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Pallacanestro Cooperativa Bologna: Luca Di Ienno e la sua idea di basket popolare

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Un’idea ammirata in Spagna e riportata a Bologna da uno studente vastese. Domenica al via la seconda edizione del secondo campionato

Luca Di Ienno

“Qui si gioca senza arbitro, chi sa di aver commesso un fallo deve ammetterlo, deve esserci del sano agonismo ma in questo progetto ci interessa l’onestà”. Potremmo fermarci qui, basterebbero queste poche parole per spiegare la splendida iniziativa messa in piedi nel 2017 a Bologna dal ventiseienne studente vastese Luca Di Ienno.

Riportando in Italia quanto visto e ammirato a Madrid, tra il 2015 e 2016, nel suo periodo di Erasmus, “rimasi folgorato da questo splendido progetto della Liga Cooperativa de Baloncesto e decisi al mio ritorno in Italia di mettermi in moto per provare a riproporre qualcosa di simile”. È nata così la Pallacanestro Cooperativa Bologna (Pcb), un’idea di basket popolare, gratuito e aperto a tutti, femmine e maschi, sviluppato attraverso allenamenti durante il corso dell’anno e un campionato che da domenica alzerà il sipario sulla seconda edizione dopo lo splendido successo del 2017.

L’obiettivo della campagna è quello di realizzare il sogno di una realtà sportiva autonoma, esterna alle istituzioni e autogestita. L’entusiasmo con cui Luca racconta il progetto che porta avanti, insieme ad altri compagni di viaggio, è contagioso: “Siamo ancora in pochi a reggere una montagna, potremmo parlare di un mondo utopico ma noi crediamo a quest’idea di basket popolare, dove c’è cooperazione e collaborazione si sta bene, ecco perché il nostro obiettivo è quella di coinvolgere chiunque senza mettere nessun paletto”. Nel torneo ma anche e soprattutto nella scuola basket, un percorso duraturo che va avanti durante tutto l’anno, in palestra nei mesi freddi ma soprattutto all’aperto nei campetti bolognesi dove Luca insieme ad altri indossa i panni del coach per gli allenamenti. “Vogliamo far capire che c’è un’alternativa alla federazione, intendiamo lo sport come momento di aggregazione, confronto e puro divertimento, ci si può divertire comunque e noi questo per fortuna lo stiamo toccando con mano, tutti si allenano con grande spensieratezza, non c’è il peso della competizione”.  Dai primi allenamenti ad oggi il numero di persone che si sono avvicinate al basket popolare è aumentato sensibilmente, “tanti sono quelli che non hanno mai giocato a basket e allenarli è ancor più stimolante perché migliorano giorno dopo giorno, al campo arrivano per giocare padri e figli insieme, per molti il ritorno su un rettangolo di gioco è una rivalsa per non essere riusciti a ‘spaccare’ quando da piccoli i pomeriggi erano caratterizzati dagli allenamenti sul parquet”. La conferma arriva da queste parole, tutti possono essere protagonisti in questo progetto, da chi il basket lo mastica da anni a quelli che non sono mai entrati in contatto con una palla a spicchi, ed è interessante proprio per questo.

Un discorso che si ripropone in calce anche con il campionato 5v5 arrivato alla seconda edizione e che prenderà il via domenica in diversi campi di gioco nei parchi bolognesi. Lo scorso anno parteciparono 12 squadre, un numero elevato vista la novità del progetto, l’obiettivo è quello di provare a migliorare i numeri della passata edizione. Le squadre non hanno un numero massimo di componenti, l’iscrizione è gratuita ma chi partecipa deve dare una mano affinché continui il sogno del basket popolare. Un torneo itinerante con la possibilità di giocare in tre campetti, Parco San Donnino, Parco Savena e Parco Lunetta Gamberini con le squadre chiamate a disputare almeno una partita a settimana. Uno dei punti cruciali del torneo sono i falli, rigorosamente chiamati dal difensore o dalla difesa sul principio di Responsabilità. Un dettaglio tutt’altro che secondario, qui la figura del cestista viene messa quasi in secondo piano dall’uomo, c’è di mezzo l’onestà, se la sia ha nella vita di tutti i giorni è facile riproporla anche su un rettangolo di gioco: È bello vincere, deve esserci agonismo ma qui viene tutto dopo, bisogna prima essere onesti, divertirsi e stringere nuove amicizie perché il basket deve essere soprattutto aggregazione”.

Da metà maggio il torneo andrà avanti per un mese e mezzo (dipenderà dal numero di squadre iscritte), con questo progetto di pallacanestro popolare Luca Di Ienno ha fatto centro, un qualcosa di diverso, cammino difficile ma ambizioso e affascinante: “noi crediamo molto nel terzo tempo, al termine di allenamenti e partite invitiamo tutti a restare insieme per scambiare due chiacchiere davanti a un bicchiere di birra”, in questi giorni è indaffarato per gli ultimi dettagli che riguardano il torneo ma per il futuro prova a non porsi limiti: “noi siamo degli abitanti dei campetti, per noi basket vuol dire aggregazione e lavoriamo affinché il numero di appassionati cresca sempre di più, vogliamo diventare associazione, costruire una nostra struttura dove poter giocare e mettere in piedi un campionato, sappiamo che non sarà facile ma vogliamo provarci, sarà quella la nostra più bella vittoria”. Di folle e utopistico in realtà non c’è nulla, un’idea con fondamenta solide, la Pallacanestro Cooperativa Bologna ha tutte le carte in regola per vincere questa splendida partita.

Antonio Del Borrello – antoniodelborrello@vasport.it

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