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Sport e sociale

Sport e diverse abilità: obiettivo ripartenza dopo un anno difficile

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Nella Giornata mondiale delle Persone con sindrome di Down le considerazioni di Catia Tinari (Anffas Vasto)

Appena si potrà vorremmo vedere i nostri ragazzi nuovamente impegnati nelle attività sportive, non sarà possibile realizzare un progetto del calibro di ‘SportAbilità’, ma sicuramente ci saranno altre opportunità”: nella Giornata mondiale delle Persone con sindrome di Down l’auspicio, alla luce dei problemi creati dalla situazione legata al Covid, è della dott.ssa Catia Tinari, consulente pedagogico della sezione di Vasto dell’Anffas (l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) presieduta da Paola Mucciconi, curatrice del progetto ‘SportAbilità – I quattro elementi dell’inclusione‘ che buoni riscontri ha fatto registrare nel nostro territorio per i suoi sviluppi.

Catia Tinari con Luigi Daccò e Mariella D’Aurizio al Premio Vasport 2019

Un ricordo ancora vivo quello del progetto, curato proprio dall’Anffas di Vasto nel 2019. “Gli obbiettivi raggiunti – sottolinea Catia Tinari – sono stati straordinari. Una gara vinta da tutti. La gioia, la soddisfazione nei visi dei ragazzi ha rappresentato una grande emozione. Riguardare le foto e rivedere i sorrisi dei ragazzi coinvolti è la risposta lampante che il progetto è stato un successo per tutti noi. ‘SportAbilitá’ è stato pensato e realizzato per bambini e ragazzi con disabilità. Protagonisti lo sport e l’importanza dell’attività motoria, ma tante sono state le componenti: i partner, i Comuni del territorio, le scuole, gli alunni, insegnanti, professionisti e volontari. Un solo elemento in meno e il progetto non sarebbe stato lo stesso. Ogni elemento ha contribuito, con passione e responsabilità.

Gli obbiettivi predisposti nel progetto sono stati raggiunti, anzi superando le aspettative. Prima di iniziare le attività sportive (sci ad Asiago, beach volley, barca a vela, sup, calcetto, frisbee, palestra) c’è stato il momento della formazione, fondamentale per istruttori e volontari. I professionisti esperti (oltre alla sottoscritta, le dottoresse Pedrinazzi, Tarantino, Muratori, Sangalli e Togon), i pedagogisti, la terapista di riabilitazione globale, il fisioterapista hanno dato indicazioni fondamentali su come relazionarsi e lavorare nelle attività sportive soprattutto per bambini e ragazzi con autismo o tratti autistici. La formazione e sensibilizzazione, da me curata nelle scuole (Mattei, Spataro e Paolucci). è stato un altro intervento significativo e grazie alla partecipazione dei dirigenti Fuiano e Di Gregorio e agli insegnanti abbiamo pensato ad appuntamenti periodici nelle classi. Le difficoltà da superare e i limiti nel pensare all’amico con disabilità sono stati al centro dell’attenzione: eliminare le barriere e costruire rapporti con chi ha qualche difficoltà, accorciare le distanze e pensare all’integrazione e partecipare alla vita del proprio compagno ha rappresentato il cuore degli obiettivi. Ed ancora sollevare curiosità, rispondere a dubbi e domande dei giovani, portare testimonianze ed esperienze sul volontariato, l’importanza di rendersi utili e di aiuto e quanto benessere possano donare in cambio. Negli ultimi incontri con le classi preziosa la testimonianza di un ragazzo con disabilità, momento emozionante degli incontri svolti con gli studenti. Francesco, attraverso la comunicazione facilitata, ha raccontato la sua vita, gli ostacoli, anche i momenti di solitudine ma soprattutto il suo entusiasmo e la voglia di vivere. Francesco ha ricordato ai ragazzi l’importanza di di apprezzare la vita in tutte le sue sfumature. Concluse scrivendo “quando siete felici fateci caso…“. Un momento davvero emozionante per tutti!”

SportAbilità ha rappresentato un significativo esempio di buone pratiche: “Fondamentale – dice ancora Catia Tinari – la presa in carico per ogni partecipante, con le consulenze degli specialisti ed un programma abilitativo di aiuto a superare le difficoltà sensoriali, nelle attività scolastiche e soprattutto indicazioni sulle attività motorie. Non abbiamo tralasciato, poi, l’aspetto psicologo con incontri di auto mutuo aiuto con i genitori, parte del progetto curata dalla dottoressa Tarantino. Incontri come momento di dialogo e sostegno per i genitori e soprattutto occasione di formazione. Essere genitori – rimarca – non è semplice, non è possibile improvvisare, soprattutto lì dove c’è difficoltà. Noi cerchiamo di aiutare le famiglie a diventare genitori competenti, preparati. Costruire, tassello dopo tassello, insieme ai propri figli il futuro. Vivere il presente, ma già proiettati nel futuro. Pensare al bambino che presto sarà uomo, cittadino e parte della propria comunità. Pensare alle capacità dei propri figli e potenziarle il più possibile. Curare l’aspetto delle autonomie e gli interessi, anche se è impegnativo pensare in quanto genitore al “dopodinoi” per un futuro sereno e dignitoso per i propri figli”.

L’importanza dello sport per questi ragazzi: “Non solo come canale per socializzare o attività per abbassare lo stress o semplice interesse – sottolinea Tinari -. Lo sport va inteso come elemento fondamentale per le attività di riabilitazione. La maggior parte delle patologie – spiega – porta ad avere difficoltà motorie, ipotonia e difficoltà sensoriali, iper o iposensibilità, non solo ma soprattutto per l’allenamento e per l’attenzione cognitiva. Solo l’esercizio con la costanza nel rispettare i programmi motori può aiutare ad ottenere risultati significativi. Come Anffas crediamo molto nello sport e l’aspetto dell’attività motoria è fondamentale. E’ un elemento cardine”.

In questo periodo di pausa la vicinanza ai ragazzi non è mai mancata. “Abbiamo organizzato incontri e appuntamenti in videochiamata per aiutare le famiglie ad andare avanti con i programmi abilitativi, cercato di offrire conforto psicologo, operato con le consulenze”.

Guardando avanti e ad un possibile ritorno alla ‘normalità’ vanno considerate le speranze e le aspettative, pur con timori comprensibili “alla luce di tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno. Le paure sono soprattutto per alcuni bambini autistici gravi ed il ricominciare a vivere fuori dal nido domestico. Dovranno esserci interventi mirati e graduali. Perché – evidenzia Tinari – staccarli dalle routine e del vivere solo di relazione familiari, confrontandosi con il mondo esterno, sarà molto impegnativo. I bambini, in generale, stanno pagando più il peso del momento storico che ci troviamo a vivere. Chi ha difficoltà maggiori ancora di più. Il lavoro fatto negli anni per inclusione e integrazione viene messo a dura prova. Noi cerchiamo di essere sempre presenti, non lasciando le famiglie sole.

La speranza – conclude Catia Tinari – è di poter tornare piano piano alla normalità, riappropriarci della vita, degli interessi. Tornare a fare sano e costante movimento, riavere spazi come palestre, campi da gioco, scuole per le attività didattiche e motorie. Tornare agli sguardi, ai sorrisi e agli abbracci. Al calore umano, che adesso è bagnato, ma che tornerà a far bene al cuore”.

Michele Tana – redazione@vasport.it

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