è abituata a ben altri livelli. Ho accettato la chiamata con grande entusiasmo visto il valore della maglia che ho poi indossato. Ero conscio delle difficoltà che avremmo potuto incontrare visto che l’obiettivo dichiarato era la salvezza. Prima dello stop eravamo in piena corsa, credo che alla fine ce l’avremmo fatta”.     

Guardando al passato un anno a Vasto, ripensando all’andata perfetta e al ritorno difficile si poteva fare di più in quella stagione? “Annata dai due volti, stupenda fino a gennaio, un po’ meno nei mesi seguenti. Eravamo un bellissimo gruppo anche fuori dal campo, e concedetemi, anche molto forte. Da gennaio in poi troppa confusione soprattutto dopo l’esonero di Colavitto persona umile e allenatore molto preparato. Ci fosse stata più pazienza avremmo centrato i playoff ad occhi chiusi”.

Qual è la partita che ricordi a distanza di oltre tre anni con maggior affetto? “A Fermo una delle più belle. In trasferta affrontavamo la squadra più forte del girone, ricordo un gol praticamente fatto dai marchigiani ma salvato da me sulla linea di porta, poi da lì la ripartenza perfetta che ha portato al gol Prisco. Venivamo da due partite in cui la difesa venne messa un po’ sotto accusa, quella domenica ci siamo presi una bella rivincita”.

Che ricordo hai della piazza biancorossa? “Davvero tanti bei ricordi, penso ancora all’Aragona stracolmo con 4000 persone la sera dell’amichevole contro il Pescara, la splendida coreografia nel derby contro il Chieti e anche ad Agnone quando i nostri 500 tifosi si presentarono con i cappellini di Babbo Natale vista l’immediata vicinanza della festa. Una piazza che vive di calcio con una storia importante alle spalle, merita tante soddisfazioni a livello calcistico”.

Da sempre tra mercato estivo e dicembrino il tuo possibile ritorno è sempre circolato, fake news o c’è stata la possibilità? “Vero, ogni estate il mio nome spunta fuori, nell’ultima c’è stato un contatto con mister Amelia. Poi a dicembre anche con il direttore D’Ottavio, ognuno ha fatto le sue scelte”.

Casomai dovesse riproporsi la possibilità ti piacerebbe tornare? “Vasto è una di quelle piazze difficili da rifiutare, soprattutto per chi come me ha già avuto modo di viverla per tutta una stagione. Dovessero esserci le condizioni giuste non escluderei un ritorno”.

In questo periodo allenamento e studio, sei già al lavoro per il tuo futuro post calciatore? Ti vedi lontano dal calcio o è un mondo in cui vorrai continuare a restare? “L’obiettivo primario è terminare il prima possibile gli studi, conseguire la laurea in Scienze Motorie e magari entrare nel mondo lavorativo continuando a restare nel mondo del calcio. Questo spero ovviamente il più tardi possibile, sto bene fisicamente e fin quando reggerò l’urto continuerò a giocare ancora a lungo”.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it           

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